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"Dieci. Ore. Di volo." Scandì solenne, inquadrando con la fotocamera l'interno dell'aeroporto di Abu Dhabi.

"E siamo solo a metà viaggio."

Sospirò pesantemente e, lasciatosi scivolare lungo il divanetto, girò l'obiettivo verso di sé.

"Siamo atterrati neanche mezz'ora fa e dobbiamo fare scalo qui per non so quante ore prima di poterci imbarcare su un altro volo di sei ore che ci riporterà a casa."

Ultimò la frase con un grande sbadiglio.

Per quanto avesse sonnecchiato durante il volo, sentiva la stanchezza del viaggio premere fastidiosamente sulle sue spalle ed il fatto di non avere nessuno con cui parlare non lo aiutava a mantenere la mente lucida.

Appena erano sbarcati, infatti, aveva assistito con impotenza all'esodo dei suoi amici verso il bagno, l'area ristoro o il bancone informazioni.

"Sto morendo di sonno, raga. Se non arriva nessuno nei prossimi quindici secondi a mantenermi sveglio, svengo qui in mezzo all'aeroporto." Brontolò contrariato.

Passò i minuti successivi a parlare alla telecamera, aggiornando i suoi iscritti sul canale e sul loro viaggio, ma non appena notò Salvatore in lontananza si zittì, illuminandosi in volto.

"Hey, Sal!" Lo richiamò, sventolando una mano per rendersi più visibile.

"Non sono ancora tornati gli altri?" Gli chiese il minore, non appena lo ebbe raggiunto vicino al divanetto.

"Direi di no." Sbuffò, impugnando la fotocamera con una sola mano per poter usare l'altra per indicare con un gesto eloquente i posti vuoti attorno a sé.

"Tu, piuttosto. Dove eri scappato? Confessa."

Salvatore si sedette accanto a lui e, lanciata un'occhiata alla telecamera, sospirò appena.

"In bagno. E poi al bar." Rispose con tono piatto, per poi allungare verso di lui una tazza di cartone che non aveva notato.

"Tieni, così magari ti togli quell'espressione da zombie."

Afferrò il contenitore e, avvicinatolo al viso, poté avvertire l'aroma del caffè invadergli le narici.

"Ragazzi, Surry ha fatto un gesto carino senza che venisse obbligato. Dite che il mondo sta per finire?" Commentò a beneficio di camera e, notato il dito medio che Sal alzò verso di lui, si lasciò andare ad una breve risata.

Spense la registrazione e, liberatosi le mani, afferrò il più piccolo per i fianchi e lo avvicinò a sé.

"Il mio principino dolce." Soffiò tra il divertito ed il tenero, affondando il viso nell'incavo del collo di Sal, che rabbrividì appena a quel contatto.

"Prima o poi ti arriva un pugno, Ste."

"Aspetto trepidante quel momento." Ribatté tranquillo, lasciando un bacio appena sotto l'orecchio del ragazzo che, dopo aver tentato con poca convinzione di liberarsi dalla sua presa, si lasciò andare completamente contro di lui.

Sorrise al comportamento contraddittorio di Sal.

Lo faceva divertire e, al tempo stesso, lo riempiva di uno strano orgoglio sapere di essere un'eccezione al carattere solitamente chiuso del ragazzo.

Strinse maggiormente un braccio attorno ai fianchi di Sal, mentre con l'altro recuperò il caffè che aveva abbandonato sul tavolino di fronte a loro.

"Ti sei ricordato come lo prendo." Constatò sorpreso, dopo aver mandato giù un sorso.

Sal si girò appena nella sua presa e, lanciata un'occhiata alla tazza che stringeva in mano, alzò con fare noncurante le spalle.

"Non è che ci voglia molto a ricordarsi di due cucchiaini di zucchero,eh."

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora