"Ma non potevamo andare in un posto più tranquillo?" Chiese Giuseppe, sforzando la voce per sovrastare la musica che rimbombava nel locale.
"Non fare il vecchio, Giuse!" Lo riprese bonariamente Sascha, mentre gli avvolgeva le spalle con un braccio.
"È la nostra ultima sera in Giappone. Dobbiamo andarcene col botto!"
Giuseppe sospirò mestamente e, con un sorriso rassegnato, accettò il bicchiere che gli stava porgendo il moro.
Scosse la testa, sorridendo alla scena.
Era sin dalla mattina che quel battibecco andava avanti tra i due ragazzi e, per quanto alla fine fosse stato lo stesso Giuseppe a dare ragione a Sascha, sembrava che l'atmosfera caotica che li circondava avesse riacceso un pizzico di contrarietà nel maggiore.
Si lasciò andare ad un breve sospiro e, preso un sorso dal suo drink, si lanciò un'occhiata curiosa attorno.
Il locale era piuttosto affollato e la musica alta, unita alle luci intermittenti e al drink, contribuivano a trasmettergli uno strano senso di smarrimento.
"Dai ragazzi, andiamo a ballare!" Li esortò Sabrina con entusiasmo mal contenuto e, afferrato Giuseppe per un braccio, iniziò a dirigersi verso il centro del locale.
"Daje ragaaa!" Esclamò ugualmente esaltato Sascha, seguendo la sua ragazza e l'amico nella folla.
"Quei due sono sempre esagitati..." Sbuffò divertito Sal, sorseggiando con calma il suo drink.
"Beh, è il loro fascino."
Sal annuì alla sua osservazione e, per qualche attimo, rimase in silenziosa contemplazione dei loro amici che ballavano tutti insieme.
"Li raggiungiamo anche noi?" Chiese d'un tratto.
"Sì, dai. Sistemo meglio il cellulare e andiamo."
Infilò la mano libera nella tasca destra dei jeans, trovandola inaspettatamente vuota.
Corrugò la fronte, confuso, mentre tastava le altre tasche.
"Ma dove cavolo è..." Borbottò, continuando a frugare nei pantaloni e nella felpa.
"Che succede?"
Alzò gli occhi su Sal, incrociando lo sguardo curioso che gli stava rivolgendo.
"Non trovo più il cellulare."
"Sei il solito." Commentò divertito il minore, che, alla sua linguaccia, si lasciò andare ad una breve risata.
"Magari te lo sei dimenticato nel giubbotto." Ponderò con la voce ancora incrinata dallo sprazzo di ilarità.
"Oh... Può essere." Concordò, calmandosi in minima parte.
"Vado un attimo al guardaroba. Magari, nel frattempo, tieni d'occhio gli altri. Così appena torno li raggiungiamo senza troppi problemi."
Sal assentì con un semplice cenno del capo e, rivoltogli un sorriso, tornò ad ancorare gli occhi sui loro amici ormai quasi interamente inghiottiti dalla moltitudine di persone che affollavano la pista.
Finì in un sorso il drink che ancora teneva in mano e, abbandonato il bicchiere sul bancone, si avviò con passo celere verso il guardaroba.
Appena lo ebbe raggiunto trattenne a stento uno sbuffo contrariato nel notare il nutrito gruppo di persone che aspettavano il loro turno per poter depositare le proprie giacche.
Passò i minuti successivi a dondolare da un piede all'altro e, quando finalmente fu il suo turno, quasi si impappinò con l'inglese per la velocità con cui voleva sbrigare quel contrattempo.
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Inaspettato |Salvefano|
Fiksi PenggemarSi vive per anni accanto a un essere umano, senza vederlo. Un giorno ecco che uno alza gli occhi e lo vede. In un attimo non si sa perché, non si sa come, qualcosa si rompe: una diga tra due acque. E due sorti si mescolano, si confondono e precipita...