It's not living, if it's not with you.

272 19 5
                                    

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO PER FACILITARE LA SEGUENTE LETTURA.
Questo capitolo sarà un po' diverso, non per i contenuti, ma per la struttura che adotterò per scriverlo.
Dato che mi piaceva l'idea di spaccare in due i diversi punti di vista dei protagonisti (come spesso succede nei film, ma il cinema riesce a farlo con estrema facilità), ho deciso di "dividere" in due il capitolo.
Quindi a sinistra si leggerà per prima il punto di vista di un personaggio e poi a destra si leggerà il punto di vista dell'altro per far intendere che le cose succedono contemporaneamente.
Dopodiché quando i due punti di vista si ricongiungeranno in uno, la scrittura sarà al centro.
Spero apprezziate e mi auguro che non abbiate problemi.
Detto questo, buona lettura 🖤

La domanda di Giulia non ottenne risposta.

Quando la ragazza capì che Mark avrebbe fatto scena muta, approfittò di quel silenzio per andarsene via; in quel modo avrebbe avuto l'opportunità di prendere distanza da quel dolore che premeva per uscire allo scoperto.

E nonostante non fosse una persona molto sportiva, una volta fuori, iniziò a correre.

La giovane era terribilmente confusa, ma soprattutto stanca.

Stanca di essere la sola a combattere per entrambi, stanca di essere la sola a credere nella loro relazione.

Giulia non mentì quando gli disse che per lei il resto non esisteva, ma guardava solo lui. E perché mai avrebbe dovuto guardare quello che la circondava? Ormai lui era diventato tutto il suo mondo, anzi ... il suo universo.

Perché sembrava che per lui non fosse lo stesso?

Perché doveva vedere problemi dove non ce n'erano affatto?

Perché non poteva lasciar perdere tutto e tutti?

Perché non poteva farlo per lei?

Perché ...

Con le copiose lacrime che tracciavano ormai il suo profilo, la piccola sentì che il suo cuore era ora caduto con un tonfo assordante nelle profondità di un oceano, vuoto e freddo e dal quale non riusciva a tornare in superficie perché la sofferenza che provava era troppo pesante per ritornare a galla.

Il suo cuore non aveva ossigeno, stava annegando sotto tutta quella massa di negatività e disperazione.

Non riusciva a far altro, se non piangere.

Era come se fosse bloccata, bloccata in quell'abisso e solo una persona poteva salvarla da quel tormento ... ma non era sicura se quella persona sarebbe arrivata o no.

Dentro di sé, incominciò a farsi sempre più grande il presentimento che quella bella favola stesse per finire.

Iniziò a pensare che forse non erano destinati a stare insieme, che probabilmente avevano agito sotto i soliti impulsi adolescenziali.

Forse è tutto sbagliato.

Non avrebbe dovuto farsi conoscere. Non avrebbe dovuto dargli corda. Non avrebbe dovuto abbassare la guardia. Non avrebbe dovuto cedere davanti alla sua gentilezza, alla sua premurosità, alla sua dolce onestà. Non avrebbe dovuto farsi conquistare da tutti i suoi gesti sinceri. Non avrebbe dovuto iniziare a provare nulla per lui.

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora