- Tu vuoi impedirgli di partire ... vero? - chiese Mark con uno sguardo perso.
La piccola annuì col capo chinato.
Il ragazzo si passò una mano sul viso. Cazzo. La risposta non lo sorprese più di tanto a dire il vero, ma sentirselo dire non faceva comunque piacere.
Mark stava per aprire bocca, ma si bloccò non sapendo bene cosa dire. Non voglio dubitare di lei. Stiamo bene. Lei sta bene con me allo stesso modo in cui io sto bene con lei. Questo lo so. Allora perché c'è una piccola parte di me che ha un brutto presentimento al riguardo?
- Credi che mi piaccia Jimin ... è così? - domandò Giulia, intuendo la ragione del silenzio del proprio ragazzo.
Mark, colto in fragrante, appoggiò le mani sui fianchi e con il viso rivolto verso il basso, chiuse gli occhi. Non pensare male. Non pensare male. Non pensare male.
Non pensare che lei abbia aspettato una situazione del genere per rompere con te e stare finalmente con Jimin.
Non pensare che lei abbia gestito tutta la circostanza creatasi in maniera superficiale, senza pensarci.
Non pensare male di lei.
Una volta che Mark ritrovò il coraggio e la guardò, aveva ormai gli occhi lucidi. - Ti prego ... dimmi che non è così. - rispose il ragazzo con voce tremante.
Il cuore della ragazza incrinò a sentire quelle parole. Non sapeva se le veniva da piangere perché aveva appena scoperto che il suo ragazzo non le credeva del tutto oppure se la addolorava vederlo triste.
Giulia si avvicinò lentamente a lui e fece appena in tempo, in modo tale da potergli asciugare le prime lacrime che avevano appena cominciato a percorrere il bellissimo profilo del ragazzo.
- Ti ricordi quando quella mattina da Starbucks ti dissi che nel profondo avevi un barattolo di stronzate? - sussurrò la minore, continuando ad accarezzargli il viso e cercando di farlo smettere di piangere. Il ragazzo, non capendo dove volesse andare a parare, annuì e aspettò che la fanciulla proseguì.
- Mi sa che ti sei agitato parecchio e si è aperto, dato che ti sei fatto scappare una cazzata bella grossa. - finì di pronunciare la piccola, sperando che questo potesse alleggerire l'atmosfera pesante che si era creata nella stanza. Fortunatamente Giulia ebbe fortuna e Mark ridacchiò lievemente, con ancora un paio di lacrime a rigargli il volto.
- So che stiamo assieme da poco, ma io mi fido di te. Perché tu no? - mormorò la piccola.
Mark le prese il volto tra le mani e lo accarezzò dolcemente. - Io mi fido di te, è solo che ... non ho fiducia in me stesso. - ammise quest'ultimo. Ecco, l'ho detto.
La più giovane aggrottò le sopracciglia, confusa. - In che senso? - disse facendo scivolare le mani dal viso del ragazzo per poi soffermarsi sul petto.
Anche Mark abbassò le mani, appoggiandole sui fianchi della ragazza. - Io non sarò mai come Jimin. -.
- Non voglio che tu lo sia. - ribatté Giulia, senza esitazione.
- Non avrò mai quello che ha lui. - continuò il giovane, non riuscendo a credere di star confessando tutto.
- E che avrà mai Jimin? -. Giulia era sempre più smarrita. Non aveva idea di che cosa stesse parlando Mark.
- Possiede un'immensa gentilezza, dolcezza, sicurezza ... per non parlare del fatto che è anche pieno di talento. E poi è sexy, il seduttore perfetto e stronzo quel tanto da far girar la testa a tutte. -. Giuro che se ora le ho fatto aprire gli occhi, mi butto dal Blackfriars' Bridge.
STAI LEGGENDO
Viraha; Mark Lee
FanfictionGiulia è una ragazza apparentemente dura e stronza, timida e introversa. La sua vita è triste e senza una gioia come tante altre, finché non apparirà qualcosa (o meglio qualcuno) che le scombinerà la monotona routine composta da acidi commenti e pr...