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Nel leggero dormiveglia che teneva in ostaggio i suoi sensi avvertì dei leggeri spostamenti sul materasso, che lo portarono ad emettere un borbottio infastidito.

Un risolino tenue arrivò alle sue orecchie, ma presto sia quel suono che i movimenti sul letto cessarono, lasciandolo tornare al suo confortevole limbo tra sonno e veglia.

Si godette quella ritrovata pace con piacere, fino a che non avvertì nuovamente un movimento sul materasso e, subito dopo, il calore di una mano che si adagiava delicata su un suo braccio, strappandogli un nuovo mugugno.

Non aveva voglia di alzarsi, non aveva nemmeno voglia di aprire gli occhi, ma la mano sul suo braccio iniziò a compiere una lenta carezza che lo spinse a socchiudere leggermente un occhio.

"Ste." Lo richiamò Salvatore con tono basso, spezzando il silenzio che fino a quel momento aveva riempito la stanza.

"Lasciami dormire..." Brontolò con tono impastato, cercando di affondare il più possibile il viso nel cuscino.

Sentì il ragazzo ridacchiare e, per quanto intontito dal sonno, non poté fare a meno di sorridere lui stesso.

"Dai, Ste." Provò ancora, ma non mosse nemmeno un muscolo e sorrise nel sentire lo sbuffo contrariato che la sua testardaggine aveva scaturito nel più piccolo.

Per lunghi istanti tutto tacque, tanto che pensò di essere riuscito a far demordere il ragazzo.

Proprio quando stava per riappisolarsi, però, sentì la mano che ancora sostava sul suo braccio spostarsi con una fluida carezza verso l'alto e, giunta alla base del collo, iniziare a massaggiare cautamente quella zona.

"Stai cercando di corrompermi per caso?" Chiese con tono flebile, reprimendo a stento un mugolio di apprezzamento.

"Dipende. Sta funzionando?"

Uno sbuffo divertito abbandonò le sue labbra e, dopo qualche altro secondo di stallo, si decise a voltarsi completamente verso il ragazzo.

"'giorno." Mormorò dolce, non appena i loro occhi si incontrarono.

"Buongiorno, ghiro." Rispose Sal, dedicandogli un tenue sorriso.

"È da mezz'ora che cerco di svegliarti. Ce la fai ad alzarti o devo chiamare rinforzi?"

"Esagerato..." Borbottò, mentre si passava le mani sul viso per cercare di eliminare la patina di sonno che si sentiva addosso.

"Magari se mi portassi un caffè mi sveglierei prima." Brontolò giocoso per poi lasciarsi andare ad un lungo sbadiglio.

"Un caffè?" Ripeté confuso Salvatore, interrompendo per un attimo le sue carezze e osservandolo con un'occhiata curiosa.

"Sai quella roba liquida marrone scuro? Con aroma e gusto forti?"

Il ragazzo si aprì in un sorriso divertito, mentre annuiva lievemente in risposta alle sue parole.

"Ecco, se tu me lo portassi a letto..." Suggerì con tono fintamente vago.

"Perché non ti alzi e te lo fai da solo?" Ribatté prontamente l'altro, riservandogli un'espressione tra l'altezzoso ed il divertito.

"Non sei affatto dolce." Si lamentò, mettendo su un finto broncio.

"Mai detto di esserlo."

La serietà con cui Sal gli dette quella risposta lo fece ridacchiare per un po'.

"Ma se con me lo sei sempre."

A quelle parole il più piccolo lo osservò più intensamente, come se volesse fargli ritirare quello che aveva appena detto con la sola forza dello sguardo.

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora