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L'allegro chiacchiericcio che animava il locale fu sopraffatto da un tuono che, improvviso, risuonò nell'aria e spezzò per un attimo la calma.

Era sin dalla prime ore del pomeriggio che il cielo era stato oscurato da una spessa coltre di nubi scure, che aveva fatto precipitare la città in un'atmosfera tetra e triste.

La pioggia, tuttavia, aveva iniziato a cadere fitta e insistente solo verso le 11 di sera, sorprendendoli nel percorso che li aveva portati nel ramen bar in cui avevano deciso di consumare la cena di quella sera.

Un secondo tuono, ancor più forte del primo, riverberò tra le pareti del piccolo locale, scuotendo nuovamente l'intero gruppo.

"Ma possibile che debba piovere anche oggi?" Si lamentò Sascha, lanciando un'occhiata astiosa alla vetrina da cui si poteva scorgere l'asfalto battuto dallo scrosciante temporale.

"Che vuoi, Sa. È autunno, è normale che piova." Borbottò di rimando Giuseppe, mentre litigava con le bacchette per riuscire a recuperare una fettina di carne dalla sua terrina.

"Ne ero a conoscenza, papone." Borbottò Sascha, rimarcando volutamente il nomignolo.

"È che si sta alzando anche il vento e non vorrei tornare a casa volando, tutto qui."

Il commento del ragazzo spinse lui e gli altri a girarsi verso la vetrina del locale e, dopo qualche secondo di attenta osservazione, si rese conto che il corvino aveva ragione.

L'asfalto, ormai diventato uno specchio nero grazie alla luce dei lampioni che ne illuminavano la superficie fradicia, dava modo di distinguere le ondate di pioggia che seguivano le periodiche folate di vento che battevano la via.

"Penso che dovremmo tonare a casa, appena finito." Commentò sovrappensiero Sabrina, sussultando appena al rimbombo di un nuovo tuono.

Annuì distrattamente alle parole della ragazza e, dopo un'altra fugace occhiata verso la vetrina, tornò a concentrarsi su quel che restava del suo ramen.

Rialzò la testa solo quando sentì la sedia accanto alla sua, occupata da Salvatore, strisciare lievemente contro il pavimento.

"Dove scappi?" Chiese curioso, incrociando lo sguardo con quello del ragazzo.

"Vado a pagare il conto, così ottimizziamo i tempi." Gli disse di rimando, indicando con un gesto esplicativo il suo piatto vuoto.

"Aspetta, Sal. Ti diamo la nostra parte." Provò a fermarlo Giuseppe, ma Salvatore scosse la testa e, senza nemmeno girarsi, alzò un braccio e ruotò la mano, ad indicare che ne avrebbero riparlato in seguito.

Fece passare un paio di secondi prima di riprendere a mangiare il suo ramen, ma questa volta non abbassò la testa, preferendo continuare ad osservare la figura del più piccolo che si dirigeva verso la cassa.

"Guarda come lo tiene d'occhio..." Commentò con tono basso e cospiratorio Sabrina, facendolo distogliere per un attimo dalla sua contemplazione.

"Magari ha paura che se la svigni." Ponderò Sascha con tono simile a quello della sua ragazza.

"O che glielo rubino." Si aggiunse Giuseppe, con un sorrisetto stampato sulle labbra.

"Oh, sentite un po' voi tre. Che ne dite di fare il gioco del silenzio, eh?" Ribatté piccato, degnandoli di un fugace sguardo.

"Mmm, secondo me è lui quello possessivo della coppia." Continuò Sabrina, ignorando a bella posta il suo ammonimento.

"Beh, in fondo sta con lo stupido sexy Surry."

Un lungo sospiro esasperato vibrò rumoroso nel suo petto e, cercando di ignorare al meglio i commenti divertiti degli amici, tornò a concentrarsi su Sal che stava chiacchierando con la ragazza alla cassa e, per il tempo che ci stava impiegando, era certo che non stessero semplicemente parlando del conto.

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora