Deep conversations.

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Mark rimase chiuso in camera. Non uscì e non fece entrare nessuno, ad eccezione di Taeyong. 

Quest'ultimo, infatti, tornò a bussare alla porta del piccolo, il quale lo fece "accomodare" senza esitare. Si rimboccarono immediatamente le maniche in silenzio, mettendo a posto ciò che si era salvato e buttando via ciò che ormai era irreparabile; dopodiché Taeyong iniziò a preparare la colazione. 

- Allora, mi spieghi con calma cos'è successo? - chiese gentilmente il maggiore versando il latte in due tazze. 

La scorsa notte Mark aveva rivissuto la scena centinaia di volte nella sua mente, quando riusciva finalmente ad addormentarsi la sognava e si risvegliava in continuazione. Aveva avuto una nottata da incubo, mai vissuta un'esperienza del genere. Al solo pensare di dover ripetere quegli stessi eventi del giorno precedente, si sentì male ... tuttavia, era necessario farlo se voleva che la situazione si risolvesse o che per lo meno iniziasse a imboccare quella strada. 

- Ieri sera sono andato in camera di Giulia e ho subito capito che stava dormendo, quando mi è venuta ad aprire aveva gli occhi semiaperti e la voce ancora impastata di sonno. Era adorabile - disse non riuscendo a trattenere un sorriso. Nonostante in quell'istante stesse soffrendo a causa della ragazza, non riusciva a parlarne male. 

- Mi ha fatto entrare e le ho chiesto perché quel che provavo nei suoi confronti fosse un problema e lei mi ha risposto che ... ... ... mi ha risposto che il problema era che non ero stato l'unico. Non sono stato l'unico, né tanto meno il primo a dirglielo. - disse con voce strozzata. Non voleva piangere ancora, ma non poteva farne a meno. Era più forte di lui. Era convinto che se fosse stato lui l'unico a confessarsi, ad esserci per lei ... avrebbe avuto più possibilità con la ragazza; a quel punto gli sarebbe perfino bastato essere stato il primo a dichiararsi, a dirle la verità, così sarebbe stato tutto diverso. Se mi fossi mosso prima o più in fretta ... 

Alla fine è tutta questione di tempismo. 

Jimin l'ha colto prima di me, io sono arrivato in ritardo. Probabilmente se non avessi saputo di quanti passi avanti ha fatto con lei, non mi sarei mai dato una mossa e anche in quest'ultimo caso, sarei arrivato troppo tardi. 

Ora siamo due amici, a battersi uno contro l'altro per conquistare il cuore di una ragazza in meno di un misero mese. 

Chi ha detto che il tempo è denaro, aveva ragione da vendere.  Maledizione se l'aveva.

- Poi ho iniziato a pensare al peggio. Non capivo perché avesse voluto parlare con me, non riuscivo a pensare ad altro che a lei che ammetteva la sua cotta per Jimin. E pensare che ... immaginavo che volesse dirmi che ricambiava quel che provavo io, che magari volesse fare un tentativo. Pabo ... -. Le lacrime ormai delineavano i lineamenti del suo viso, ormai rilassato e arreso davanti a quella fredda e cruda realtà che faticava ad accettare. 

- Hyung ... non è nemmeno riuscita a dire che le piaccio. Perché? Ho forse qualcosa che non va? Faccio così schifo? Non capisco. - disse Mark coprendosi il volto. Taeyong lasciò perdere la colazione, gli si avvicinò subito e lo abbracciò, accarezzandogli il capo. 

- Non hai nulla che non va, tu non c'entri. E' qualcosa che ha a che fare con lei. -. 

- Ma allora perché non si fa problemi a dire che le piace Jimin? - chiese appoggiato alla pancia dell'amico. 

- Non lo so, dietro ci possono essere tante ragioni. Magari le metà di queste non le sa neanche lei - rispose facendogli 'pat pat' sulla testa. 

Mark alzò il capo verso Taeyong. - Che devo fare? -. 

- Dovete prendervi il vostro tempo per riflettere -. 

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora