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Erano riusciti ad accordarsi sui punti focali del viaggio in poco meno di un'ora e, per quanto Sascha gli avesse lanciato qualche occhiata peperina, il tutto era passato senza intoppi.

Mentre tutti stavano segnando i punti focali sulle proprie agende, si diresse in cucina per prendersi un bicchiere d'acqua.

Stava tranquillamente bevendo quando, giratosi verso la porta, notò l'amico che lo osservava con un ghignetto stampato in faccia.

"Sascha, no." Borbottò, posando il bicchiere nell'acquaio.

"Dai Ste, è una settimana che eviti il discorso!"

Rimase in silenzio per qualche attimo, durante i quali il viso del ragazzo perse la nota maliziosa che lo aveva accolto.

"Giuro che non faccio commenti idioti." Gli disse, sorridendogli rassicurante.

Si morse il labbro, indeciso, ma dopo qualche altro secondo di silenzio, si lasciò andare ad un sospiro stanco.

"Non lo so, Sa... È che mi fa ancora strano pensare a Surry in quel modo."

Il corvino annuì comprensivo.

"Fammi capire una cosa." Disse con tono basso, stando attento che non arrivasse nessuno degli altri.

"Stiamo parlando solo di una cosa fisica o c'è qualcosa di più?"

Non rispose subito alla domanda.

Nel mese che aveva provato ad evitare Surry si era reso conto che, quella che pensava essere solo un'attrazione passeggera, era in realtà qualcosa di molto più profondo e difficile da ignorare.

In quel breve periodo aveva sentito la mancanza delle più piccole cose del ragazzo, come la sua risata, i suoi commenti sarcastici e, addirittura, dei momenti che condividevano in cucina, quando il più piccolo provava a cucinare qualcosa e, puntualmente, il tentativo si dimostrava fallimentare e non mancava mai di fare quel suo broncio contrariato che tanto lo divertiva e inteneriva allo stesso tempo.

"Tutte e due..." Mormorò con tono quasi riluttante, scuotendosi da quell'attimo di contemplazione.

Sascha non sembrò sorpreso dalle sue parole.

"E cosa hai intenzione di fare?"

"Nulla...?" Rispose retorico, dondolando sul posto.

Iniziava a sentirsi nervoso per quella conversazione prolungata giusto ad un paio di passi dalla persona che voleva non sapesse nulla di tutto ciò.

"Come nulla?!" Esplose Sascha, guardandolo sorpreso e interdetto.

"Sascha, tutto ok?" Chiese Sabrina dopo un attimo, facendo impallidire entrambi.

Si diressero lentamente in salotto, lanciandosi qualche occhiata d'intesa.

"Sì, amore. Stavo solo cercando di convincere Ste ad accompagnarmi a fare la passeggiata con Zack."

Incrociarono le dita, sperando che la bugia passasse inosservata.

"Blavo amole! Portate Zacko a fare i suoi bisognini, tanto non state più facendo nulla."

Annuirono entrambi, lanciandosi un'occhiata sollevata, che, però, fu intercettata da Giuseppe.

"Non è che state macchinando qualcosa, voi due?"

"Ma sempre a pensare male, papà!" Si lamentò Sascha, mentre recuperava guinzaglio e pettorina.

Il più grande li soppesò per qualche secondo, per poi sospirare rassegnato e tornare al suo lavoro.

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora