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Un lungo sbadiglio lo costrinse a distogliere l'attenzione dal computer, provocando così la morte del suo personaggio di Fortnite.

Osservò per qualche secondo la partita dell'avversario che lo aveva ucciso e, a differenza di altre volte, non riuscì nemmeno ad arrabbiarsi per la fine ridicola di quella partita.

Era ormai da ore che si era posizionato davanti al computer per registrare alcuni dei video che aveva programmato in vista dello stacco natalizio e la stanchezza che lo stava pian piano assalendo lo aveva fatto peggiorare di giocata in giocata.

Sbuffò appena mentre ritornava nella lobby prepartita, ma, invece di riprovare subito, decise di alzarsi un attimo dalla sedia per sgranchire i muscoli ormai intorpiditi delle gambe.

"YouTube non è un lavoro, no no." Bofonchiò con tono stanco, mentre buttava giù l'ultimo goccio di caffè rimasto nella tazzina che si era preparato quasi un'ora prima.

Camminò per qualche minuto per tutta la stanza, poi, con un gran sospiro, si lasciò ricadere sulla sua sedia da gaming.

Lanciò uno sguardo al computer davanti a sé, indeciso se rimettersi al lavoro o allungare ancora di un po' la sua pausa.

Stava rimuginando sui pro e i contro di entrambe le opzioni, quando un pacato bussare lo distolse dai suoi pensieri.

Si girò sulla sedia giusto in tempo per vedere Salvatore fare capolino dalla porta, senza però entrare.

"Ohi, Ste. Stavi registrando?" Chiese con tono lieve, spostando lo sguardo da lui allo schermo del suo computer.

"No, sono un attimo in pausa."

Il ragazzo annuì lievemente e, dopo un secondo di incertezza, aprì del tutto la porta ed entrò nella sua stanza.

Lo osservò con curiosità mentre si sedeva sul suo letto dove, con sua sorpresa, si lasciò cadere all'indietro, atterrando con la testa trai cuscini.

"Tutto bene?" Chiese stranito.

Non riusciva a capire se il comportamento di Sal fosse dovuto alla stanchezza o se ci fosse sotto qualcosa di cui era ancora all'oscuro.

"Mmm..." Mugolò distrattamente il ragazzo, senza accennare un minimo movimento.

Osservò per qualche altro secondo il più piccolo, poi, dopo aver chiuso velocemente tutti i programmi attivi sul computer, si alzò dalla sedia e raggiunse il letto con pochi passi.

Si lasciò cadere accanto a Sal con un tenue sbuffo e, cercata una posizione comoda, girò il viso verso di lui.

Per un po' si limitò ad osservare il profilo del ragazzo, che, a sua volta, stava osservando con sguardo perso il soffitto della stanza.

"Che è successo?" Chiese con tono pacato.

Alla sua domanda le labbra di Sal furono percorse da un rapido fremito, per poi stendersi in una linea tirata.

Quel cambio di espressione, per quanto piuttosto labile, fece nascere in lui una scintilla di preoccupazione.

Rimase per qualche minuto in silenzio, aspettando che Sal gli spiegasse il motivo del suo umore.

"Salvo." Lo richiamò dopo lungo tempo.

"Mi stai facendo preoccupare."

Il ragazzo sembrò risvegliarsi con quelle sue parole.

"Scusa." Sospirò e, giratosi sul fianco, allacciò lo sguardo al suo.

"È che ho parlato con mio fratello fino a poco fa."

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora