29.Cascare in qualche sporco giochetto

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16 gennaio 1943

Adhara non aveva dormito molto quella notte.
Non aveva fatto nient'altro che rigirarsi nel letto pensando a ciò che era successo in quell'aula il giorno prima.
Continuava a sentire le labbra di Tom sulle sue e desiderava sentirle nuovamente. Tutto le era sembrato così giusto in quel momento, come se il suo posto fosse proprio lì, con lui, in quel modo.

Nemmeno Tom aveva chiuso occhio. Aveva passato la notte di sotto, nella Camera dei Segreti a cercare di elaborare un piano per far entrare in scena in Basilisco, fallendo miseramente.
L'immagine di Adhara con le labbra arrossate e i capelli scompigliati continuava a tormentarlo.
La stava odiando con tutto se stesso. Lui aborriva qualsiasi cosa che potesse legarlo ad un altro essere umano, e quella che era successa poche ore prima, era decisamente una cosa che legava due esseri umani. Oltre ad odiare Adhara però, doveva odiare anche se stesso. Era lui che aveva permesso a quella ragazza di avvicinarsi, era lui che l'aveva messa nella condizione di desiderarlo. Non aveva calcolato che anche lui avrebbe potuto essere attratto da lei, non aveva calcolato la propria stupida parte debole ed umana: era stato un errore imperdonabile al quale avrebbe dovuto trovare immediatamente rimedio.

Adhara si preparò per le lezioni sentendo una certa agitazione crescerle nel petto. Come avrebbe dovuto comportarsi con Tom? Probabilmente, conoscendolo avrebbe fatto finta di nulla e lei si sarebbe adeguata, rimanendo come una povera stupida ad aspettare e sperare che succedesse nuovamente. Detestava questo proprio lato. Si sentiva così inerme e ininfluente sugli eventi. Avrebbe dovuto assolutamente cambiare, lasciar uscire il leone che le ruggiva in petto e prendere in mano le situazioni.
Diede ancora un'occhiata alla propria immagine riflessa nello specchio e si diresse in sala grande per la colazione.
Si sedette al tavolo dei Serpeverde e vide che Tom non c'era. In compenso, i suoi scagnozzi la guardavano fissa. Avrebbe voluto chiedere loro che problema avessero ma la voce di Druella la distrasse.
-Che brutta cera, dormito male?- domandò addentando un muffin.
Adhara alzò gli occhi al cielo.
-Grazie, sempre cosí delicata.- disse in modo sarcastico causando l'ilaritá dell'amica.
Si appoggiò al tavolo con la  testa tra le mani e sospirò.
-Che ti ha fatto?-
Adhara alzò la testa di scatto guardando Druella.
-Cosa? Chi?- domandò per poi iniziare a giocare col cibo che aveva nel piatto.
-Lo sai benissimo!-
Era indecisa se confidarle quanto successo o starsene zitta. Parlarne la terrorizzava. L'avrebbe reso ancora piú reale.
-Allora?- la punzecchiò Druella.
-Mi ha baciata.- mormorò Adhara esasperata senza guardarla negli occhi.
Vi fu un attimo di silenzio.
-Lui ti ha cosa??- strillò la ragazza catturando l'attenzione di tutti i presenti.
Immediatamente Adhara si alzò e le mise una mano sulla bocca per zittirla.
-Ssh zitta! Zitta! Non parlare!- sibilò digrignando i denti trattenendo l'amica che tentava di divincolarsi.
Tutti i presenti assistevano interessati a quel siparietto e Adhara li fulminò con lo sguardo: capirono subito dal suo sguardo che era meglio farsi gli affari propri e  tornarono a mangiare e a chiacchierare come se nulla fosse successo.
Mollò la presa su Druella che stava per soffocare e si sedette.
-Devi raccontarmi ogni dettaglio!- sussurrò Druella agitata sorseggiando il suo the.
-Magari piú tardi. Devo andare!-
Lasciò la sua colazione ancora intatta e si alzò per sfuggire all'assalto di Druella. Si diresse verso i dormitori per preparare ciò che le sarebbe servito per le lezioni.
Stava percorrendo i corridoi quando sentí dei passi dietro di lei e una voce maschile che la chiamava.
Si voltò e vide Evan Rosier che le andava incontro.
-Ciao. Posso parlarti?-
Adhara corrugò la fronte e lo guardò sospettosa.
-Si...che c'é?- domandò poco convinta avvicinandosi a lui.
-Non qui.- disse solamente guardandosi attorno con circospezione e indicandole il portone d'ingresso con la testa.
Uscirono assieme nel freddo di quella mattina di gennaio.
-Quello che sto per dirti non ti piacerá...- iniziò lui.
-Non dubitavo che questo non fosse un incontro di "piacere".- lo interruppe in modo sarcastico Adhara incrociando le braccia al petto.
-Senti. Sarò breve. Ricordi quella sera in cui hai avuto quell'alterco con Malfoy nella Stanza delle Necessità?- domandò abbassando sempre di piú la voce.
Lei annuì.
-Non ricordi tutto ciò che é successo dopo. E voglio mostrartelo.-
-Mi stai prendendo in giro.- disse solamente Adhara.
L'ombra di un dubbio però iniziò a insinuarsi lentamente nella sua testa. Dopotutto, Riddle sarebbe stato piú che capace di cancellare dei ricordi a una persona.
-Leggimi la mente. Solo quel ricordo però.-
Adhara roteò gli occhi: non era per nulla interessata a vedere nient'altro nella mente di quel cretino.
Poi annuì e si concentrò guardandolo intensamente.
-Legilimens.- mormorò prima di venire catapultata nella testa di Rosier.
Non dovette nemmeno cercare: il ricordo era già li. Probabilmente il ragazzo stava pensando di proposito a quell'episodio così da farglielo trovare senza difficoltà.

Amortentia - A Tom Riddle StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora