Something unexpected.

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- Giulia? -. Non rispose.

- Giuliaaaaaa? -. Ancora nulla.

- Giuli? -. Ma non molla mai questo?

- A te non risponderà mai -. Ecco ci mancava solo l'altro. Fantastico.

Valentin e Danila, i suoi due cagacazzo russi personali, erano entrambi di fianco alla ragazza e stavano facendo ciò che sapevano fare meglio: romperle le palle come mai nessuno prima di loro.

- E perché mai? - chiese Valentin con una smorfia.

- Perché solo io riesco ad avere la sua attenzione. -. Data la poca convinzione dell'altro, Danila sentì di dover aggiungere un "guarda e rosica".
Se bisognava dirla tutta, Danila non era un brutto ragazzo, anzi era molto carino, ma il fatto che fosse un gran rompipalle spazzava via qualsiasi tipo di interessamento da parte di Giulia.

Il ragazzo si avvicinò ancora di più e sussurrò alla ragazza. - Giuggiola? -.
Giulia si voltò immediatamente verso di lui e lo incendiò con lo sguardo. Quel nome non era odioso, di più. Faceva veramente schifo. Le amichette alle elementari la chiamavano in quel modo e al tempo le piaceva, ma crescendo si rese conto di quanto quel nomignolo fosse trash e orribile all'udito.

Tuttavia, Danila sfoggiò un sorriso a trentadue denti. - Vedi? Te l'avevo detto che con me avrebbe ceduto. -. Ma cosa ho fatto di male nella mia vita per meritarmi tutto questo?

- Non significa nulla. - rispose Valentin per non lasciargli l'ultima parola.

Fortunatamente per Giulia, suonò la campanella e quello poteva significare solo una cosa: liberarsi di quei due storditi.

Purtroppo, prima che potesse alzarsi, Danila la fermò tenendole il polso. - Senti ti va di cenare con me e altra gente stasera? Ci divertiamo. -.

Sinceramente? L'idea di cenare con lui la spaventava un po', anche perché conosceva poco e nulla di lui; inoltre il solo pensare di conoscere pure i suoi amici ... beh, se fossero stati come lui, si sarebbe ritrovata nei guai fino al collo.

In ogni caso, non fece in tempo a rispondere che intervenne Jisung. - In realtà ha già un impegno, cena con noi stasera. -.
Giulia rimase confusa per qualche secondo a guardare Jisung, ma dopo che le fece l'occhiolino capì le sue intenzioni.
Oh benedetto sto ragazzo! - Si, è vero. Mi spiace. -. Inutile dire che non le dispiacque poi così tanto.
Danila annuì accennando che sarebbe stato per la prossima volta e se ne andò via con lo zaino in spalla. Giulia tirò un sospiro di sollievo.

- Grazie Jisung, mi hai salvata. -.
Jisung era un ragazzo particolare.
Aveva un viso da fare invidia agli angeli, non solo per via della sua bellezza, ma anche per la pura innocenza estetica; invece il carattere era un vero mistero perché con chiunque aveva un atteggiamento piuttosto savage, mentre con chi conosceva o per lo meno con chi gli stava simpatico, era molto gentile.
Per certi versi era molto simile a Giulia.

- Figurati, non augurerei a nessuno una serata con lui. - disse facendola ridere.

- Posso sdebitarmi offrendoti un caffè? -.

- No, tu verrai da noi a cena stasera. - affermò con un sorriso in viso.

- No dai, non scherzare. Danila non è più tra i paraggi. -.

- Sono serissimo, vieni da noi a cena. Io, Jeno e gli altri ci troviamo con degli amici e cuciniamo al residence. Unisciti a noi. -.
Giulia era lusingata, ma era piuttosto incerta se accettare o meno. A lei non piacevano le persone, quelle che conosceva le bastavano e l'idea di conoscerne altre le metteva ansia. Aveva timore di non divertirsi, di non integrarsi e di non essere affatto calcolata.

Viraha; Mark LeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora