"Ehi, nano! Sono qui!"
La voce di Elisa sovrastò per un attimo il chiacchiericcio animato delle persone che affollavano la stazione, riuscendo ad attirare la sua attenzione e spingendolo a voltarsi di scatto all'indietro.
"Eli!" esclamò gioviale mentre la raggiungeva con rapide falcate e, lasciata la presa sul manico del trolley, la avvolse in un abbraccio stretto.
"Oh mamma, che è tutto questo affetto?" ridacchiò la ragazza, ricambiando con calore il suo gesto.
"Non ci vediamo da mesi." si giustificò, stringendo un po' di più la presa, per poi lasciarla andare.
La ragazza gli rivolse un sorriso dolce e, allungata una mano, gli sfilò la tracolla del computer e se la posizionò su una spalla.
"Dai, prendi il trolley e andiamo. Ho dovuto lasciare la macchina in seconda fila."
Ridacchiò al tono scocciato della sorella e, afferrato nuovamente il suo bagaglio, si affrettò a seguirla fuori dalla stazione, ricambiando allegro il saluto di un paio di ragazzi che gli passarono accanto.
"Non ho ancora fatto l'abitudine a vedere dei perfetti sconosciuti salutarti come se ti conoscessero." sospirò Elisa mentre posava la tracolla sul sedile posteriore della sua auto.
"Non è male. È come avere degli amici in tutta Italia."
La ragazza sbuffò una mezza risata e lo aiutò a mettere il trolley nel bagagliaio.
"Andiamo a posare le tue cose a casa? O facciamo colazione da qualche parte?"
"Mmm..." mugolò pensieroso, soppesando le due alternative.
Da una parte avrebbe voluto passare prima a casa per salutare i suoi nonni e liberarsi dell'ingombro dei bagagli, ma dall'altra voleva parlare con sua sorella e togliersi al più presto il peso che gli aleggiava sul petto.
A decidere fu il suo stomaco, che lanciò una protesta sonora per la prolungata mancanza di cibo.
"Ho capito, andiamo al nostro solito bar." ridacchiò Elisa, mettendo in moto la macchina.
"È meglio, sì. Stamani ho fatto tutto di corsa e non sono riuscito a prendermi manco un caffè."
"Hai un dono speciale per rimandare tutto all'ultimo secondo." commentò divertita mentre si immetteva nel traffico fiorentino.
"Inizio a pensarlo davvero, ma fintanto che riesco comunque a fare tutto mi va ancora bene."
Elisa sbuffò lievemente dal naso, ma non aggiunse altro e per il resto del viaggio rimasero in silenzio, litigando ogni tanto con i tasti della radio per cambiare stazione.
"Cosa c'hanno da fa' tutti, stamani? Non c'è un posto a pagarlo..." borbottò Elisa dopo svariato tempo, mentre procedeva lentamente per la via limitrofa al bar in cerca di un posto per l'auto.
Un sorriso divertito gli stuzzicò le labbra a quel commento, ma provvide a camuffarlo quando sentì gli occhi della sorella posarsi su di lui.
"C'è un posto!" esultò la ragazza dopo qualche altro minuto di giri a vuoto e, inserita la freccia, si affrettò a parcheggiare.
"Giuro che lascio la macchina qua per tutto il giorno." sospirò convinta, mentre si avviavano lungo il breve tragitto che li separava dal bar.
"E al lavoro non ci vai?" le chiese scherzoso, ridacchiando dell'espressione contrariata che si dipinse sul volto della sorella.
"Se non fosse dall'altro lato della città, ci andrei a piedi. Giuro."
Si morse le labbra per contenere la risata che gli solleticava il petto e, per distrarsi, osservò con interesse la selezione di leccornie dolci e salate che il bar offriva.
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Inaspettato |Salvefano|
FanfictionSi vive per anni accanto a un essere umano, senza vederlo. Un giorno ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo non si sa perché, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga tra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipita...