"Non mi sento più le dita." Brontolò Salvatore, portandosi le mani davanti alle labbra per soffiarvi sopra.
"Ti avevo detto di metterti i guanti."
Un sospiro prolungato abbandonò le labbra del minore.
"L'avrei fatto." Disse calmo, adocchiando cauto la strada prima di attraversare.
"Se ne avessi avuto un paio."
Lanciò un'occhiata stupita verso il ragazzo.
"Come non hai un paio di guanti? E quelli che mettevi sempre l'anno scorso?"
"Rotti." Ribatté laconico.
"Oh." Mormorò sorpreso e, lanciata un'occhiata verso le mani del ragazzo, si mordicchiò il labbro.
Le sue dita avevano assunto uno spiccato colorito rosso ed erano scosse da evidenti tremori.
"Non fare quella faccia, Ste." Lo riprese con tono leggero Salvatore, dandogli una piccola spinta col fianco.
"Siamo quasi arrivati da Sascha. Non credo perderò delle falangi."
Sbuffò una mezza risata alle parole del più piccolo e, dopo aver lanciato un'occhiata attenta attorno a loro, si sporse verso di lui per lasciargli un fugace bacio su una guancia.
"Lo so." Sospirò, allontanandosi malvolentieri.
"Ma non posso fare a meno di preoccuparmi per te."
Il sorriso di timida contentezza che incurvò le labbra di Sal gli scaldò il cuore e dovette trattenersi per non baciarlo lì, in mezzo alla strada, fregandosene di eventuali astanti.
Quando, finalmente, raggiunsero la casa di Sascha e Sabrina si affrettò a suonare il campanello e, entrati nell'androne, si girò subito verso il ragazzo.
"Vieni qui." Borbottò preoccupato, afferrando le sue mani e iniziando a sfregarle gentilmente tra le sue per farle riscaldare più velocemente.
"Hai finito, mamma?" Lo punzecchiò Sal.
Sorrise al tono del ragazzo e, scossa in diniego la testa, si avvicinò lentamente a lui, fino a che non unì le loro labbra in un bacio lento e morbido.
"Adesso ho finito." Sospirò non appena si separarono e sorrise nel vedere le guance di Sal colorarsi di un tenue rosa.
"Andiamo." Lo esortò e, intrecciate le loro dita, si avviarono su per le rampe di scale.
"Eccovi!" Li accolse entusiasta Sabrina non appena approdarono sul pianerottolo.
"Siete in perfetto orario, come è possibile?"
Sbuffò appena dal naso, divertito.
"La mia agenda personale si è ricordata di vivere con un ritardatario cronico."
"La tua che?" Chiese Giuseppe, facendo capolino dall'arco della cucina.
"Piacere, sono la sua agenda personale." Sbuffò Salvatore tra lo scocciato ed il divertito, sventolando una mano a mo' di saluto.
Sabrina e Giuseppe scossero appena la testa, ridacchiando sottovoce.
"Sono felice che siate arrivati in orario. Il posto dove ho ordinato le pizze per stasera è in carenza di driver e ho accettato di andare a prendere l'ordine di persona, visto che è qui vicino. Però ho bisogno che qualcuno venga con me, non ce la faccio a portare tutto da sola."
"E non potevate andarci tu e Giuse?" Chiese Sal, mentre appendeva la giacca all'attaccapanni.
"No, perché Sascha è impegnato e non può allontanarsi dal computer. Se foste arrivati mentre noi eravamo via, sareste rimasti fuori al freddo."
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Inaspettato |Salvefano|
FanfictionSi vive per anni accanto a un essere umano, senza vederlo. Un giorno ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo non si sa perché, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga tra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipita...