41. Sarebbe un peccato se tu cadessi accidentalmente nel lago

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1 giugno 1943

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1 giugno 1943

Adhara era seduta sulla riva del lago a leggere un libro dopo aver dato uno degli ultimi G.U.F.O. Gli esami stavano andando decisamente bene, del resto aveva studiato giorno e notte con Tom negli ultimi mesi.
Quel giorno aveva deciso di godersi un pò il sole caldo che quella primavera si era fatto decisamente desiderare, in compagnia di una buona lettura.
Si sentiva serena e rilassata. Di lì a poco sarebbe finita la scuola e Tom avrebbe passato l'estate da lei, approfittando ancora della sua biblioteca fornitissima.
Mamma  e papà non sarebbero ovviamente stati presenti, dato che dopo l'estate precedente si erano dati alla macchia, quindi la casa sarebbe stata vuota. Era contenta che lui andasse con lei, non avrebbe sopportato l'idea di essere a casa da sola in quel posto.

All'improvviso un rumore di rami spezzati seguito da un movimento alle sue spalle la fece trasalire.
Si voltò di scatto per vedere Cassandra Clearwater che le andava incontro con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
Adhara non fece in tempo a sguainare la bacchetta che subito un incantesimo la colpì in pieno petto facendola cadere all'indietro. Con orrore si rese conto che la propria bacchetta era volata a diversi metri di distanza e non avrebbe potuto recuperarla.
Intanto, Cassandra, con la sua immancabile sciarpa di piume rosa, torreggiava su di lei con una luce folle nello sguardo.
-Tu...me l'hai portato via.- disse con disprezzo sempre tenendo la bacchetta su di lei.
Adhara roteò gli occhi. Non poteva credere che quella ragazza fosse cosí stupida.
-Senti...smettila. È lui che ha fatto la sua scelta. Sei penosa Cassandra.- replicò Adhara cercando di rimettersi in piedi con un fianco indolenzito dalla caduta.
Per tutta risposta Cassandra le puntò la propria arma alla gola, tremante di rabbia.
-Non osare mai piú parlarmi così stronzetta!- strillò per poi abbassare la voce e avvicinare il proprio viso a quello della rivale.
-Sarebbe un vero peccato se tu finissi accidentalmente nel lago eh?-
Adhara la guardò sgranando gli occhi e venne scaraventata in aria prima di avere il tempo di dire o fare qualunque cosa.
L'impatto con l'acqua fu violento e Adhara non fece in tempo a formulare un pensiero razionale che si sentì afferrare e trascinare da qualcosa verso il fondo. Cercò di lottare contro la cosa che la stava facendo affondare ma con scarsi risultati. Ebbe l'impressione che non fosse solo una cosa a trascinarla, ma diverse. Probabilmente erano degli Avvincini.
Decise di smettere di lottare: farlo avrebbe significato sprecare ossigeno prezioso e diminuire ancora di più le possibilità di uscirne viva...ammesso che ce ne fossero. Vide la superficie allontanarsi sempre di più sopra di lei, la luce diminuire.
L'aria iniziò presto a mancarle e il paesaggio circostante oltre a diventare sempre piu buio diventò più sfocato. I polmoni le bruciavano e avrebbe potuto letteralmente uccidere pur di poter avere una boccata d'aria. Cercò di impedire a se stessa di aprire la bocca e annaspare ma non ci riuscì. L'acqua gelida del lago iniziò a entrarle in gola. Morire annegata era una delle sue più grandi paure e stava succedendo proprio in quel momento. 
Tom. Non l'avrebbe più rivisto.
Con l'ultimo sprazzo di lucidità, sperando che sarebbe riuscita a farsi sentire, urlò con tutta la sua forza mentale "TOM! Aiutami!".
Poi, il buio.

Amortentia - A Tom Riddle StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora