- Voglio morire - sussurrò Giulia buttandosi sul letto.
Era lunedì e per quanto tutto il mondo insistesse sulla benedettissima #MondayMotivation, per lei era solamente l'ennesima stronzata creata dal cretino nullafacente di turno.
Dopo un attimo di silenzio e qualche respiro profondo, si tirò su a sedere e prese il quaderno per fare i compiti.
Ma guarda te se devo fare i compiti in pieno luglio, dovrei essere in vacanza per la miseria! E invece no, eccomi qui ... a fasciarmi la testa per inventarmi dei "dad jokes" come compito a casa. Pff.
Tuttavia, li fece lo stesso, ma abbastanza sbrigativamente. Non voleva perderci troppo tempo.
Una volta finiti, lanciò il quaderno sulla scrivania e si alzò per prendere dal mini frigo una bottiglia d'acqua. Si moriva di caldo.
Si diceva che l'Inghilterra non aveva un'estate così calda dal '61.
Madonna, che fortuna che ho avuto!
Dopo qualche sorso rimise a posto la bottiglia e passò distrattamente davanti allo specchio, ma in un secondo ritornò sui propri passi. - No. Mi state prendendo in giro. - Si accorse di essersi sporcata la maglia bianca di salsa al pomodoro, residuo del pranzo.Sbuffò guardando la macchia allo specchio.
Prima di tutto, non aveva alcuna voglia di spogliarsi, prendere altri vestiti e metterli in un sacco. Seconda cosa, non aveva alcuna intenzione di scendere perché l'ascensore era ritardato e non funzionava, cosa che le metteva non poca ansia e infine ... non voleva assolutamente vedere quel deficiente del giorno precedente. Il solo ricordare la sua faccia le faceva alzare gli occhi al cielo.
Malgrado ciò, adorava quella maglietta e voleva mettersela anche il giorno dopo.
Ugh ... me ne pentirò sicuramente.
Così cinque minuti più tardi si ritrovò a scendere le scale, diretta in lavanderia.
Evitò la lavatrice maledetta e riutilizzò la sua nuova eroina; poi però, quando si rigirò per pagare, si prese un colpo.Cristo!
Quello stramaledetto ragazzo era seduto sulla panchina accanto alle asciugatrici.
Ma perché è sempre qui?!- Sai, se ti guardassi attorno quando entri in una stanza e senza le cuffie, magari ti accorgeresti di essere in compagnia. -.
Giulia alzò gli occhi al cielo e pagò per lavare i suoi preziosi capi.- Comunque io sono Mark -. La ragazza non fece "bah" e si avviò verso l'uscita ignorandolo totalmente.
- Aspetta, qual'è il tuo nome? - chiese il ragazzo avvicinandosi alla porta per bloccarla.
- Perché dovrei dirtelo? - lo sfidò lei alzando il sopracciglio.
- Perché ci vedremo spesso e non sarebbe male andare d'accordo - Le sorrise lui.
Se non fosse così snervante sarebbe quasi carino.- Cosa ti fa credere che ci vedremo spesso? -
- Se te lo dicessi, dove sarebbe il divertimento? -.
Giulia sbuffò e gli diede una spallata, sorpassandolo e uscendo da quel cavolo di posto.
Ma quel ragazzo ci passava le giornate lì? O magari ci lavorava? No, era troppo giovane e poi non faceva niente. Bighellonava.
Aspetta, ma me lo sto domandando?
A me non interessa.
È solo uno scocciatore, deve starmi lontano.
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Viraha; Mark Lee
FanfictionGiulia è una ragazza apparentemente dura e stronza, timida e introversa. La sua vita è triste e senza una gioia come tante altre, finché non apparirà qualcosa (o meglio qualcuno) che le scombinerà la monotona routine composta da acidi commenti e pr...