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"Siamo sicuri che questi siano tutti i documenti che ci servono?" Chiese Giuseppe mentre sfogliava con occhio critico il plico di fogli che avevano appena finito di riordinare.

"Non è che ne abbiamo dimenticato qualcuno a giro come l'ultima volta?"

Un sospiro generale si alzò nella stanza.

Era da ormai due ore che lui e gli altri si erano incontrati nell'ufficio della loro agenzia per fare il punto della situazione sulle spese che avevano affrontato durante il mese ed un pungolo di stanchezza mista a noia stava iniziando a farsi strada in tutti loro.

"Siamo stati attenti, Giuse." Sospirò Sascha, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia e, portate le mani sul viso, si stropicciò a lungo gli occhi.

"Non è una risposta." Borbottò il maggiore, continuando a visionare foglio per foglio.

"Hai controllato tre volte." Si intromise Salvatore.

"E ho ricontrollato tutto due volte anche io. Mi stupirei se fossimo riusciti a dimenticare qualcosa."

Giuseppe annuì appena e, dopo un'ultima occhiata ai fogli, lasciò tutto sulla scrivania con un gran sospiro.

"La parte burocratica di questo lavoro è una croce."

La stanza si riempì per un attimo dei loro mugolii di assenso.

"Raga, s'è fatta 'na certa. Che ci ordiniamo?" Domandò Sascha, riportandosi composto sulla sedia.

"Dobbiamo ancora parlare di come organizzare i canali durante la pausa natalizia."

Si lasciò sfuggire uno sbuffo alle parole di Giuseppe e, contemporaneamente, Sascha si lasciò andare ad un lungo gorgoglio contrariato.

Per quanto fosse consapevole che il maggiore aveva ragione, iniziava anche ad avere fame ed il pensiero di continuare quella riunione a stomaco vuoto gli strappò un sospiro afflitto.

"Possiamo tranquillamente parlarne mentre mangiamo."

Si girarono tutti verso Salvatore che, sotto l'improvvisa attenzione, iniziò a dondolare da un piede all'altro con evidente disagio.

"Ho detto qualcosa di strano?" Chiese, lanciando un'occhiata ai loro amici, per poi girarsi verso di lui con un'espressione interrogativa.

"No, no." Si affrettò a rassicurarlo Sascha.

"È solo che non ci aspettavamo che avresti appoggiato la mia proposta."

Salvatore scosse la testa e, sbuffando un po', si alzò dalla sedia per sgranchirsi le gambe.

"Si da il caso che ho fame." Li informò e, allungata una mano sul tavolo, si appropriò del cellulare del corvino.

"E tocca a te offrire."

"Cosa?!" Esclamò Sascha, facendolo ridere di gusto.

"Ha ragione." Concordò Giuseppe.

"Ho perso il conto delle volte in cui abbiamo pagato tutto o io o Surry. Ste forse forse un paio di volte."

"In effetti non ricordo l'ultima volta in cui hai offerto te, Sascholo." Aggiunse divertito e, al dito medio del ragazzo, si lasciò andare aduna breve risata.

"Fratello traditore." Borbottò risentito Sascha.

"Ho capito, stasera dilapidiamo il mio conto. Su, cosa preferite mangiare?"

Il silenzio avvolse per qualche attimo la stanza.

"Beh, che ne dite di-"

"Non ci provare." Lo redarguì Salvatore, bloccandolo in modo repentino.

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora