Scared of love.

491 33 4
                                    

Beh? Vuole tenermi sulle spine ancora per molto?

- Mark? -. Mentre Giulia aveva iniziato a pensare che non stesse bene o che le dovesse chiedere qualcosa di cui si sarebbe pentito subito dopo, il ragazzo alzò il capo con uno sguardo sbalordito. Era la prima volta che quella strana piccola ragazza pronunciava il suo nome. Non aveva idea se fosse stata la sorpresa o il tono dolce con cui l'aveva detto a prenderlo alla sprovvista, ma a Mark mancò il respiro per qualche secondo. Solo quando la ragazza lo richiamò sventolandogli davanti una mano, si riprese.

- Si, scusa ... mi sono incantato - disse non riuscendo a trattenere un piccolo sorriso.

- Cosa mi volevi chiedere? - chiese gentilmente, intuendo che il ragazzo stesse avendo qualche difficoltà ad esprimersi.

- Ah giusto! Si, ecco, volevo chiederti ... esattamente per quanto tempo rimarrai qui? -. Finalmente, ce l'ho fatta! E le ho solo chiesto quanto durerà il suo soggiorno ... sono un caso più disperato di quanto sperassi di non essere.

Giulia era confusa, questa era l'ultima cosa che si aspettava che le chiedesse. Tuttavia, rispose, anche perché voleva vedere dove volesse arrivare il ragazzo.

- Ancora un mese -. Mark non sapeva come prendere quella risposta. Da un certo punto di vista era sollevato perché sarebbe potuta andare molto peggio, ma dall'altro ... il tempo a disposizione non era poi troppo. Non era abbastanza. Ma per far cosa esattamente? Adesso era lui a chiedersi dove volesse arrivare e sentiva di doverlo capire in quel preciso istante. Doveva prendere una decisione.

- Perché me lo chiedi? -. Si ecco, dammi un secondo. Mark era in crisi e percepire le goccioline di sudore colargli lungo la tempia non aiutava. Non riusciva a pensare lucidamente. Riusciva solo a sentire la confusione sempre più dirompente nella sua mente: non capiva perché stesse sudando, perché fosse così nervoso e non riuscisse a stare fermo, non riusciva ad afferrare il motivo perché facesse fatica a parlarle tutto d'un tratto, non aveva idea della ragione perché sentirla pronunciare il suo nome gli riempisse il cuore di un'insolita e insana gioia. Poi, come se qualcuno gli avesse tirato uno scappellotto, capì.

Porca troia.

Dopo aver scorso mentalmente una seconda volta la riflessione di tutto quel disagio, intuì che la risposta era lì davanti ai suoi occhi. E mentre a Mark era arrivata un'illuminazione divina, Giulia iniziò a chiedersi se il ragazzo non stesse avendo l'effetto ritardato di un ipotetico brownie alla marijuana preso in precedenza quella sera.

- Si può sapere che hai? Perché di punto in bianco sembra che tu soffra di un deficit dell'attenzione? -. Quella piccola battuta provocatoria fece ridacchiare il ragazzo e quest'ultimo la ringraziò mentalmente perché gli fece allentare un po' l'agitazione che stava provando.

- Sarà un calo di zuccheri - rispose Mark sapendo che non se la sarebbe bevuta, ma che comunque non avrebbe fatto domande.

- Se volevi del cibo bastava chiederlo - disse lei offrendogli metà del suo cenone. Aspetta ... mi ha appena offerto qualcosa? Forse ho qualche speranza dopotutto ...

- Io comunque sto ancora aspettando ... -. Mark aggrottò un sopracciglio non capendo a cosa si stesse riferendo la ragazza.

- Devi ancora rispondere alle due domande che ti ho fatto. Perché dovrebbero essere affari tuoi se mi piace Jimin e perché mi hai chiesto per quanto rimanessi -. Giulia era determinata, ormai quell'aria di mistero intorno alle sue domande (comunque lecite) l'aveva incuriosita. Accavallò le gambe e si mise a braccia conserte, aspettando che Mark vuotasse il sacco.

Mark sorrise a vederla così: cercava di fare la dura, ma la trovava solo adorabile. In ogni caso, ora che aveva acquistato un po' più di speranza di riuscita e di fiducia in sé stesso, aveva come il presentimento che la situazione si sarebbe fatta interessante. Appoggiò i gomiti al tavolo e prima di parlare, fece un morso dal panino di Giulia. - Se ci tieni proprio a saperlo, se ti piace Jimin sono anche affari miei perché mi piaci -. Giulia rimase immobile, completamente allibita da ciò che le aveva appena detto. Come scusa?

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora