Laundry is closed.

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- Hey, buongiorno piccola. - disse Mark alla ragazza, la quale si trovava a letto.

- Buonasera. - rispose Giulia, stropicciandosi gli occhi.

- Che ore sono? - chiese quest'ultima sbadigliando.

- Beh dato che da me sono le undici e mezza, da te sono le quattro e mezza. - la informò lui. Anche attraverso uno stupido schermo del telefono, la trovava comunque adorabile, perfino quando appena sveglia non capiva un accidente.

Sorrise a vederla con il viso appoggiato sul cuscino, schiacciando così una guancia.

È troppo tenera.

- Se preferisci possiamo cambiare orario. - le suggerì un'altra volta lui. Quando insieme decisero a che ora videochiamarsi, il ragazzo non si sarebbe mai aspettato che la fanciulla facesse regolarmente un pisolino nel bel mezzo del pomeriggio. A quanto pareva, il liceo in Italia era parecchio pesante.

- No. Durante il giorno componi e registri, la sera prima di andare a letto è il tuo unico momento libero per riposarti e poi cosa avevi detto quando abbiamo affrontato questo discorso la prima volta? Oh giusto, hai ammesso di volere che io fossi l'ultima persona che vedi prima di addormentarti. - le ricordò lei, con un occhio chiuso e l'altro aperto.

Mark arrossì al pensiero di averlo davvero detto.

Erano passati quattro mesi da quando Giulia era tornata a Milano e da quando lui era andato a Vancouver e già rincasato a Seul.

E in quel lasso di tempo avevano provato a chiamarsi a tutte le ore, ma tra gli impegni dell'uno e dell'altra, quella al momento era la miglior fascia oraria che avessero trovato.

- E non rimpiango ciò che ho detto, solo che almeno quando possiamo vederci e parlare, vorrei che tu fossi lucida e cosciente. - disse Mark con tono dolce.

Giulia si passò una mano sul viso. - Più cosciente? Dammi un minuto. -. Poggiò il telefono sul cuscino e con tutta la volontà e la forza che poté raccogliere a sé, si tirò su dritta e con passo lento si diresse in bagno.

Si concesse un secondo per guardarsi allo specchio e sbadigliò stancamente.

- Oddio ... sono orribile. - sussurrò Giulia guardando il suo riflesso.

Era leggermente spettinata, con gli occhi lucidi e semiaperti e con una smorfia in volto, messa in risalto dalle labbra gonfie.

- Non mi stupisce che abbia chiesto di cambiare orario. - commentò riferendosi alla proposta precedente del ragazzo.

Evitando di aggiungere altro, si sciacquò il viso e si diede una sistemata. Dopotutto stava comunque parlando col suo ragazzo.

- Giuuuuuuu! - bussò Rebecca alla porta del bagno.

- Mmh? - mormorò la piccola, mettendosi a posto le sopracciglia.

- Mi spieghi perché Mark sta cantando l'inno canadese da solo in camera, mentre tu sei qui? - domandò un po' perplessa la sorella maggiore.

Immagino che quando mi misi alla ricerca di ragazzi normali erano già tutti esauriti.

- Dammi un secondo e lo faccio smettere. - replicò Giulia, dandosi un'ultima spazzolata ai capelli, dopodiché aprì la porta del bagno.

- Voglio dire, non dico che è stonato, anzi canta anche piuttosto bene. Ma sai ... mi è sembrato solo un tantino strano. - spiegò la maggiore, appoggiata allo stipite della porta con le braccia conserte.

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora