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Sospirò pesantemente, sistemandosi una bretella dello zaino che gli era scivolata lungo la spalla.

Erano arrivati in Giappone da ormai quasi 2 ore, ma ancora non avevano raggiunto la casa che li avrebbe ospitati durante il loro soggiorno.

Sentiva la forza abbandonare pian piano i suoi muscoli e, per quanto fosse riuscito a dormire un altro po' anche sul volo che li aveva portati da Abu Dhabi a Tokyo, poteva avvertire il sonno appesantirgli le palpebre.

Scosse velocemente la testa, nel tentativo di svegliarsi un po', e si lanciò un'occhiata intorno.

Giuseppe era almeno una ventina di passi avanti a lui ed era totalmente concentrato sullo schermo del cellulare, impegnato a seguire la mappa che li avrebbe portati alla loro casa.

Sascha e Sabrina erano qualche passo dietro al maggiore ed erano assorbiti in una conversazione animata, condita da risate soffocate e leggere spinte giocose.

Sorrise appena a quella scena, intenerito dal comportamento dei suoi amici e, contemporaneamente, cercò di soffocare velocemente la leggera scintilla d'invidia che gli nacque nel petto.

Sbuffò, esasperato dai suoi stessi pensieri e, dopo qualche altro minuto di silenziosa camminata, cercò con lo sguardo Salvatore.

Rimase interdetto quando non lo trovò al suo fianco e, allarmato, si guardò intorno con veloci movimenti della testa.

Lo trovò dietro di lui, a diversi metri di distanza, che camminava con passo lento e trascinato.

"Hey, Sal." Lo richiamò, quando fu a qualche passo da lui.

"Tutto ok?"

Quando il ragazzo alzò la testa per restituirgli lo sguardo, poté notare l'evidente stanchezza del suo viso.

"No..." Borbottò lieve, affiancandosi a lui.

"Sono lì lì per stendermi al lato della strada per riposare un po'..."

Il sorriso che gli incurvò le labbra fu un misto di divertimento e comprensione.

"Se vuoi ti carico in spalla." Propose scherzoso e quando Sal si lasciò andare ad una risata divertita, poté avvertire un calore piacevole diffondersi in tutto il corpo.

"Sì, così poi cadiamo in due."

Gonfiò le guance, punto sul vivo da quelle parole e, afferrata la valigia del più piccolo, accelerò il passo per raggiungere Sascha e Sabrina.

"Sa, tienimi queste." Disse, porgendogli la sua valigia e quella di Sal.

"Ok...?" Rispose stranito, scambiandosi uno sguardo interrogativo con Sabrina, che alzò confusa le spalle.

Sorrise all'amico con riconoscenza e, raggiunto nuovamente Surry, si spostò lo zainetto dalla schiena all'addome.

"Salta su." Disse sicuro, dando le spalle al ragazzo e indicandogli la sua schiena con un gesto eloquente delle mani.

Salvatore lo osservò stupito, spostando lo sguardo dalla sua schiena al suo viso.

"Ma sei serio?" Chiese dopo un po'.

"Dai, mica posso stare piegato così tutto il giorno." Lo esortò, facendosi più vicino a lui.

Sal esitò per qualche altro attimo e, quando stava iniziando a pensare di aver esagerato, sentì le mani del ragazzo adagiarsi sulle sue spalle.

"Se cadiamo a terra, le prendi." Lo avvertì, salendogli in collo con un piccolo salto.

"Ma non eri tu quello che si fidava di me?" Chiese, mentre posizionava le mani nell'incavo delle ginocchia del ragazzo.

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora