》Chαpter 51 (Extra)

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Seduta fuori dal locale,
il fondo del bicchiere,
l'ansia che sale,
io barcollo per tutte le sere,
calda tra maglione e lana
mischio belvedere,
sorrido ma sta vita
non la voglio avere.
Cenere macchia i miei
blue jeans, tequila, limone,
sale in testa come gin,
i miei problemi
bollicine del mio drink,
vorrei dire no,
finisco con un sì.

👽

YODA'S POV

Mi guardo intorno spaesata. La mia maglietta bianca, resa ormai semitrasparente a causa della vodka che si è rovesciata sopra di essa, si incolla al mio stomaco e alla mia schiena, provocando un formicolio fastidioso contro la pelle per via dell'alcool.

"Amo', dove... Dove stiamo andando?" biascico a fatica.

Accidenti, non avrei dovuto bere così tanto. Non avrei proprio dovuto.

Per un attimo mi rimbombano in testa le parole della mia insegnante di scienze, qualcosa riguardo al fatto che prima dei sedici anni il nostro fegato non è ancora completamente formato ed adatto per assorbire alcool.

Beh, tanto io ne ho sedici. Ok, quindici e mezzo, ma è la stessa cosa.

Mi riscuoto fissando senza vederla davvero la mano del mio ragazzo stretta al mio polso, che mi trascina chissà dove.
Sorrido, inebetita dai drink ingurgitati e da ciò che provo per lui.
Ha due anni in più di me, ma mi piace questa cosa. Può proteggermi meglio, consigliarmi alcolici che ha già provato, insegnarmi cose nuove.
Aggrotto appena le sopracciglia, infastidita dalla forza eccessiva che sta impiegando per tenermi.

"Dove stiamoh andannno" ripeto tentando di scandire le parole.

"Ho una sorpresa per te" si limita ad affermare con un sorriso strano.

Sbatto le palpebre, chiedendomi se non sia solo un effetto dell'essere ubriaca. Scrollo le spalle, probabilmente è così. Mi concentro nel mettere un piede davanti all'altro. Ho dei piedi minuscoli, porto un 36.

Come faccio ad andare lontano con dei piedini simili?

Sento un freddo strano contro le costole.

"Pierché siamo in bagno? No devo fare pipì" rido.

Lui non risponde, mi mette le mani sul sedere e inizia a baciarmi il collo.
Lo lascio fare, non è la prima volta che mi dedica queste attenzioni, alla fine un po' di coccole fanno sempre piacere, soprattutto da ubriachi. Quando però i baci diventano morsi e le mani passano da sopra a sotto la gonna sento un formicolio strano sul retro della nuca. Il mio sesto senso urla "Pericolo".

"Cosa fai?" biascico tentando di mettere distanza tra noi, lui me lo concede solo per togliermi la maglietta.

"Ti sto dando la sorpresa" mi risponde con un tono di voce che non mi piace.

Ho un breve momento di buio. Quando esso passa, lui è in mutande. Un altro momento. Torna la luce e sono senza io.

"Smettila!" sbotto sottovoce senza le forze di gridare davvero, una lacrima mi cola lungo la guancia.

"Taci cazzo" ringhia tenendomi schiacciata contro la parete.

Un terzo momento di buio, più prolungato degli altri due. Un dolore assurdo mi strappa da esso.
Urlo sentendomi sul punto di morire, la mia schiena sbatte continuamente contro le piastrelle del bagno.
Le luci bianche accecanti sul soffitto si intrecciano davanti ai miei occhi ferendoli. Li chiudo, ma questo non mi impedisce di piangere più forte.
Sento troppo male, basta, non lo reggo.

WHO ARE YOU? || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora