- 𝑰𝑵 𝑹𝑬𝑽𝑰𝑺𝑰𝑶𝑵𝑬
Ryoko Kouda è stata abbandonata quando era solo una bambina. Presa sotto l'ala protettiva di colui che la salvò, cresce sognando di seguire le sue orme.
Decisa a diventare un eroe partecipa al test di ammissione per il lic...
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Uraraka voleva diventare un'eroina per poter aiutare economicamente i suoi genitori.
Il loro pranzo era iniziato sulle file di quell'argomento, di una domanda in particolare: perché volessero diventare degli eroi, cosa li aveva spinti ad intraprendere quel percorso.
Ryoko non pensava di sentire una risposta simile da parte della compagna. Lo trovò altruista da parte sua, e provò anche tristezza al rendersi conto di quanto potesse essere difficoltosa la loro situazione economica se la ragazza si era prefissata quell'obiettivo per fornirgli appoggio e sicurezza.
Lei, d'altra parte, non credeva fosse nobile come le motivazioni di Midoryia e Iida.
«Non è assolutamente vero, non c'è niente di male nel voler aiutare la propria famiglia» intervenne Ryoko, appoggiando ciò che anche i due ragazzi le avevano detto.
Uraraka si limitò a sorridere con un cenno di timidezza e ringraziarli per la comprensione.
«Tu invece perché vuoi diventare un eroe?» Chiese Midoriya guardando in direzione di Ryoko.
«Io? Semplicemente perché mi piace aiutare chi ne ha bisogno.» «Quindi la tua motivazione è simile a quella di Midoriya» constatò Iida incrociando le braccia al petto e annuendo.
Nella conversazione a venire, lei si sentì a suo agio. Si crogiolò nella consapevolezza di poter parlare senza il timore di venir giudicata con pesantezza fino alla fine del pasto, quando si alzò e andò a cercare Todoroki.
Cercare, però, fu una definizione esagerata. Il ragazzo aveva l'abitudine di sedersi sempre allo stesso posto, almeno in quella situazione sapeva dove trovarlo.
Nascose un sorriso quando lo vide, il viso rivolto al vetro della finestra, pensieroso come suo solito. Si avvicinò con cautela e con delicatezza picchiettò sulla sua spalla. «Sono contenta di averti trovato subito» disse, sedendosi davanti a lui.
«Mi pare avessi detto che non sarei dovuto sparire no?» Rispose, spostando l'attenzione su di lei. «E pare proprio tu mi abbia presa alla lettera» ridacchiò, poggiando il mento sul palmo della mano.
