For the right reason.

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- No, non va bene! - si lamentò Giulia.

- Ma di cosa stai parlando? -. Mancavano circa dieci minuti all'arrivo di Mark e la ragazza stava ancora discutendo del proprio outfit con la sorella, nonostante l'avessero scelto il giorno prima.

- Di tutto! Dei pantaloncini, della camicetta, del colore, delle scarpe, dei miei orribili capelli e della mia fottutissima faccia e si, ho detto FACCIA! - urlò esasperata la piccola. Se non si fosse capito sono abbastanza in ansia.

- Viso. - ribatté la sorella a denti stretti, ritenendo che la parola "viso" fosse più elegante anziché dire "faccia". Uno dei loro innumerevoli e stupidi dibattiti.

- In ogni caso, smettila di dire stronzate. Ieri ci abbiamo messo due ore a scegliere i vestiti adatti per questo appuntamento, non rovinare tutto! -. Giulia sbuffò rumorosamente e andò a ricontrollarsi allo specchio. Dopotutto nel complesso si piaceva, ma si chiedeva se sarebbe stata all'altezza o comunque, se sarebbe stata abbastanza per lui. Senza riuscire a trovarne la ragione, si sentiva incredibilmente orrenda.

- Non capisco perché ti comporti così. Non mi sembra che con Jimin avessi avuto questa reazione. -. In effetti era vero. Giulia si era comunque fatta prendere dal panico durante la preparazione per uscire con l'altro ragazzo, ma non era minimamente comparabile all'ansia che aveva al momento.

- Non so cosa dirti, non so spiegarmelo nemmeno io. -.

- Se raccontartela così ti fa fare sogni tranquilli, fai pure sorellina. -. Giulia non fece in tempo a chiedere cosa intendesse dire che bussarono alla porta. La minore si prese un tale spavento che fece prendere un colpo perfino alla sorella al di là dello schermo.

- Cazzo, cazzo, cazzo. -. Ma perché sono così agitata? Dopotutto è un ragazzo semplicissimo. Però è davvero carino. Ma è carino pure Jimin! Ma allora perché ieri non ero disperata allo stesso modo? Cosa mi sta succedendo? Perché mi sento in questo modo?

- Smettila di imprecare. Ricorda, sorridi e sii te stessa. Divertiti! -. E dopo quel dolce augurio, Giulia prese un gran respiro profondo, raccattò le cose necessarie per l'appuntamento e con l'emozione a mille abbassò la maniglia della porta.

- Hey. - la salutò dolcemente Mark. La ragazza rimase senza parole. Mark indossava una camicia leggera nera con sopra dei fiori colorati che lasciava intravedere le clavicole, dei pantaloni skinny neri che valorizzavano le sue gambe e delle scarpe nere lucide. Era una vista mozzafiato.

- Hey. - rispose con un sussurro Giulia.

- Pronta ad andare? - chiese il ragazzo porgendole la mano. La ragazza arrossì tremendamente e annuendo, si lasciò trascinare fuori da Mark ansiosa di sapere cosa ci sarebbe stato in serbo per lei.

- Allora come stai? - le chiese il ragazzo con un sorriso.

Mi ha davvero chiesto come sto. Ora che ci penso ... Jimin ieri non me l'ha chiesto. E' andato subito al dunque: mi ha portato in una pasticceria non troppo lontana dalla scuola e abbiamo iniziato subito a flirtare. Non ci avevo neanche fatto caso.

- Bene bene, tu? - replicò arrossendo leggermente. Ma perché sto arrossendo madonna?

- Molto bene, grazie. - rispose Mark guardando negli occhi la ragazza, provocandole un ulteriore rossore sulle gote. Sto molto bene ora che sono qui con te e quel grazie, significa "grazie di essere qui ". Dio ... più ti guardo e più faccio fatica a crederci. Non hai idea di quanto sei carina quando arrossisci e sapere che reagisci così a causa mia, scusa ma mi rende entusiasta.

- Sei splendida. -. Giulia arrossì di nuovo. Scusa piccolina, ma siamo solo all'inizio.

- Allora, dove mi stai portando? - chiese Giulia, cercando di cambiare discorso e tentando di ritornare al colore naturale della sua carnagione.

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora