66. Non ho mai avuto chances contro di lui, vero?

1.3K 70 13
                                    

D'ora in poi inizia il conto alla rovescia per la fine.

"Così eri: anche sul ciglio del crepaccio
dolcezza e orrore in una sola musica."

27 maggio 1944, 9 mesi e mezzo alla Fine

I mesi precedenti erano passati senza avvenimenti di particolare importanza. Tutti erano concentrati sullo studio e nessuno aveva molto tempo per altre attività.
Tom aveva passato il proprio tempo a cercare di irritare Adhara in tutti i modi possibili e lei poteva dirsi contenta di come si erano evolute le cose.
Le erano mancati i giochetti psicologici che faceva con Tom.
Ovviamente Dean ne era all'oscuro e lei si sentiva sempre più imprigionata dalla "relazione" che aveva con lui. Era come un castello di carte che lentamente iniziava a crollare.
E Tom se n'era accorto. Glielo leggeva negli occhi. E non vedeva l'ora di vederla finalmente libera da ogni difesa che si era costruita e che le impediva di lasciarsi andare a lui.

Quell'anno il ballo di San Valentino non c'era stato (con grande sollievo di Adhara).
Era stata però organizzata una serata per celebrare la fine dell'anno scolastico, qualche settimana prima degli esami.
A tutti era stato richiesto un abbigliamento consono all'occasione e Adhara, di malavoglia, aveva passato il pomeriggio con le sue amiche alla ricerca di un vestito.
Aveva optato per un vestito lungo di pizzo interamente nero che le lasciava scoperta la schiena: perfettamente in tinta con il suo umore. Sicuro avrebbe dovuto fingere di sorridere e divertirsi con Dean per tutta la sera mentre Tom, il vero oggetto delle sue attenzioni, si sarebbe presentato con qualcuna delle sue sciacquette.

Non appena incontrò Dean, il ragazzo le fece i complimenti per la sua bellezza (cosa che  la lasciò indifferente nonostante si finse contenta) e la sua attenzione fu subito attratta dalla catenina che la ragazza aveva al collo.
Solitamente la portava sotto la divisa e quindi Dean non l'aveva mai notata. Quella sera invece, a causa della scollatura, la catenina era in bella vista ma essendo lunga, l'anello poggiava contro il suo sterno, all'interno della scollatura.
Dean allungò la mano e lo sfilò da lì con un gesto che le diede parecchio fastidio. Lo fece come se fosse roba sua e pensare che si comportasse cosí con qualcosa appartenente a Tom la fece imbestialire.
-Cos'é?- domandò curioso senza dar segno di essersi reso conto dello sguardo infastidito di Adhara.
Con un gesto stizzito gli tolse il ciondolo dalle mani e lo ripose al sicuro contro la propria pelle, nascosto da sguardi indiscreti. Si sentí subito meglio a non vederlo piú tra le sue mani.
-Un regalo. Di mio padre.- tagliò corto in tono piatto.
La sua espressione fu sufficiente per far desistere Dean dal porre ulteriori domande.
Dopo un attimo di disagio il ragazzo si riprese e sorrise leggermente.
-Andiamo?- domandò porgendole il braccio.
Lei si limitò ad annuire e si incamminarono verso l'entrata, da cui proveniva un gran vociare.
Quando Adhara fece il suo ingresso, cercò istintivamente Tom tra la folla di studenti intenti a divertirsi.
Quell'abitudine non l'aveva persa mai. L'abitudine a cercare il suo punto fermo in mezzo alle altre persone.

Posso sentire il tuo respiro anche in questo caos.

E lo trovò subito, in fondo alla sala, ovviamente dove c'era il bancone delle bibite,  intento a parlottare con Evan Rosier. Presumibilmente si stavano accordando su quale Mezzosangue avrebbe dovuto passare una brutta serata.
Adhara fu sollevata di non vedere una ragazza accanto a lui: che non avesse invitato nessuna? Quel pensiero le rese immediatamente la serata piú tollerabile.

Il ragazzo si sentì osservato  e si voltò di scatto: dall'altro lato della stanza c'era Adhara stretta in un vestito scuro che lo guardava.
Sembrava che lo stesse pregando con gli occhi di portarla via di lì.

Basta che me lo chiedi e ti ci porto, ovunque tu voglia, basta che sia lontano da quell'idiota che ti sta tenendo per mano.

Amortentia - A Tom Riddle StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora