❝𝑃𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑒𝑟𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑡𝑟𝑎 𝑖𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐿𝑢𝑐𝑒 𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑇𝑒𝑛𝑒𝑏𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑐𝑒 𝑡𝑢 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑖.
𝐷𝑜𝑝𝑜𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜, 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑖𝑙 𝑏𝑢𝑖𝑜 𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑣𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑎 𝑐𝑎𝑛𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎𝑟𝑒.❞||𝑆𝘩𝑎𝑑𝑜𝑤𝘩𝑢𝑛𝑡𝑒𝑟𝑠 - 𝐶𝑖𝑡𝑡𝑎̀ 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑔𝑒𝑙𝑖 𝑐𝑎𝑑𝑢𝑡𝑖||
Quella notte, un ragazzo fu colpito da un mal di testa lancinante che lo costrinse ad alzarsi dal letto su cui era disteso. Poggiò le dita sulle tempie in una smorfia di dolore e iniziò a massaggiarle, dapprima con una leggera pressione, poi con più forza.
Maledetti quelli che dicono che così dovrebbe passare! Pensò, sospirando poco dopo e mettendosi in piedi con l'intento di raggiungere il bagno e prendere un'aspirina. Barcollò appena a causa delle fitte e vi mise più tempo del necessario a raggiungere la stanza.
Cercò di fare il meno rumore possibile, volendo evitare di svegliare i genitori. Frugò nelle ante e nei cassetti, poi lo sguardo finì sullo specchio. I muscoli raggelarono, incapaci di muoversi, il mal di testa un improvviso problema che poteva essere rimandato.
I suoi occhi, da verdi, erano diventati rossi. Insieme ad essi, un'ondata di forza lo travolse.
Possibile che... Possibile che la stia utilizzando?
Non riusciva a distogliere lo sguardo, quel cremisi brillante che lo incuriosiva e lo preoccupava. Portò una mano vicino ad essi, facendola ricadere un attimo dopo.
Devo trovarla.
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I primi momenti non furono del tutto chiari. Erano immagini sconnesse, intermittenti, sfocate.
Ryoko stava camminando nella desolazione della notte, la mente annebbiata e mossa da qualcosa di oscuro.
Aveva cercato di resistere. Nel sonno, aveva tentato di non sprofondare nella densa melma d'ossidiana che componeva parte del suo potere. Ci aveva provato fino a sudare una febbre inesistente, e aveva perso.
Ora era la magia nera ad avere le redini. E più si faceva forte più la mente della ragazza perdeva fino all'ultima goccia di lucidità, venendo influenzata dal suo richiamo.
Oscurità era tutto ciò che le circondava lo sguardo, il potere crescente sempre più allettante. Tentò un ultimo sforzo per distaccarsene. Poi qualcuno le afferrò il braccio.
Lenta, voltò la testa. Un ragazzo. Non lo conosceva e non sembrava avere buone intenzioni, a giudicare dalla sua espressione famelica.
«Ti conviene lasciarmi, ragazzino» disse, pacata e minacciosa mentre passava gli occhi da lui alla mano che la teneva.
«Altrimenti?» Provocò, gli occhi bruni che si assottigliavano.
Ryoko accennò un sorriso traversato da ombre. «Non vuoi sapere cosa ti succederà, fidati.»
È uno sciocco? Pensò quando lui, sicuro della sua forza, cercò di spintonarla verso un vicolo.
In un attimo e in un groviglio d'oscurità, il ragazzo si ritrovò attaccato al muro, la mano di lei stretta al collo.
«Non dirmi che non ti avevo avvertito» sussurrò Ryoko avvicinando di poco il viso, mentre dalla mano usciva una nebbiolina nera, simile ad un fumo.
«Lasciami!» Inutili furono i suoi tentativi di evasione. La stretta si fece più ferrea, quella strana scia nera che lo avviluppava provocandogli fitte di dolore.
«Lasciarti? Ma come? Tu non sembravi voler fare la stessa cosa con me... O sbaglio?» Gli occhi le brillavano di un rosso accesso mentre fissava impassibile il terrore sul viso del ragazzo. «Non dovrei lasciarti andare così e basta, non credi?
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Todoroki aveva sfruttato il pomeriggio per allenarsi e scaricare la tensione. E dopo essersi fatto una doccia veloce era uscito per avere la possibilità di stare da solo. Non sempre era possibile all'interno delle mura di casa e spesso si chiedeva come faceva a resistere quando era costretto a rimanerci per l'intera giornata.
Era soffocante, distruttivo, pressante. L'aria esterna una disperata necessità di cui aveva bisogno.
Con le mani in tasca, camminava a passo lento per la strada con lo sguardo perso nel nulla. Pensieroso. Distante. Venne riportato alla realtà quando sentì delle piccole urla.
Che sta succedendo?
Si mosse senza esitare nella direzione da cui continuava a sentirli.
Forse si trattava di un villain? Tutto in quella situazione gli suggeriva di non intromettersi e chiamate un hero esperto, ma le gambe non ne volevano sapere di fermarsi.
Non poteva ignorare. Non poteva rimanere fermo e attendere i rinforzi. Se fossero arrivati tardi?
Avvicinandosi, scorse due figure seminascoste dalle ombre. Non riuscì a vedere l'aggressione in viso. Assottigliò lo sguardo cercando di scavare nel buio che li circondava senza ricavarne nulla.
«Lascialo andare!»«Lasciarlo andare, dici?» Todoroki arrestò di botto il passo, occhi sgranati e bocca socchiusa. «Non credo che qualcuno abbia bisogno di un verme come lui» continuò, indicando con un cenno del capo il ragazzo terrorizzato.
Quella voce. L'aveva riconosciuta, ma non poteva credere di avere davanti la stessa persona gentile e premurosa che conosceva.
È impossibile, non farebbe mai del male a qualcuno.
«Kouda?» Domandò incerto, deglutendo e sperando in una negazione che non arrivò.
Il denso fumo nero si diradò, rivelando Ryoko con il suo largo sorriso e gli occhi scintillanti di un cremisi che paralizzò Todoroki.
Ricordava di averlo visto baluginare nel suo sguardo quella mattina a scuola, ma si era convinto fosse stato frutto della sua immaginazione. E in quel momento... era così diversa che a stento la ricollegava alla sua compagna di classe.
«Mi hai interrotta proprio sul più bello, Todoroki» disse lei con un'occhiata scocciata e un'espressione fin troppo seria in volto.
Capí di essere nei guai.
In una situazione dove avrebbe dovuto salvare sia se stesso che Ryoko, il ragazzo comprese di essere finito in una situazione scomoda.
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𝑰 𝒘𝒊𝒍𝒍 𝒔𝒂𝒗𝒆 𝒚𝒐𝒖 {𝑻𝒐𝒅𝒐𝒓𝒐𝒌𝒊 𝒙 𝑶𝑪}
Fanfiction- 𝑰𝑵 𝑹𝑬𝑽𝑰𝑺𝑰𝑶𝑵𝑬 Ryoko Kouda è stata abbandonata quando era solo una bambina. Presa sotto l'ala protettiva di colui che la salvò, cresce sognando di seguire le sue orme. Decisa a diventare un eroe partecipa al test di ammissione per il lic...