Si sistemò meglio contro lo schienale nel tentativo di allungare le gambe per qualche secondo, in modo da liberarsi della fastidiosa sensazione di formicolio che le aveva invase.
Erano in volo da circa 3 ore e ne sarebbero servite altrettante per atterrare ad Abu Dhabi, dove avrebbero dovuto fare scalo per almeno 2 ore, prima di imbarcarsi sul volo diretto a Tokyo.
Fu invaso dallo sconforto al pensiero di non essere nemmeno vicino alla metà del loro viaggio, tanto che non riuscì a trattenere un pesante sospiro.
"Ste... ?"
La voce di Sascha, bassa e impastata dal sonno, attirò la sua attenzione, spingendolo a girare la testa verso destra.
"Perché non stai dormendo? Non hai sonno?"
"Magari..." Sospirò, stropicciandosi un occhio arrossato.
"Non so perché, ma non riesco a dormire."
Il corvino annuì pacatamente e, lasciatosi andare ad un grande sbadiglio, si sistemò meglio sul sedile per poterlo guardare senza contorcersi troppo.
"Soliti pensieri per la testa?" Chiese, lanciando una veloce occhiata oltre la sua spalla.
Si girò di riflesso e adocchiò Salvatore, che dormiva rannicchiato sul sedile accanto al suo.
Sorrise lieve a quella scena e, d'istinto, passò le dita tra le ciocche scomposte del più piccolo, che ritirò prontamente quando Giuseppe, nel sonno, sbuffò abbastanza forte da farlo sobbalzare.
"No, non è per quello." Rispose con tono basso dopo qualche secondo, girandosi nuovamente verso Sascha.
Il ragazzo lo stava osservando con occhi attenti e, sotto quello scrutinio, sentì il peso del gesto che aveva appena compiuto.
"Quando hai intenzione di dirglielo?" Gli chiese dopo un po', mentre recuperava la bottiglietta dell'acqua che si era andata ad incastrare tra il suo sedile e quello di Sabrina.
"Chi ti dice che non glielo abbia già detto?" Chiese di rimando, cercando di mostrarsi spavaldo.
"Sì, certo. Ed io ho gli occhi verdi."
Il commento del ragazzo gli strappò uno sbuffo divertito.
"Beh, in effetti visti con una certa luce..."
"Ma smettila, cretino." Lo brontolò con un sorriso Sascha, dandogli una leggera spinta e facendolo desistere dal suo intento di non ridere.
"Ok, ok. Non gliel'ho detto. Ma non credo che questo sia il momento migliore per parlarne."
Lanciò un'occhiata cauta verso il più piccolo, ancora perso nel mondo dei sogni, per poi tornare ad osservare il corvino con un'occhiata d'intesa.
Sascha annuì il suo assenso e, alzatosi dal suo posto con attenzione per non svegliare la sua ragazza, gli fece segno di seguirlo.
"Oh, dove vuoi andare? Guarda che non si può scendere dall'aereo, eh."
"Peccato, avevo voglia di un po' di venticello." Rispose il corvino col suo solito tono scherzoso.
Si fermarono nella piccola area davanti al bagno, dove, fortunatamente, non c'era nessuno.
"E adesso che siamo qui?" Chiese, poggiando la schiena vicino alla porta del bagno.
"Adesso che siamo qui mi dici se hai almeno pensato a quello che ti ho detto l'ultima volta che ci siamo visti." Lo incalzò Sascha, poggiandosi contro la parete opposta.
Sospirò pesantemente, lasciando cadere la testa all'indietro con un tonfo sordo.
"Sì, ci ho pensato." Rispose semplicemente, senza spostare lo sguardo dal soffitto bianco.
"E... ?" Lo esortò il ragazzo, dandogli un leggero calcetto ad un piede.
"E non capisco come mai sei così interessato alla cosa." Rispose secco, lasciando che la punta di imbarazzo che provava ogni volta che quel discorso veniva menzionato al di fuori della sicurezza dei suoi pensieri intaccasse la sua calma.
"Mi interessa perché siete miei amici." Rispose subito Sascha, facendolo sentire un po' in colpa.
Puntati gli occhi sul ragazzo, però, si accorse che lo osservava con uno sguardo fin troppo peperino per essere totalmente in buona fede.
"Sputa il rospo, Sa."
Sascha provò a trattenere il sorriso mordendosi le labbra, ma resistette per una manciata scarsa di secondi.
"Ma niente, penso solo che sareste super carini insieme."
Alzò scettico un sopracciglio e, osservato per qualche altro attimo il ragazzo, si lasciò andare ad un lungo sospiro.
"Sì, certo. Come minimo stai pensando a tutte le battutacce che avresti la possibilità di fare."
"Oh, ma non c'è gusto con te. Mi conosci troppo bene!"
Cercarono di trattenere come poterono la breve risata che li scosse per non richiamare troppo l'attenzione su di loro.
"Non mi hai ancora risposto." Gli fece notare il ragazzo, non appena le spalle smisero di tremargli per le risate trattenute.
"Sì, ci ho pensato." Sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
"E prima che tu me lo chieda: sì, ho smesso di farmi mille pare mentali al riguardo."
"E bravo il mio Stefanino che fa progressi." Chiosò il corvino, sporgendosi verso di lui per lasciargli un buffetto scherzoso su una guancia.
Alzò gli occhi al cielo al gesto del maggiore, scuotendo la testa con divertita esasperazione.
"Comunque ho deciso che mi darò una possibilità. Ci darò una possibilità. Voglio sperare che qualcosa tra noi sia possibile..."
Era la prima volta che pronunciava quelle parole ad alta voce e, per quanto nuove e piene di incognite, gli dettero una scarica piacevole che corse veloce giù per la sua schiena.
Sascha lo osservò per un lungo attimo con un sorriso soddisfatto.
"Beh, è un inizio." Commentò leggero e, staccatosi dal muro con una leggera spinta, si incamminò verso i loro posti.
Seguì silenziosamente il ragazzo e, sedutosi al suo posto, si accomodò in modo da stare il più comodo possibile.
Dopo quella chiacchierata con Sascha si sentiva in qualche modo più leggero, come se ammettere quello che fino a quel momento aveva solo pensato gli avesse tolto un grosso peso dalle spalle.
Si girò verso il ragazzo con l'intento di ringraziarlo, ma un improvviso peso sulla spalla sinistra lo fece sobbalzare appena e, spostato lo sguardo in quella direzione, notò che Surry era scivolato lungo il sedile e stava ora riposando con la testa poggiata sulla sua spalla.
"Visto? Super carini." Chiosò Sascha da sopra la sua spalla, lanciandogli un sorrisino malizioso.
"Stai zitto, coglione." Lo rimbrottò imbarazzato e, ignorando caparbiamente i risolini del corvino, si lasciò scivolare anche lui lungo il sedile per poter poggiare comodamente la testa contro quella del più piccolo e, finalmente rilassato, lasciò che la stanchezza lo trascinasse lentamente nell'oblio del sonno.
Io e gli orari decenti viviamo su due piani esistenziali differenti...
Sono le 1:10 di notte e io, armata della mia insonnia, ho deciso di pubblicare... Tutto nella norma, mi dicono xD
Adesso vado a letto come le persone normali, ma prima vi voglio ringraziare per le letture costanti e le stelline che lasciate a questa storia: mi fanno davvero piacere e mi rendono ancor più piacevole la scrittura =)
Alla prossima <3
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Inaspettato |Salvefano|
Fiksi PenggemarSi vive per anni accanto a un essere umano, senza vederlo. Un giorno ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo non si sa perché, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga tra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipita...