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"Ma che palle!" Sbottò, scostando con forza il mouse da sé.

Stava giocando a Fortnite da ormai un'ora e sin dalla prima partita si era reso conto che quella non era la sua giornata fortunata.

Osservò per un attimo la schermata di gioco, indeciso se provare un'ultima volta o lasciar perdere almeno per un po'.

A decidere fu il suo stomaco, che proprio in quel momento decise di ricordargli che non aveva ancora pranzato, benché fossero già passate le 14.

Si diresse in cucina con passo pesante e, giunto là, aprì la dispensa per cercare qualcosa da mangiare.

"In questa casa non c'è mai niente..." Borbottò contrariato, chiudendo con un tonfo il mobile.

Ripiegò sul frigorifero e, adocchiata la confezione di pollo, decise di farsi un semplice petto alla griglia con pomodorini di contorno.

Preso com'era dalla preparazione, si accorse in ritardo della figura che sostava nei pressi della porta, tanto che trattenne a stento un sobbalzo quando la notò.

"Mi hai fatto prendere un colpo! Da quanto sei là?"

Salvatore sorrise divertito alla sua reazione e rimase silente mentre recuperava una bottiglietta d'acqua.

"Ero lì da poco." Gli rispose infine, dopo aver preso un lungo sorso d'acqua.

Annuì distrattamente e, data una veloce occhiata al pollo, spense la piastra.

"Hai già mangiato?" Chiese dal nulla, impiattando il pollo accanto ai pomodorini.

"Pensavo di ordinare qualcosa più tardi."

Si girò appena per lanciare un'occhiata incredula al ragazzo e, senza chiedere nulla, tornò al frigo per recuperare altro pollo e altri pomodorini.

"Possibile che non riesci a mangiare mai qualcosa di decente?"

Sal alzò gli occhi al cielo e, sedutosi al tavolo, tirò fuori il cellulare.

"Ordino adesso qualcosa, contento?"

"No." Rispose secco e, avvicinatosi al più piccolo, gli sfilò di mano il cellulare.

"Oh! Ridammi il telefono!"

Sorrise furbo e scosse la testa, mentre si allontanava di un paio di passi dal ragazzo.

"Ste, dammi il telefono." Ripeté Salvatore con fermezza, alzandosi dalla sedia per raggiungerlo.

"Se te lo do, ordini cibo da asporto?"

"Sì."

La risposta, breve e decisa, lo contrariò e, scuotendo nuovamente la testa, alzò il braccio, allontanando ulteriormente il cellulare da lui.

"Stai giocando col fuoco, Ste..."

Quelle parole, per quanto sapesse contenessero la verità, gli lanciarono in corpo una scarica di adrenalina e, sorridendo peperino, si allontanò ancora di più dal ragazzo.

Salvatore lo osservò per un attimo con un misto di contrarietà ed incredulità, poi, con passi lenti, gli si avvicinò.

"Mollalo."Sibilò ad un soffio dal suo viso, facendolo rabbrividire per la vicinanza improvvisa.

"Prova a prenderlo." Lo sfidò, sorridendo soddisfatto nel notare la scintilla che illuminava gli occhi del ragazzo.

Osservò con malcelato interesse la lentezza metodica dei movimenti che il ragazzo compiva intorno a lui, come se non fosse sicuro di come procedere.

Il primo tentativo di recupero andò a vuoto e al suo sorriso compiaciuto corrispose una smorfia contrariata del più piccolo.

Anche il secondo ed il terzo tentativo non produssero risultati e il crescente broncio che increspava i lineamenti di Surry lo divertiva ed inteneriva allo stesso tempo, anche se, esternamente, cercava di non mostrare niente.

Al quarto tentativo Sal si alzò sulle punte dei piedi per raggiungere meglio il telefono, ma, così facendo, perse l'equilibrio e cadde sul suo petto con un piccolo urletto.

L'impatto fu così inaspettato che non riuscì a mantenere l'equilibrio e si ritrovò ad indietreggiare fino a che le sue spalle non si scontrarono con la dispensa.

Sentiva il cuore battergli a mille e la vicinanza di Sal, ancora appoggiato sul suo petto, non faceva che peggiorare la situazione, anche se, per quanto avrebbe voluto che il pavimento lo ingoiasse in quel momento, tentò a mantenere una parvenza di calma.

Provò a spostarsi, a mettere un po' di spazio tra loro, ma nella posizione in cui si trovava non poteva muoversi se non l'avesse fatto prima Salvatore.

"Tutto ok?" Chiese cauto, quando il tempo iniziò a passare senza che l'altro si fosse mosso o avesse detto qualcosa.

La sua voce, per quanto lieve, sembrò risvegliare Sal di soprassalto,che, con un movimento brusco, si staccò da lui.

Per qualche attimo rimase immobile per recuperare la calma, poi, preso un profondo respiro, si staccò dalla dispensa e si riavvicinò ai fornelli.

Riaccese la piastra e vi adagiò un altro petto di pollo, mentre, con la coda dell'occhio, osservava l'amico.

Salvatore era fermo in mezzo alla cucina, con la testa un po' china e gli occhi persi su un punto imprecisato del pavimento.

"Tieni." Disse con tono pacato, allungando il cellulare al più piccolo, che si riscosse dai suoi pensieri con un lieve fremito.

"Non c'è bisogno che ordini. Stavo giusto preparando il pranzo. Pollo e pomodori ti piacciono, no?"

Sal annuì e, schiaritosi la gola, lo ringraziò con tono fermo, anche se basso.

Non sapeva se anche Salvatore potesse sentire la strana tensione che lui avvertiva nell'aria o se, quando erano vicini, avesse notato la velocità con cui il suo cuore batteva, ma sperava che il suo sforzo di comportarsi come sempre valesse a qualcosa.

Nei pochi minuti che impiegò ad ultimare il pranzo non si parlarono e,quando porse al più piccolo il suo piatto, non fece nemmeno in tempo a rispondere al suo lieve sorriso di riconoscenza che già era scomparso oltre la porta della cucina.

Sospirò pesantemente e, recuperato il suo pranzo, andò a chiudersi incamera, sperando che, quando si fossero rivisti, il velo di imbarazzo che si era depositato su di loro fosse scomparso.



Salve gente =)

Non ho nulla di particolare da dire se non che sono stanca morta e che se ci sono errori nel capitolo mi scuso tantissimo, ma ora non ho davvero la forza di rileggere attentamente.

Appena rientro in possesso delle mie facoltà mentali, ricontrollerò tutto.

Alla prossima <3

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora