That feeling untold.

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- La prossima volta ricordami di dirti un massimo di budget da spendere - disse Mark facendo ridacchiare la ragazza davanti a sé. 

- La prossima volta non dire "tutto il cibo che vuoi" - ribatté lei, alzando le sopracciglia. 

- Beh, non mi aspettavo che mi prendessi alla lettera - disse guardando la montagna di cibo che ricopriva il tavolo. 

- Non guardarmi con quei piccoli occhi giudiziosi. Se avessi avuto davanti i tuoi amici, avresti preso lo stesso - rispose Giulia prendendo in mano un hotdog. 

- Scusa, ma tu mica eri vegetariana? -. Ah ... quindi mi stava ascoltando quella sera? 

- Infatti lo sono, eccetto quando sono al Mc Donald's, al Burger King e in questo caso, al FIVE GUYSSSSSSS! -. Giulia adorava il Five Guys, l'aveva scoperto qualche estate fa assieme a sua sorella, sempre a Londra. Dopo averlo provato una volta, decisero di andarci ogni venerdì sera per cena e ogni volta si divertirono un sacco, non solo per la compagnia l'una dell'altra, ma anche perché quel posto aveva una bella atmosfera. Sembrava di essere entrati in un film, magari adolescenziale, ma di quelli belli ... che non ti fanno staccare il viso dallo schermo, che ti fanno crescere il desiderio di rivederlo subito dopo averlo finito. Era qualcosa di stupendo. Forse era anche per quella ragione che Giulia si stava comportando bene tutto sommato. 

- Ma non è valido! -. 

- E tu chi saresti per decidere cos'è valido e cosa non lo è? - chiese lei, facendogli penzolare una patatina davanti alla faccia. Il ragazzo sbuffò e le prese la patatina, mangiandosela, non volendo ammettere che Giulia aveva ragione. Sapendo di non essere nella parte del torto, Giulia tornò a mangiare con un sorriso beffardo sul volto. 

Mark rimase a guardarla. Era così diversa dalle altre volte che l'aveva vista. In quel momento, mentre mangiava tutto lo schifo che voleva con uno scintillio negli occhi, mentre aveva davanti a sé qualcosa di talmente prezioso quanto il nettare degli dèi e con un sorriso così sincero e dolce, in quel locale così semplice, ma allo stesso tempo particolare ... Mark trovava Giulia assolutamente stupenda. Dopo qualche secondo ancora passato a godersi quella visione, Mark prese il cellulare dalla sua tasca e le fece una foto. Inutile dire che per lui venne benissimo: probabilmente lei avrebbe avuto da ridire. Sembrava una di quelle foto che il fidanzato fa alla fidanzata, il genere di fotografia che si trova su Instagram o Tumblr. La cosa assurda era che la ragazza non si accorse di nulla, talmente era presa a mangiare. Certo che è proprio buffa.

- Senti, ma spiegami perché hai la faccia dipinta -. Eh si, Giulia non aveva fatto in tempo a lavarsi di dosso il colore dal viso, nonché se lo fosse ricordato prima di accettare di uscire con lui. 

- Eravamo ad Hyde Park oggi pomeriggio e una ragazza si è avvicinata a noi, dicendoci che eravamo carini e ci ha chiesto se avessimo voluto farci dipingere la faccia. Abbiamo pensato "perché no?" ed eccoci qui - disse Giulia scavando nel bicchiere, cercando di prendere le ultime patatine nel recipiente. 

- Capisco e dimmi, quindi oggi ... sei uscita con Jimin -. Giulia osservò Mark. Non aveva una bella espressione: fino a pochi secondi prima era a proprio agio, tutto sorridente, mentre ora sembrava annoiato e perfino scocciato. La ragazza notò come Mark si stesse mordendo il labbro, ma non per eccitazione o preoccupazione, tanto più per rabbia e per nervoso. Inoltre, fece anche caso a come si stesse torturando le mani, facendo muovere in continuazione le dita incrociate le une con le altre in modo quasi maniacale. Questo ragazzo non sta bene.

- Si - rispose semplicemente la ragazza, non sapendo prima di tutto che altro aggiungere e seconda cosa non sentendosi in dovere di spiattellare gli affari propri. 

- Hai baciato lui l'altra sera? -. Giulia si fermò col panino a mezz'aria. Speravo non me la facessi questa domanda. 

- Mmh ... si  - disse la ragazza schiarendosi la voce prima di rispondere. Dopo aver risposto venne assalita da un attacco di timidezza improvviso, tanto assurdo da voler coprire il proprio rossore con il panino che aveva tra le mani. 

- Perché hai baciato lui? -. Mark si sentiva tremendamente a disagio. Malgrado non gli piacesse affatto l'argomento di conversazione, voleva sapere il più possibile e avrebbe continuato a fare domande finché lei non gli avesse detto di smettere. Se fosse arrivata a insultarlo o a mandarlo a quel paese, non sarebbe rimasto sorpreso.

- Che razza di domanda è? - chiese Giulia tutta rossa.

- Eravamo in dodici ragazzi. Voglio sapere perché tra tutti hai baciato proprio lui -. Si era spinto troppo in là? Fidatevi, non è ancora nulla. 

Giulia non sapeva proprio cosa dire. Ogni volta che provava ad aprire bocca per dire qualcosa, sembrava stesse imitando la pubblicità di Lines E' Seta Ultra. "E', è, è, è, è ... " . Veramente imbarazzante. Mark, d'altronde, non cercò nemmeno di venirle incontro. 

Alla fine, in qualche modo ancora sconosciuto e inspiegabile, Giulia riuscì a rispondere. - Partendo con la premessa che siete tutti belli,  ho scelto Jimin perché ... lo trovo a-attraente? -. Non sapeva perché lo disse con quel tono incerto e poco convinto. Aveva forse paura di offendere qualcuno? 

- E noi altri non lo siamo? -. Il ragazzo non demordeva, voleva scavare fino in profondità. 

- Certo che lo siete, ma ... credo di essermi sentita più attratta da lui? -. Perché parlo con questo tono? Non posso farcela.

- Perché da lui e non da altri? -. Mark non la stava per niente aiutando, anzi stava iniziando perfino a perdere la pazienza. Giulia, dal canto suo, non sapeva più cosa dirgli. 

- Mark dove vuoi arrivare? - disse la ragazza aggrottando le sopracciglia confusa, ma il ragazzo non rispose. 

- Perché mi fai tutte queste domande? Cosa vuoi sapere esattamente? -. 

- Tra te e Jimin c'è qualcosa? -. Giulia non si aspettava una domanda così diretta. Era scioccata, basita ... entrambe le cose. Sciocco-basita.

- Beh ... ci siamo baciati un paio di volte -. 

- ... ma ti piace? -. Ora probabilmente stava superando il limite. 

- Ma a te cosa interessa? Sono forse affari tuoi?! -. Giulia stava iniziando ad irritarsi un poco. Non le piaceva affatto quando le persone la soffocavano di domande, specialmente sulla sua vita privata. 

- SI SONO AFFARI MIEI!! -. Ah beh ... questa è proprio bella.

- Ah si? Sono curiosa di sentirne le ragioni - disse la ragazza mettendosi a braccia conserte. 

Mark avrebbe dovuto aspettarselo, ma in quell'istante si sentiva colto in fragrante. Cosa avrebbe dovuto fare? Era una situazione molto delicata. Avrebbe dovuto dirle il perché di tutte quelle domande? Avrebbe dovuto dirle il motivo di quella sua ultima sentenza? Non sapeva cosa fare. Nonostante la ragazza avrebbe già dovuto capirlo a questo punto, lui aveva timore di dirlo ad alta voce, non solo a lei, ma a sé stesso. Non era facile. Bisognava considerare, tra l'altro, che lei era una persona molto ... complicata: non aveva la minima idea di come l'avrebbe potuta prendere. Inoltre, c'era un altro fattore che preoccupava particolarmente Mark e non era tanto l'esser rifiutato ... 

... Semmai il giorno della partenza di uno dei due. 

Ipotizziamo che lei mi dica che prova lo stesso, poi cosa dovremmo fare? Fare i fidanzati più belli dell'intero universo per quanto ... qualche settimana? Non ho idea di quanto lei debba rimanere qui, ma sto immaginando lo scenario peggiore per cercare di ricavare una soluzione. Comunque sia, anche se fosse per qualche mese o perfino un anno ... ne varrebbe veramente la pena? Varrebbe la pena mettersi insieme col rischio di innamorarsi ... per poi sapere di doversi separare nel prossimo futuro?  

Mark era terrorizzato. 

- Giulia - disse deglutendo e guardando in basso verso le gambe del tavolo. Giulia lo guardava in attesa e con un po' di agitazione. Aspetta, sto forse sudando?

- Devo chiederti una cosa ... - disse Mark alzando lo sguardo verso la figura della ragazza. 

Mark prese un bel respiro profondo prima di fiatare.

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora