𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟖

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❝𝐸𝑟𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐𝑎, 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐𝘩𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑠𝑎 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑙 𝑣𝑢𝑜𝑡𝑜

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❝𝐸𝑟𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐𝑎, 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐𝘩𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑐𝘩𝑒 𝑠𝑎 𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑙 𝑣𝑢𝑜𝑡𝑜.❞

||𝑃𝑎𝑜𝑙𝑜 𝐺𝑖𝑜𝑟𝑑𝑎𝑛𝑜||

I giorni successivi all'annuncio del festival si rivelarono più faticosi del previsto

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I giorni successivi all'annuncio del festival si rivelarono più faticosi del previsto.

Ryoko non aveva perso tempo, iniziando il duro allenamento con la mente proiettata verso i suoi obiettivi. Oltre al desiderio di diventare più forte e poter fronteggiare i compagni al suo meglio, voleva riuscire ad utilizzare il suo potere il più a lungo possibile, senza ripercussioni. E, proprio per questo motivo, ogni volta cercava di superarne i limiti.

Con Todoroki, invece, andava bene. Con sua sorpresa sembrava stessero riuscendo a legare.

Durante il pranzo Ryoko era solita dividere il suo tempo tra i suoi compagni e il ragazzo dall'aria distante. E in tutti quei giorni non lo aveva sentito lamentarsi, tantomeno mostrarsi infastidito dalla sua presenza. L'aspettava al tavolo da lui occupato con una calma contagiosa, e anche quando lei tardava un po', Todoroki non se ne andava.

A Ryoko aveva dato l'impressione che gli facesse piacere condividere quei momenti di tranquillità con lei, una bolla di spazio che teneva lontano tutto il resto.

Lei provava lo stesso. Parlare con lui, anche se di argomenti che non andavano a toccare le loro sfere personali, la faceva sentire più leggera.

Divenne ben presto un rituale giornaliero. Ogni volta che sopraggiungeva il pranzo, si incontravano al solito tavolo senza il bisogno di avvertirsi.

E qualche volta, Todoroki le aveva riservato alcuni dei suoi piccoli e rari sorrisi.

Ryoko si era ritrovata a pensare che dovesse farne di più. Gli addolciavano il viso, rilassavano i suoi occhi, davano conferme sul fatto che non fosse così freddo come voleva far credere. Un sorriso stravolgeva del tutto l'immagine con cui si era presentato.

Non lo rendevano più socievole e propenso alle chiacchiere, ma erano in grado di mostrare che il suo era un semplice distacco umano, e non gelido di natura. La ragazza era certa che bisognava solo capire come afferrarlo, ed era fiera di se stessa per esserci riuscita. Anche se lui non si sbilanciava mai molto.

xxx

Altro giorno. Altra routine scolastica. Un passo più vicino al festival. Per Ryoko, però, molto più stancante.

Arrivò a scuola con passo trascinato, gli occhi cerchiati dal sonno che reclamavano con tanta forza da pizzicarle se li teneva aperti per troppo tempo.

Si rese conto che forse aveva esagerato con gli allenamenti, dovendo invece dare la priorità anche al riposo.

Che bello quando dico una cosa e ne faccio un'altra. Pensò, la mente stravolta che non ne voleva sapere di ingranare la marcia con la giornata a venire.

Quando raggiunse il suo banco, quasi ci si tuffò sopra, come fosse la sua visione miracolosa. Lasciò cadere la tracolla a terra con un tonfo tremendo e poggiò la testa sul banco, sospirando.

«Che ti succede?»
Strusciò la guancia da un lato, incontrando gli occhi di Todoroki, che la osservavano curiosi.
«Sembri sfinita...» continuò.

La ragazza sospirò. «Lo sono... Forse ho esagerato con gli allenamenti.»
«Ma non mi avevi detto che-»
«Ooh...» si lamentò, nascondendo la testa tra le sue braccia. «Lo so, ho detto che non dobbiamo arrivare al festival esausti.»

Todoroki assottigliò lo sguardo. «E allora perché hai esagerato?»

Ryoko emise un altro lamento, soffocato dalla manica della divisa. «Perché... Beh, cercavo di migliorarmi tentando di superare i miei limiti, non mi sono resa conto di quanto fosse stancante la cosa.» Sbirciò oltre il braccio per esaminare l'espressione del compagno di classe, non trovando alcun mutamento. «Sono incorreggibile!»

«Già, lo sei.»
Ridacchiò al suo commento e lo ringraziò rapida per averglielo confermato.
«Comunque, oggi dovresti riposarti, non sforzarti ancora.»

Si impegnò a tirare su la testa, puntando occhi stanchi e circondati da un lieve sorriso su di lui. «Già avevo in mente di farlo, passerò il resto del pomeriggio a poltrire.»

Dopo averlo visto annuire in accordo, Ryoko si rese conto di quanto la fiacchezza la stesse invadendo. In essa, una pesantezza insopportabile. La mente non più del tutto lucida. Sperò con tutta se stessa di non prendersi la febbre, o peggio. Scosse la testa per scacciare via la seconda opzione, rifiutandosi di pensarci o anche solo valutarne l'idea.

Se si fosse riposata a dovere, non sarebbe accaduto nulla. Devo stare tranquilla... Pensò, in un vano tentativo di placare l'agitazione che le si smuoveva dentro.

Si accorse in un secondo momento dello sguardo strano di Todoroki, fisso sui suoi occhi. Come se avesse visto qualcosa di insolito.
«Perché mi fissi in quel modo?»

L'attenzione del ragazzo sobbalzò appena nell'udire la sua voce. «Niente...» scosse la testa. «Stavo solo pensando.»

Lo osservò senza trovare la vera risposta alla sua domanda. Che abbia visto... Si irrigidì, sollevando il busto e coprendosi il volto con i capelli mentre tirava fuori il telefono e controllava di riflessi gli occhi.

Il verde baluginava in essi insieme alla luce del sole che irradiava la classe. Nulla di diverso dal solito. Che avesse fatto quell'espressione per qualche altro suo pensiero?

xxx

Seguire le lezioni era stato un buco nell'acqua. Non era sicura di aver preso tutti gli appunti, ed era dubbiosa sulla correttezza dei pochi scritti sul quaderno.

Nella prova pomeridiana, però, fu fortunata nel non vedere allenamenti che coinvolgevano i loro poteri. Nonostante ciò, Aizawa si accorse della sua debolezza, e quando ne ebbe l'occasione le si avvicinò, rimproverandola per aver esagerato con gli allenamenti extra scolastici.

Ryoko ne era consapevole. Più volte lui si era raccomandato sul non andare troppo oltre, conscio delle conseguenze.

Si era scusata innumerevoli volte per la sua sconsideratezza, e continuò a rimuginarci per l'intero cammino verso casa.

Scartò l'idea di dedicarsi allo studio, la concentrazione ribelle che non voleva impegnarsi. Gli occhi seguirono presto la direzione sussurrata dalla mente, finendo con il desiderare di chiudersi sul comodo cuscino.

Dovrei riposarmi. Pensò, accigliata. Ma ho una brutta sensazione.

Vagò interminabili minuti per la stanza, divisa tra l'evitare di addormentarsi e il bisogno imminente di ricaricare le energie.

Si torturò le unghie, mordicchiandole e ponderando sul da farsi. Poi, con un pesante sospiro, accantonò ogni scomodo pensiero e si lasciò cadere sul letto.

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𝑰 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒔𝒂𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖 {𝑻𝒐𝒅𝒐𝒓𝒐𝒌𝒊 𝒙 𝑶𝑪}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora