𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟕

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❝𝐻𝑜 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑑 𝑜𝑠𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑐𝘩𝑒 𝑜𝑟𝑚𝑎𝑖, 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑐𝑢𝑟𝑖𝑜𝑠𝑖𝑡𝑎̀, 𝑙𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑖𝑛 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜

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❝𝐻𝑜 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑑 𝑜𝑠𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑐𝘩𝑒 𝑜𝑟𝑚𝑎𝑖, 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑐𝑢𝑟𝑖𝑜𝑠𝑖𝑡𝑎̀, 𝑙𝑜 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑖𝑛 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜.

||𝑃𝑟𝑒𝑠𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜||

||𝑃𝑟𝑒𝑠𝑎 𝑑𝑎𝑙 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜||

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Non fu come la volta precedente. Quel giorno era stato Todoroki a tirarla. In quel momento, invece, Ryoko era finita contro di lui.

Si ritrovò con le mani strette con forza alle sue spalle e quasi scivolò di nuovo quando se ne allontanò di corsa. «Scusa! Non volevo!»

«Certo che sei proprio sbadata» disse il ragazzo, continuando a spostare lo sguardo ovunque nella mensa.

«Non sono sbadata...» Borbottò, mettendo su un lieve broncio.

Todoroki abbassò gli occhi su di lei. «È già la seconda volta in tre giorni che ti tiro fuori da qualche problema, e mi sei finita addosso poco fa... Non credo ci sia altro da aggiungere.»

«Oh ma sentilo...» Sospirò e si passò una mano tra i capelli. «Comunque, grazie, di nuovo.»

Todoroki fece per rispondere ma la voce di Iida sovrastò le urla e le chiacchiere di tutti. Fermò la fuga di ogni studente spiegando quella che era l'effettiva situazione ai cancelli della Yuuei. In pochi minuti riuscì a tranquillizzare tutti e la calma ricadde nella mensa tanto velocemente come era svanita allo scattare dell'allarme.

«Menomale che ci ha pensato lui, pensavo di essermene accorta solo io.»
«Non sei stata l'unica, sono loro che si sono fatti prendere dal panico per nulla.»

Ryoko studiò la sua espressione, e vi trovò un cenno di fastidio per il caos che si era venuto a creare. «Però non possiamo neanche dargli torto... Pensa se fosse stato qualcosa di grave, sarebbe stata una reazione normale.»

«Vogliono diventare eroi eppure si comportano in questo modo per così poco...»

Abbozzò un sorriso, e non per ciò che le aveva detto, ma per averlo visto rispondere normalmente dopo la sua dichiarazione di volergli diventare amica. Per un momento aveva creduto volesse tentare di evitarla in tutti i modi possibili.

«Sai cosa? Ci serve un po' d'aria fresca. Manca ancora un po' alla fine della pausa pranzo, vieni?»
«Dove?»
«In un posto dove non c'è chiasso» disse, incamminandosi verso l'uscita della mensa, ora libera dalla folla di studenti.

Todoroki non aggiunse nulla, ma sentì i suoi passi dietro di lei, e quello le bastò come risposta.

Camminarono in silenzio e Ryoko fu la prima a parlare quando arrivarono e aprì la porta che dava sul tetto della scuola. «Meglio, no?» Si scostò per farlo passare e lo guardò con un lieve sorriso sul volto.

«Sì... Direi di sì.»

Annuì e si avvicinò al muretto, poggiandoci sopra le braccia e chiudendo gli occhi, permettendo alla leggera brezza di scostarle i capelli dalle guance.

«Perché continui a sorridere?»

Domanda insolita. Ma in qualche modo fatta da Todoroki risultava logica. Non lo aveva mai visto sorridere in quei pochi giorni. L'unica espressione che era riuscita a vedere era quella che voleva mostrare. Seria, fredda, distante e incurante di ciò che lo circondava.

«Perché sto bene qui. C'è una tale calma, mi piace, non c'è nessun motivo per non sorridere.»
«Non ce ne è nemmeno uno per farlo, però.»

Ryoko aprì gli occhi e si lasciò sfuggire una risata. «È un po' come chi vede il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Sono semplici punti di vista.» Si sporse di poco per poter osservare la vita scolastica che scorreva tranquilla sotto di loro. Le sembravano così lontani e irraggiungibili da darle l'impressione di essere in un'altra parte del mondo.

«Però è un bel posto... Se si vuole stare tranquilli» disse Todoroki, appoggiandosi a sua volta.
«Immaginavo sarebbe piaciuto anche a te.»
«Lo immaginavi?»
«Certo! Non mi ci è voluto molto per capire che sicuramente ti piacevano posti del genere, e infatti avevo ragione.»
«Sei una ragazza che osserva molto gli altri, vero?»

Ryoko voltò la testa verso di lui,. «Lo hai notato eh?» Dopo averlo visto annuire aggiunse: «Sei stato il primo a farci caso, quindi questo significa che anche tu osservi bene le persone che ti stanno vicino.»

«Forse, ma non lo faccio di proposito.»
«Io invece in un certo senso non lo faccio di proposito. Sono anche curiosa di conoscere le persone, e guardarle spesso è il miglior modo per capire i loro comportamenti.»

«Perché?» Indugiò qualche instante, prendendosi dei secondi per guardare gli studenti che passeggiavano nel cortile. «Perché sei curiosa di conoscere le persone... Perché vuoi capirle?»

La ragazza allargò per un momento gli occhi, non aspettandosi una domanda del genere. Nessuno si era mai interessato al motivo dietro quel suo comportamento. «Perché nel caso avessero bisogno di aiuto forse potrei fare qualcosa per loro.» Abbassò lo sguardo sulle proprie mani. Per lei, aiutare gli altri era un modo per aiutare anche se stessa.

«Quindi tu osservi le persone per poterle aiutare?»
«Sì, possiamo metterla così, ma è anche per provare a conoscerle meglio.»

Ho passato così tanto tempo solo ad osservare gli altri che ormai, oltre alla mia curiosità, lo faccio in automatico.

Lo aveva fatto anche con quel ragazzo taciturno che ora le stava parlando senza troppi freni. Quel ragazzo che in qualche modo le aveva ricordato come era stata lei in passato, e che andava salvato da qualcosa che si portava sulle spalle e nell'animo da troppo tempo.

Passarono il resto della pausa pranzo in un silenzio piacevole come le piccole folate di vento che accarezzavano le loro pelli. Privo di imbarazzo. E quando tornarono in classe ci misero dei minuti buoni prima di rendersi conto di essere usciti da quella bolla di comodità.

Aizawa arrivò in perfetto orario dopo la fine dell'intervallo, e li informò sulla lezione che avrebbero dovuto affrontare quel pomeriggio.

Un addestramento al salvataggio.

Un addestramento al salvataggio

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𝑰 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒔𝒂𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖 {𝑻𝒐𝒅𝒐𝒓𝒐𝒌𝒊 𝒙 𝑶𝑪}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora