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"È tardi.  È tardi. È tardi." Continuava a ripetere, mentre correva lungo la banchina affollata della stazione.

Schivò un gruppo di ragazzi fermi vicino ad una colonna e, stretta la presa sul manico della valigia, salì sul treno con un balzo.


Il treno delle ore 8:10 diretto a Firenze Santa Maria Novella è in

partenza dal binario 9. Allontanarsi dalla linea gialla.


Annunciò la solita voce metallica dagli altoparlanti qualche attimo dopo.

"Al pelo." Sospirò sollevato e, ripreso un attimo il fiato, si incamminò verso il suo posto.

Sistemò la valigia e la sacca del computer nel vano apposito e si lasciò cadere sul suo sedile con uno sbuffo.

L'adrenalina stava pian piano scemando dal suo sistema, lasciando spazio all'incipiente senso di stanchezza che si portava dietro da giorni e che l'attività della notte precedente aveva amplificato.

Al pensiero di quello che lui e Salvatore avevano condiviso solo poche ore prima sentì il cuore battere più velocemente ed un sorriso impertinente si impossessò delle sue labbra.

Si sentiva felice ed appagato e, per quanto il pensiero di non poter aver accanto il suo ragazzo per una settimana lo contrariasse, non riusciva a non essere di buon umore.

Con quello spirito recuperò il cellulare e, cercato il numero di sua sorella, avviò la chiamata.

"Pronto?"

Sorrise alla nota assonnata che aveva incrinato la voce della ragazza.

"Ohi, Eli. T'ho svegliata?"

"No." Brontolò dall'altro capo della cornetta.

"È che sono sveglia da solo dieci minuti."

Il tono vagamente risentito della ragazza gli strappò una breve risata.

"Potrei punzecchiarti sul tuo inesistente spirito mattiniero, ma di solito dormo ancora a quest'ora."

"In effetti. Com'è che m'hai chiamata così presto?"

Si mordicchiò per qualche secondo una guancia, nel tentativo di dissipare la labile scintilla di ansia che quella domanda gli aveva provocato.

"Ecco... Mi chiedevo se mi potevi venire a prende in stazione."

"Perché? Nonno non può?"

Sbuffò appena dal naso al tono sorpreso della sorella.

"No, non è questo. È che vorrei parlarti di una cosa e, visto che oggi pomeriggio lavori, avevo pensato di farlo appena arrivato."

Elisa mugolò appena in risposta.

"Ok, non ci son problemi." Disse dopo qualche attimo di silenzio.

"Però ora m'hai incuriosita. Non è che mi devo preoccupare, vero?"

Trattenne a stento un sorriso a quelle parole e scosse lievemente la testa.

"Dal mio punto di vista, no."

"Confortante, Ste."

La risposta lamentosa della sorella lo spinse a ridacchiare e, dopo qualche secondo, anche lei si unì al momento di ilarità.

Inaspettato |Salvefano|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora