5. Avevo solo desiderato un pò di pace

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1 settembre 1941

Non appena finì di mangiare, Adhara si alzò di scatto dal tavolo.
-Ho un po' di mal di testa, vado a prendere un po' d'aria.- mentì rivolta a Druella e Dean.
Dean si limitò a sorriderle e augurarle buona serata mentre Druella la guardava sospettosa. Sperò che la ragazza non avesse capito cosa fosse successo con Riddle perché altrimenti le avrebbe fatto un terzo grado più tardi e non era proprio dell'umore.
Quando Adhara si ritrovò nei corridoi vuoti lasciò andare un sospiro che non si era accorta di trattenere.
Decise di recarsi nella stanza delle necessità; aveva decisamente bisogno di distrarsi senza nessuno attorno.
Percorse i sette piani che la separavano dalla stanza rimuginando su Riddle e chiedendosi dove potesse essere e cosa stesse facendo in quel momento. Quando arrivò di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll" camminò tre volte avanti e indietro pensando intensamente a ciò che voleva trovare dentro la stanza. La porta apparve e lei riuscì ad entrare.

Al centro della stanza c'era un pianoforte. Sorrise. I genitori le avevano insegnato a suonare il pianoforte quando era ancora una bambina e il suo suono aveva il potere di rilassarla in qualsiasi occasione.
Si sedette e accarezzò i tasti, in quel momento le sembrò di ritrovare un vecchio amico.
Dalle finestre entrava la flebile luce della luna e decise di suonare "Sonata al chiaro di luna", una canzone di un autore babbano di nome Beethoven.

Si trattava di una canzone che l'aveva sempre rilassata ma che le aveva anche portato una tristezza e una sorta di angoscia, come quella che sentiva in quel momento. Nella sua testa e nel suo cuore c'era un tumulto di emozioni alle quali non sapeva dare un nome e che ruggivano per uscire.
Appena le dita toccarono i tasti e la melodia iniziò a riempire il silenzio, si sentì subito meglio. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quelle dolci e familiari note.
Suonò tutta la canzone, finché il marasma di pensieri che aveva in testa non si fu placato. Fece un respiro profondo e quando riaprì gli occhi trasalì. Non era sola. Davanti a lei c'era Tom Riddle che la guardava, in silenzio. Chissà da quanto tempo era lì. Si sentì avvampare. Non poteva credere a quell'intrusione nella sua privacy. Non poteva credere che lui l'avesse vista in quello stato di totale abbandono senza che lei se ne accorgesse.
-Meraviglioso Flint, davvero meraviglioso.- disse senza far trapelare alcuna emozione.
Adhara fece per alzarsi ma la voce di Tom la fermò.
-No...ti prego continua, fai come se non ci fossi. Mi piace starti ad ascoltare.-

Stava per dirgli che si trattava di una melodia babbana ma si morse la lingua e si lisciò la gonna prima di respirare intensamente e ritornare a suonare. Cambiò canzone, sempre scegliendo un autore babbano. Ne scelse un'altra che adorava e che era sempre stata in grado di infonderle calma, il Notturno N°2 di Chopin.


Ora che non era più sola gli era difficile concentrarsi, e la consapevolezza che fosse proprio lui a ascoltarla le faceva arrivare i brividi alla schiena. Lui dal canto suo non poteva far altro che rimanere a guardarla, ammaliato dalla melodia e dai suoi gesti. Quando era entrato nella stanza delle necessità non avrebbe mai immaginato di trovarci qualcuno, tantomeno lei che suonava. Era innegabile che fosse una piacevole sorpresa.

Dopo minuti, o forse ore, si avvicinò senza fare rumore e si sedette accanto a lei.
-Vuoi provare?- sussurrò lei guardandolo con la coda dell'occhio.
Lui alzò le spalle sorprendendo se stesso mentre pronunciava a bassa voce: -Perché no?- Solitamente non si era mai interessato a passatempi poco utili come la musica, ma vedere la ragazza suonare l'aveva incuriosito.
Lei gli prese la mano con la sua guidandola sui tasti mentre gli insegnava le cose più basilari. Stranamente lui non fu infastidito dal tocco della ragazza, anzi gli fece piacere sentire la sua pelle liscia e calda contro di lui, imparare quelle cose da lei. Lui si scoprì alcune volte a sorridere perché vederla atteggiarsi da professoressa per insegnargli a suonare, la rendeva terribilmente buffa ai suoi occhi. 
Tom era un bravo allievo e imparava in fretta, come con ogni cosa. Iniziarono a suonare assieme qualcosa di semplice. Adhara si sentiva in pace e sapeva che, in quel momento, da qualche remota parte del suo essere, anche Tom era in pace. La musica aveva questo potere.
Il tempo passava in fretta e presto sentirono rintoccare la mezzanotte. Erano ampiamente fuori dal coprifuoco.
Tom, trasalì a quel rumore e improvvisamente smise di suonare. Dopo una rapida, fredda occhiata scattò in piedi serrando la mascella.

 Dopo una rapida, fredda occhiata scattò in piedi serrando la mascella

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-Buona serata Flint.- disse prima di girare sui tacchi e andarsene di fretta.
La ragazza rimase sbigottita da quel cambiamento così improvviso e si chiese cosa potesse mai aver fatto di sbagliato.
Rimase per un po' a fissare il punto in cui fino ad un attimo prima c'era il ragazzo e poi decise di tornare al dormitorio. Se l'avessero beccata a gironzolare il primo giorno chissà quale punizione le sarebbe toccata.
Quando rientrò nel dormitorio era talmente trafelata che non si accorse che Riddle era in piedi accanto al camino al centro della sala. Lui però la sentì rientrare e vide che lei stava salendo le scale e la guardò finché la sua ombra scomparve dietro la porta della sua camera.

Adhara si coricò ancora vestita, era decisamente troppo provata dagli eventi.
Prima di dormire un pensiero la colpì: chissà a quale necessità aveva pensato Riddle per trovarsi li con lei.

Nel frattempo al piano inferiore, Tom camminava nervosamente su e giù per la sala comune cercando di calmare la tempesta che si era scatenata nella sua testa. Aveva sprecato ore preziose che avrebbe potuto utilizzare per stare in biblioteca a cercare informazioni riguardo la Camera dei Segreti per darsi a inutili passatempi con quella stupida ragazzina. In realtà la ragazzina era tutt'altro che stupida. Anzi, era una continua scoperta, era talmente piena di risorse da riuscire a stupire persino uno come lui. Tom Riddle solitamente non si lasciava distrarre da niente e nessuno ma quella sensazione che aveva sentito nello stomaco quando l'aveva vista suonare era stata più forte di lui. E niente poteva essere più forte di lui. Si arrabbiò e si vergognò di se stesso per aver solo pensato e provato certe cose. Con una manata scagliò nel fuoco un vaso di fiori che c'era sul tavolino di fronte a lui ed esso si ruppe con un fragore che avrebbe probabilmente svegliato qualcuno. Si appoggiò al bordo del camino con mani tremanti cercando di regolarizzare il respiro prima di andare a letto al piano di sopra.
Si rigirò a lungo nel letto maledicendo se stesso e quella sua parte debole che non sapeva di avere e non accettava.
In fondo lui quando aveva camminato 3 volte davanti alla porta della stanza aveva solo desiderato un po' di pace.

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Ciao, sono tornata dopo un periodo di silenzio stampa! Spero di riuscire ad essere un po' più regolare con gli aggiornamenti...cosa ne pensate, vi sta piacendo? Aspetto i vostri commenti, mi piace sapere quali sono le vostre impressioni :)

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