73. Sono le tue ultime parole?

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"...però ci furono quelli
Che ebbero per casa solo il cuore.
Sospeso tra abissi e buio - di una vita
Tutta nell'invisibile - il cuore
Che lentamente si crepava e null'altro."

13 marzo 1945, 5 ore alla Fine

Adhara non si sbagliava. Erano mesi che sentiva che qualcosa non andava e ne aveva avuto la conferma ormai da un pò.
Doveva dirglielo. Aveva deciso. Non poteva più tenerlo nascosto o sarebbe impazzita. Doveva trovare una soluzione, fosse essa con lui o senza di lui.
Dopo aver aspettato il momento giusto che ovviamente non arrivava mai, Adhara aveva capito che il momento giusto non esisteva. Non ci sono situazioni adatte per parlare di certe cose.

Quel giorno, dopo pranzo, aveva raccolto tutto il proprio coraggio e, con passo svelto, aveva cercato Tom per tutta la scuola.
L'aveva poi incontrato in Sala Comune: come sempre era intento a leggere.
-Ciao.- esordì lei sedendosi di fronte al ragazzo che fece un lieve sorriso e riportò lo sguardo al proprio libro.
Adhara roteò gli occhi e allungò la mano chiudendogli il libro e guadagnandosi un'occhiataccia.
-Che c'è?- sibilò lui spazientito. Era arrivato a un passaggio interessante e non desiderava essere interrotto proprio in quel frangente.
-Dobbiamo parlare.-
-Fammi finire il capitolo e parliamo!- ordinò lui stizzito, allungandosi per cercare di riaprire il libro.
-NO! Adesso!- sibilò la ragazza alzandosi di scatto e iniziando a camminare diretta al cortile esterno.
Com'era prevedibile dopo qualche istante Tom la seguì a ruota e camminarono uno accanto all'altro fino all'entrata del castello. Di tanto in tanto il ragazzo le lanciava delle occhiate di sottecchi per cercare di capire cosa le passasse per la testa e dovette stringere i pugni per impedirsi di leggerla.
Sperava con tutto se stesso che la cosa di cui lei volesse parlargli fosse l'unica che l'avrebbe fatto sentire soddisfatto e durante il tragitto se ne convinse.
Il cortile era deserto perché quel giorno tirava un vento gelido e grossi nuvoloni minacciavano un acquazzone.
Quando la porta d'entrata si chiuse alle loro spalle, Tom andò subito verso di lei sorridendo, cosa che lasciò abbastanza sconcertata Adhara: non era abituata a vederglielo fare.
-Lo sapevo che avresti finalmente accettato!- esclamò prendendole le mani.
La ragazza si irrigidì e corrucciò la fronte: era confusa.
-No frena, frena, frena. Di cosa stai parlando?- domandò ritraendosi dalla sua stretta.
-Beh ma dell'Horcrux ovviamente!- rispose abbassando repentinamente il tono di voce e guardandosi attorno di sottecchi con circospezione.
Era ovvio che non ci fosse nessuno oltre a loro ma la prudenza non era mai troppa.
Adhara si portò la mano sulla fronte all'istante causando un rumore secco.
-Merlino, no non era di questo che...-
Venne subito interrotta e rimase a bocca aperta con le parole che voleva dire ancora bloccate sulla lingua.
-E allora di cosa? PErché non credo che al momento ci possa essere altro di cui parlare!- ringhiò Tom con la delusione che si faceva spazio sul suo viso.
-E invece si!-
-Non voglio parlare di nient'altro Flint!- ruggì alzando la voce e allontanandosi da lei per cercare di non farle del male.
La ragazza incassò impercettibilmente la testa tra le spalle di fronte a quell'aggressivitá e valutò se fosse il caso di estrarre la bacchetta dall'uniforme.
Il suo cuore andava sempre più forte perché sapeva esattamente dove sarebbe finita quella conversazione e sapeva altrettanto bene che non avrebbero parlato di ciò che le premeva di più in quel momento.
Ci fu un attimo di silenzio in cui Tom serrò gli occhi e si morse leggermente il pugno chiuso nel tentativo di riprendere il controllo delle proprie emozioni.
Poi, dopo alcuni respiri, li riaprì e la guardò serio.
-Devi creare un Horcrux!- esclamò di nuovo scandendo le parole una alla volta come se cercasse di inculcarle in testa un concetto elementare.
-Ne abbiamo parlato così tante volte che ho perso il conto...- disse sconsolata lei alzando lo sguardo verso il cielo e chiudendo gli occhi.
Proprio in quel momento iniziarono a cadere le prime gocce di pioggia e Adhara le sentì scivolarle sulle palpebre chiuse.
Il cielo stava piangendo al posto suo, lei che di lacrime non ne aveva più.
Si sentiva sconfitta e frustrata. E terribilmente stanca.
-Questa storia sta rovinando tutto.- aggiunse dopo qualche istante tornando a guardare il ragazzo.
Tom serrò la mascella.
-Cosa stai insinuando?-
-Che non vedi più nient altro che non sia questa follia del mio Horcrux. Ne sei ossessionato.-
Tom fece un respiro profondo e le si avvicinò.
-Tu sei una debolezza per me! Potrebbero usarti contro di me!- disse  con urgenza e con vero terrore negli occhi.

Amortentia - A Tom Riddle StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora