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"Sto disimparando l'italiano, zì." Mugugnò contrariato Sascha, strappandogli una breve risata smorzata.

"Non abbiamo parlato chissà quanto in inglese, noi." Commentò di rimando, poggiando i gomiti sul bancone.

"Sì, vabbè. L'importante è che ci siamo capiti."
Scosse appenala testa e, passatosi una mano tra i capelli, lasciò andare un lento respiro.

Avevano da poco concluso il meeting con i ragazzi dell'agenzia fotografica e, ovviamente, l'intera trattativa si era svolta in inglese.

"Sì, beh... Per fortuna Sal non è nabbo come noi."

Sascha mugugnò il suo assenso e, subito dopo, ringraziò la ragazza che aveva appena portato loro i caffè.

Lui ed il moro si erano infatti alzati da tavola non appena i ragazzi dell'agenzia si erano congedati e avevano raggiunto in breve l'angolo bar del locale per concedersi un caffè rigenerante.

"Stanno ancora a parlottare quei due." Borbottò da sopra il bordo della tazzina, rivolgendo uno sguardo a Salvatore e Giuseppe che, a differenza loro, erano rimasti seduti al tavolo per riordinare i nuovi documenti di lavoro.

"Stacanovisti." Sbuffò con tono quasi risentito Sascha, strappandogli un nuovo sorriso, che venne spezzato da un improvviso sbadiglio.

"Ma è normale avere sonno già alle 2 del pomeriggio?" Chiese, stiracchiandosi un po' nel mentre.

"Dipende." Rispose Sascha, poggiando la tazzina sul piattino.

"Da cosa?"

Il ragazzo si dondolò un po' sui talloni, riservandogli un'occhiata peperina.

"Da cosa hai fatto durante la notte."

Una vampata di calore risalì veloce lungo il suo collo a quell'insinuazione e, per qualche attimo, si ritrovò a corto di parole.

"Non è successo niente." Borbottò dopo un po', buttando giù in un solo colpo l'ultimo sorso di caffè rimastogli.

"Sì, certo. E quel bel succhiotto sul collo di Sal ce l'ho lasciato io."

A quelle parole i suoi occhi scattarono automaticamente verso il più piccolo e, individuata l'ombra scura sotto il suo orecchio, si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto.

"Guardalo come sghignazza tutto soddisfatto!" Lo canzonò Sascha, dandogli una leggera spinta col fianco.

Una lieve risata riverberò nel suo petto e, con il sorriso ben presente sulle labbra, rivolse il dito medio all'amico.

"Non è come pensi."

"Non sai nemmeno cosa sto pensando." Ribatté con finto tono sostenuto.

Alzò un sopracciglio, dedicandogli un'occhiata scettica.

"Lo immagino. Mi basta vedere la faccia pervertita che stai facendo."

Sascha ridacchiò al suo commento.

"Quindi? Nessun particolare piccante da condividere?"

Come unica risposta si limitò a scuotere il capo.

"Però vorresti che ci fosse qualcosa da condividere."

Uno sbuffo d'aria abbandonò celere il suo naso, ma dopo un po' si risolse ad annuire e, con la coda dell'occhio, notò il sorriso sornione che quella risposta aveva provocato nel moro.

"La tua versione inedita da adolescente imbarazzato è esilarante." Lo informò con tono ilare, facendogli riavvertire un lieve calore alla base del collo.

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora