》Chαpter 36

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Non è che puoi permetterti
di fare così, se devo accettare,
accertare pezzi di cuore, sì,
come vuoi gettarli sul beat?
No Tedua, prenditi tregua,
nella tela di ragnatela, i raggi
di sole rifletto sulla rugiada,
lo sai perché dormivi per strada.
Quando la festa si era infestata
dai fantasmi e dicevi "È ventata",
sono stralci, sinapsi, ridotto
a stracci, quando il flusso
di pensiero prosegue come
un serpente a sonagli.

🐍

EMMA'S POV

Scuoto la bomboletta prima di tracciare l'ennesima linea sulla parete. Ogni volta che il colore finisce sul muro sento una sensazione di euforia espandersi dalla mia mano per tutto il corpo. L'idea che la gente poi passi di lì e che chiunque possa vedere ciò che ho fatto mi fa andare fuori di testa.
Era da un po' che tra le mie amiche, Logan e il mio nuovo ragazzo, non trovavo del tempo solo per me, ma stare semplicemente qua con un muro davanti e la musica nelle orecchie mi era mancato.
Sospiro dando l'ultimo ritocco. Davanti a me, un serpente a sonagli arrotolato, dalle scaglie verdi e gli occhi rossi, si arrotola con le fauci spalancate e la lingua di fuori.

"Solo io riesco a trovare qualcosa di filosofico persino nei testi di Sfera Ebbasta" sussurro scuotendo la testa mentre rimetto il tappo alla bomboletta.

Quasi per dispetto alzo il volume della musica.

"Quanto serpenti a sonagli, con una mano pronti per spararti, con l'altra pronti a salvarti"

Faccio una smorfia. Il rettile sul muro racchiude tutte le persone che vorrei non aver mai conosciuto.
La mia ex-amica. Logan. I miei genitori. I miei professori.

"La storia di cui parlavo mi sa il libro della giungla, no giuro che non sopporto quelli con la lingua lunga"

Ma poi penso a Lorenzo. Penso alle mie amiche. Penso ad L.
Sorrido appena stappando nuovamente la bomboletta, iniziando a disegnare una nuvola sopra il serpente, appena fuori dalla sua portata.

"Oh mio Dio, non mi vedi più, sembra tutto in miniatura se lo vedo da quassù"

Lì non ci prenderanno mai. Non finché saremo insieme, almeno.

La canzone finisce, ma la lingua biforcuta a poca distanza dalla nuvoletta mi ricorda una cosa.

* "Devi dirglielo Rossa, in fondo era anche amica loro" *

Le parole di L mi risuonano in testa, e la mia coscienza non può fare altro che dargli ragione. Devo dirlo a tutte loro. Mi mordo il labbro pensando alle loro reazioni, soprattutto a Yoda. Erano migliori amiche, è stata quella che a sofferto di più per il suo abbandono, stava davvero per cadere nell'alcolismo.

*Non che ora sia proprio astemia eh*

Sospiro di nuovo dando le spalle al mio disegno ormai finito ed incamminandomi, facendo partire l'ultimo disco di MadMan.
Cammino per i vicoli con canzoni apparentemente prive di senso nelle orecchie, ma è proprio questo che mi fa svuotare la mente impedendomi di pensare troppo.

Per vivere senza impazzire non si pensa, si va avanti e basta.

Salgo la scala antincendio di un palazzo, arrivo sul tetto e mi siedo a gambe incrociate di fianco al mio zaino della Eastpak contenente la roba per i graffiti. È una di quelle serate in cui mi sento nostalgica, in cui vorrei solo che tutto torni come prima. Serate che ho sempre affrontato con un po' di alcool e la mia musica. Ma adesso sento un vuoto strano al centro del petto. Una mancanza che prima non c'era.
Aggrotto appena le sopracciglia nel tentativo di capirne la causa, e appena realizzo mi mordo il labbro scuotendo la testa.

WHO ARE YOU? || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora