Tears.

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- Sono contento che tu mi abbia scritto - disse il ragazzo dopo essersi appoggiato al letto. Talmente contento che sei venuto solo dopo ore che ti è arrivato il messaggio, pensò ironicamente Giulia. Dov'eri finito? 

- Allora ... l'ultima volta sei corsa via e non hai potuto rispondere alla mia domanda, perciò te la riformulo. Perché se io dico che mi piaci diventa un problema? -. Giulia l'osservò attentamente, o per lo meno per quanto il sonno glielo permettesse, e rimase sorpresa dal notare che non c'era alcuna traccia d'ira sul suo volto. Com'era possibile? Il comportamento della giovane non aveva scusanti. Chiunque al posto di Mark sarebbe arrabbiato a questo punto. Tuttavia non aveva alcuna ragione per preoccuparsi, dato che avrebbe rimediato da lì a pochi minuti.

- Diventa un problema quando sei la seconda persona a dirmelo nell'arco di un paio d'ore scarse -. E si ricomincia.

Il ragazzo corrugò le sopracciglia, aprendo e richiudendo la bocca subito dopo, non sapendo bene cosa dire. Come biasimarlo. - C-c-come sarebbe a dire la seconda persona? - chiese confuso.

- Quella stessa sera, prima che tu arrivassi ... Jimin me l'ha confessato -. Se Mark era arrabbiato? Eccome. Non sapeva se lo era di più perché lei fosse così meravigliosa da incantare altre persone o perché una di quelle altre persone fosse Jimin, un suo amico. Non gli era mai capitato niente del genere e si augurava che non gli accadesse mai, ma nessuno ascoltò le sue preghiere: ora era davvero dentro ad un triangolo amoroso. Situazione peggiore di quella non poteva capitargli.

- Quindi ... tu mi hai fatto venire qui per parlare di Jimin? -. Quando Mark aveva letto il messaggio che lei gli aveva mandato, era al settimo cielo. Sperava che in quei giorni lei avesse riflettuto su loro due e si fosse decisa a dargli una possibilità. E invece ...

La ragazza non aveva la minima idea di quanto entusiasmo avesse Mark quando si presentò alla porta della sua camera. Ora tutta quell'eccitazione era andata persa.

- Cosa? No io -. Giulia non fece in tempo a continuare che il ragazzo la interruppe. Mark stava iniziando a fare come Jimin: stava passando in rassegna alle ipotesi peggiori che gli venissero in mente. La ragazza doveva fermarlo.

- A te piace Jimin -. Una volta dette quelle parole, Mark si sentì male. Non avrebbe mai voluto dirle, ma doveva capire se tenere vive le proprie speranze o se mettersi l'anima in pace. Al solo pensiero della seconda opzione, sentì la gola bruciare.

- No! Si, cioè ... ugh. E' quello che sto cercando di capire -. In confronto a Mark, Jimin sembrava averla presa molto meglio. Buffo, eh?

- Perché mi hai fatto venire? - disse Mark alzandosi in piedi, esasperato. L'aveva fatto accorrere fino a camera sua per dirgli che stava cercando di capire se le piacesse Jimin? Damn ...

A Mark non importava se si sentisse preso in giro, sia da lei sia da Jimin: la cosa che lo feriva più di tutte è che lo stavano facendo soffrire. Tra tutti gli scenari che si era creato in mente, questo non l'aveva incluso. Non pensava si sarebbe arrivati fino a quel punto.

- Perché io ...  -. Giulia non riuscì a finire la frase. Aveva paura di dirlo a voce alta perché se l'avesse fatto, avrebbe cambiato ogni cosa e non era sicura di volere questo. Era bloccata e non sapeva cosa fare. La sua mente era vuota, bianca come la pagina di un autore con il blocco dello scrittore.

Mark, dal canto suo, si stava incazzando parecchio. Fatemi capire: riesce a dire tranquillamente che le piace Jimin, ma non riesce a confessare di avere una cotta anche per me? Jinja ... questa cosa non ha senso. Perché è così difficile dirlo? Veramente non capisco. Perché sembra abbia paura di ammetterlo? Aish, mi sta seriamente facendo uscire fuori di testa.

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora