Giulia mise i suoi vestiti sporchi in un sacchetto di Waitrose e con le solite cuffie bianche nelle orecchie scese in lavanderia.
Era arrivata a Londra una settimana fa e soggiornava in un residence per studenti. Comunque sia lei non voleva essere lì, ma suo padre la costrinse pensando che passare un mese all'estero l'avrebbe resa più estroversa e meno apatica, o almeno questo è quanto lui credeva.
Lei sapeva di non essere apatica, ma semplicemente non succedeva niente di entusiasmante nella sua vita e non aveva molto da dire: questo però sarebbe cambiato presto.Arrivata in lavanderia canticchiando una delle canzoni della playlist "Laundry" (si, si era fatta una playlist apposta per fare la lavatrice), prese i vestiti sporchi da mettere in lavatrice; dopo aver messo dentro il detergente e aver impostato la temperatura, andò a pagare il servizio con la sua carta di credito. Le bastò poi premere "start" e la lavatrice si azionò.
Decise di rimanere in lavanderia dal momento che non aveva granché da fare, così passò i successi 35 minuti a canticchiare pensando di essere sola nella stanza.
Mentre canticchiava "Dirty Laundry" degli All Time Low però si rese conto che qualcosa con la lavatrice non andava nel verso giusto.
Si alzò preoccupata più che mai cercando di capire cosa stesse succedendo e cosa avrebbe dovuto fare in quella circostanza.
Iniziò a schiacciare alcuni tasti per vedere se il problema si sarebbe risolto, ma nessuno sembrò funzionare. - Oh cazzo! - imprecò ad alta voce.
Mancano solo cinque minuti alla fine, non poteva dare questi problemi al prossimo povero cristo di turno?, pensò tra sé e sé.Più guardava la lavatrice e più quest'ultima sembrava fotterle sempre più tutti i vestiti.
- Porca troia, porca troia, porca troia! -. Non sapeva più cosa fare.Improvvisamente un ragazzo l'affiancò.
Lei strabuzzò gli occhi. E questo da dove diavolo spunta?, si chiese confusa.Il ragazzo cercò di aiutarla iniziando a schiacciare gli stessi tasti più altri che lei aveva evitato di toccare per paura di aggravare la situazione, per quanto potesse sembrare difficile renderla peggiore.
Ad un certo punto il ragazzo diede un calcio alla lavatrice e quella dopo un botto, si fermò.
Scioccati entrambi, Giulia cautamente aprì lo sportello e quello che vide non le piacque per niente: tutti i suoi vestiti erano rovinati, sporchi ancora del detergente blu.Guardò malissimo il ragazzo di fianco a lei e lo spinse via, sperando che la lavatrice accanto non fosse una merda quanto quella appena usata.
- A questo punto dovresti ringraziarmi. - disse lui guardando la ragazza china sullo sportello. Giulia, dopo aver rifatto tutto il procedimento, lo guardò storto. - Scherzi vero? Mi hai rovinato tutti i vestiti e per poco non rompevi la lavatrice! - gli urlò in faccia.
- Ho cercato di aiutarti, non è colpa mia se hai scelto la lavatrice sbagliata. - rispose lui con calma davanti a tanta ira.
Giulia più lo guardava e più la faceva infuriare: era lì beatamente appoggiato al muro con le mani in tasca e l'accusava che la colpa fosse stata sua.
Voleva uscire da lì prima di commettere un omicidio.- Mi sa che ho scelto l'alloggio sbagliato. - disse andandosene dalla lavanderia tutta infuriata.
Se quel cretino avesse rotto la lavatrice avrebbe pagato lui i danni, col cazzo che li avrei pagati io, pensò.
Mentre tornava in camera sua, sperava vivamente di non incrociare mai più quel ragazzo.
Purtroppo però, sapete come si dice: non si ottiene mai quel che si vuole e questa volta non sarebbe stato differente.
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Viraha; Mark Lee
FanfictionGiulia è una ragazza apparentemente dura e stronza, timida e introversa. La sua vita è triste e senza una gioia come tante altre, finché non apparirà qualcosa (o meglio qualcuno) che le scombinerà la monotona routine composta da acidi commenti e pr...