𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟑

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❝𝐼𝑡'𝑠 𝘩𝑎𝑟𝑑𝑒𝑟 𝑠𝑡𝑎𝑟𝑡𝑖𝑛𝑔 𝑜𝑣𝑒𝑟𝑇𝘩𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑡𝑜 𝘩𝑎𝑣𝑒 𝑐𝘩𝑎𝑛𝑔𝑒𝑑

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❝𝐼𝑡'𝑠 𝘩𝑎𝑟𝑑𝑒𝑟 𝑠𝑡𝑎𝑟𝑡𝑖𝑛𝑔 𝑜𝑣𝑒𝑟
𝑇𝘩𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑡𝑜 𝘩𝑎𝑣𝑒 𝑐𝘩𝑎𝑛𝑔𝑒𝑑.❞

||𝐿𝑖𝑛𝑘𝑖𝑛 𝑃𝑎𝑟𝑘 - 𝐵𝑙𝑎𝑐𝑘𝑏𝑖𝑟𝑑𝑠||

||𝐿𝑖𝑛𝑘𝑖𝑛 𝑃𝑎𝑟𝑘 - 𝐵𝑙𝑎𝑐𝑘𝑏𝑖𝑟𝑑𝑠||

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Correre la rilassava. La trovava un'ottima valvola di sfogo, il modo perfetto per chiudersi nella sua mente e fare compagnia ai mille pensieri che sfrecciavano da una parte all'altra. Si sedeva nel buio di quello spazio infinito e chiudeva gli occhi, rimanendo in ascolto, tentando di non ignorarli.

In quel momento erano rivolti verso il giorno di scuola appena trascorso. Non era andata male. Alle prove era andata bene ed era riuscita a parlare con alcuni suoi compagni di classe, seppur per merito di Uraraka. Cosa che alle medie, ma anche alle elementari, non era successa.

Sospirò. Lasciarsi quegli anni alle spalle non era facile, e a dirla tutta Ryoko non credeva di esserci riuscita come avrebbe dovuto. Aveva cominciato a nascondere, il che era ben diverso, e il fatto di esserne consapevole non l'aiutava a stare meglio.

È possibile dimenticare il proprio passato? È possibile seppellire i ricordi scomodi e dolorosi? Se lo chiedeva costantemente ma, nonostante i suoi sforzi, arrivava sempre alla stessa risposta negativa. Però vivere facendo finta che non fosse successo era molto meglio che lasciarsi logorare.

Arrivò nei pressi di un parco per avere un po' di pace, visto che le cuffie se le era dimenticate a casa, e si fermò solo quando il corpo iniziò a chiederle una tregua per riprendere fiato.

Alzò lo sguardo verso il cielo, osservando le tenui sfumature rosate che stavano prendendo il controllo dell'orizzonte, alle quali si mischiava un chiaro arancione e un pallido giallo. Non si era resa conto di aver corso tanto, quindi si girò, camminando per tornare a casa.

Dopo qualche minuto un movimento alla sua destra attirò la sua attenzione. Troppo veloce per essere visto e schivato in tempo. Ryoko si preparò all'impatto. Chiuse gli occhi e si coprì il viso con le braccia, quando qualcuno la prese per le spalle e la tirò indietro con uno scatto.

Andò a sbattere contro il petto di quella persona e nell'aprire gli occhi poté vedere in lontananza un uomo scappare da quello che aveva tutta l'aria di essere un eroe. Non si accorse di aver trattenuto il fiato fino a che non lo buttò fuori. Le mani che le stringevano le spalle allentarono la presa.

«Devi stare più attenta, soprattutto quando cammini vicino a dei vicoli come questo» disse una voce maschile, piatta e bassa.

«Si» rispose Ryoko in un sussurro prima di fare un passo in avanti e girarsi verso di lui. Quasi spalancò gli occhi per la sorpresa. In piedi davanti a lei c'era un ragazzo dai capelli bicolore - rossi da una parte, bianchi dall'altra - gli occhi eterocromatici - uno grigio come la nebbia più fitta, l'altro celeste come il riflesso del cielo in uno specchio d'acqua - e con una cicatrice sul volto che le era saltata subito all'occhio quando si era seduta al banco accanto al suo. «Grazie...»

Il ragazzo la guardò senza dire nulla per alcuni secondi, sondandola con il suo sguardo privo di qualsiasi emozione. «Quando torni a casa mettiti un cerotto sulla guancia, hai un graffio.»

«Un graffio?» Si portò una mano sulla guancia e quando la osservò vide sulle dita un po' di sangue. «Probabilmente mentre scappava mi ha colpita... poco prima che tu mi tirassi indietro.»

«Già.» La studiò, come se stesse cercando di ricordare dove l'avesse vista. Mise le mani in tasca quando gli tornò alla mente, e iniziò a camminare allontanandosi da lei. «Beh, ci vediamo domani a scuola.»

«Si, certo, a domani» disse Ryoko, rimanendo ferma sul posto mentre lo guardava allontanarsi.

Freddo. Il suo modo di parlare, il tono, lo sguardo, aveva raggelato l'aria attorno a sé. Mise una mano sul braccio, stringendolo appena. Si era rivista in quel comportamento, aveva rivisto la Ryoko di solo un anno prima, e non poté fare a meno di chiedersi cosa fosse successo a lui per farlo diventare così.

Tornata a casa Aizawa attivò all'istante il suo Quirk. Non tanto per annullarle il potere, ma più per rendersi più autorevole.
«Dove sei stata tutto questo tempo? E come ti sei fatta quel graffio?» Domandò con voce ferma e tesa.

«Ero andata a correre, non mi sono resa conto del tempo.» Si passò una mano tra i capelli neri, lasciando una ciocca dietro l'orecchio. «Poi tornando a casa mentre un villain scappava da un eroe per sbaglio mi ha graffiata. Ma non è niente! Sto bene!» Evitò di nominare il suo compagno di classe. Da quando l'aveva adottata si era comportato come un padre a tutti gli effetti, e anche la preoccupazione nei confronti dei ragazzi era compresa nel pacchetto.

«La prossima volta torna prima e almeno avvertimi che esci.» Rispose, annullando il controllo del Quirk. «E stai più attenta, non voglio che ti succeda qualcosa. Devi ancora imparare molto.»

xxx

La mattinata seguente trascorse senza intoppi. Seguì le lezioni teoriche e segnò nella sua lista mentale i nomi dei professori che le avevano dato una buona prima impressione. E Present Mice era uno di quelli.

A mezzogiorno c'era la pausa pranzo. Ryoko stirò le braccia e si alzò per andare alla mensa. Aveva tutte le intenzioni di sedersi al tavolo con Uraraka, Midoriya e Iida, ma si bloccò quando, una volta a destinazione, i suoi occhi si posarono su una figura seduta ad un tavolo vicino la finestra. Da sola.

La chioma bicolore era chinata sul piatto e tutti gli passavano accanto senza prendere in considerazione l'idea di sedersi al posto vuoto davanti a lui, nemmeno coloro che erano soli e cercavano con sguardi disperati una sedia libera.

Si guardò attorno più volte, si diresse verso il bancone, afferrò il vassoio e riempì il piatto di cibo. Non è bello che mangi da solo. Pensò, avvicinandosi a piccoli passi nella direzione del ragazzo. Sembra così distante e inaccessibile...

«Ei» disse con voce sommessa, fermandosi a pochi centimetri dalla sedia.

Todoroki sollevò lo sguardo su di lei, osservandola con i suoi occhi freddi e indecifrabili. «Ryoko Kouda, giusto?»

«Si, sono io» accennò un sorriso. «Ti dispiace se mi siedo qui?»

Il ragazzo indicò davanti a sé con un cenno del capo. Non disse nulla, però Ryoko capì e non attendendo oltre posò il vassoio sul tavolo, prendendo posto alla sedia vuota.

 Non disse nulla, però Ryoko capì e non attendendo oltre posò il vassoio sul tavolo, prendendo posto alla sedia vuota

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𝑰 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒔𝒂𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖 {𝑻𝒐𝒅𝒐𝒓𝒐𝒌𝒊 𝒙 𝑶𝑪}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora