32. Lo sapevo che eri una puttanella

1.6K 95 15
                                    

23 gennaio 1943

Adhara aprì gli occhi a fatica.
Luce accecante. 
Tempie che martellano.
Senso di nausea. 
Ricordi vaghi.

Oh mio Dio ho quasi vomitato addosso a Tom Riddle. E alla fine gli ho vomitato davanti.
Oh mio Dio ho baciato Abraxas Malfoy.
Oh mio Dio mi sono presentata ubriaca marcia alla cena del Lumaclub.
Voglio morire.

Adhara si portò a sedere di scatto nel proprio letto, prendendosi la testa tra le mani. 
Ciò che era successo il giorno prima non era stato un brutto sogno. Era la realtà. E non poteva cancellarlo.
 Per fortuna almeno era domenica. Avrebbe avuto la giornata per riprendersi in vista della scuola il giorno dopo.
All'improvviso si rese conto di non essere sola nel letto: accanto a lei c'era Druella che dormiva. Probabilmente aveva vegliato su di lei quella notte. Come una vera amica.
Si, un'amica di cui non poteva assolutamente fidarsi. 
Adhara si alzò dal letto per dirigersi in bagno e il suo movimento fece svegliare Druella.
-Come stai?- le chiese subito Druella alzandosi anche lei e stropicciandosi gli occhi.
-Come una che non può fidarsi della propria migliore amica.- rispose con tono sprezzante guadagnandosi un'occhiata interrogativa da parte di Druella.
La ragazza roteò gli occhi.
-Non fare la finta tonta. Riddle mi ha cancellato la memoria e tu lo sapevi.- 
Druella si portò la mano alla bocca sussultando.
-Si...mi dispiace ma io...- provò a giustificarsi.
Adhara scosse la testa.
-Non riempirmi di stronzate. Non è il caso.-
Fece per voltarsi e andare verso il bagno ma la voce di Druella la fermò.
-Tu non ricordi nulla. Tu non sai com'eri conciata quando ti ha portata qui dicendo che sarebbe stato meglio per te dimenticare!- 
Adhara la squadrò da capo a piedi.
-Non è una giustificazione! Sei mia amica!- esclamò Adhara puntandole l'indice al petto.
-Ti ha portata qua in uno stato pietoso! Cosa dovevo fare? E sai perfettamente che se lui impone qualcosa non ci si può ribellare!- strillò Druella scoppiando a piangere. 
Per fortuna Eileen era una che si svegliava presto e quindi non era in camera in quel momento.
Adhara sospirò. Druella aveva ragione. Ma tenerle nascosto tutto, in quel modo...?
-Potevi parlarmene. Potevamo trovare una soluzione...- disse Adhara flebilmente sedendosi sul letto, un moto di nausea che le stringeva lo stomaco.
Druella si sedette accanto a lei e mise la propria mano su quella dell'amica.
-Era tarda notte e tu non eri ancora tornato. Lui mancava ormai da ore e avevo dedotto che dovevate essere assieme. Quando l'ho visto rientrare e tu non c'eri ho pensato che ti fosse successo qualcosa...gli ho detto di andare a cercarti. E poi lui è piombato qui nel pieno della notte con te in braccio, priva di sensi. È stato spaventoso. Eri come svenuta, eri completamente fradicia di sudore ma al tempo stesso tremavi. Ho notato che avevi pianto. E lui ti ha cancellato la memoria dicendo che era meglio così. Io non sapevo cosa potesse essere successo ma doveva per forza essere qualcosa di grave...e lui aveva quel suo sguardo inquietante. Ti lascia completamente disarmata, incapace di fare qualsiasi cosa...-
Druella piangeva come una fontana e Adhara l'abbracciò stretta. Sapeva perfettamente cosa fosse in grado di scatenare Riddle nella testa delle persone.
-Ti prego promettimi che starai attenta con lui. È malvagio, lo so. Lo sappiamo in molti ma nessuno riesce a resistergli in alcun modo.-
Adhara sospirò. Druella non sapeva che lei e Riddle condividevano molto più di ciò che poteva sembrare. Molti segreti. Molta vita. Molta malvagità. 
-Te lo prometto.- disse piano, accarezzandole i capelli.
-Scusami.- mormorò l'amica.
La ragazza scosse il capo.
-È a posto. Davvero.- 
Scuotere il capo si rivelò un'azione tremendamente azzardata perché Adhara dovette correre in bagno onde evitare di ripetere la performance della sera prima, questa volta davanti a Druella.
-Hai bisogno?- domandò l'amica da dietro la porta del bagno, con una nota di divertimento nella voce.
Adhara emesse un grugnito molto poco femminile e tirò lo sciacquone per poi rimettersi in piedi e guardare la propria immagine nello specchio.
-Mi racconterai ciò che è successo, vero?- chiese Druella con curiosità e speranza nella voce.
Adhara grugnì di nuovo in risposta, guardandosi.
Si spaventò. Mai nella vita era stata in una situazione così pietosa. Aveva rossetto sparso per tutta la faccia, occhiaie profonde e il trucco degli occhi tutto sbavato. Per non parlare dei capelli: parevano un nido.

Dio Riddle, solo tu sei in grado di portarmi a fare certe cose.

Urgeva una doccia.

Nello stesso istante Riddle si stava recando in biblioteca, come al solito, per studiare. La notte precedente era stata terribile: l'aveva passata a rigirarsi nel letto pensando e ripensando alla ragazza ubriaca marcia che stava probabilmente dormendo a pochi metri da lui e a quanto avrebbe voluto essere con lei a controllare che non si cacciasse in qualche guaio.
Il suo umore era pessimo ma ciò che lo rallegrava almeno un pò era il fatto di avere ancora il coltello dalla parte del manico in quella situazione. Di lì a poco avrebbe potuto mettere Adhara e Malfoy entrambi al proprio posto e ristabilire l'ordine naturale delle cose.
All'improvviso delle voci nel cortile deserto attirarono la sua attenzione. Erano i suoi tirapiedi. E stavano confabulando in sua assenza.
-Beh, ci siamo baciati. È ho scoperto un lato di lei che non è solita mostrare...un lato davvero particolare...a questo punto mi manca davvero poco per riuscire a portarmela a letto. Se è come penso, a letto sarà davvero una puttana.-
Era stato Malfoy a parlare. Tutti scoppiarono a ridere sguaiatamente, ignari del fatto che Tom avesse sentito tutto. Come osava quell'idiota prendersi gioco di lui e della sua autorità...e parlare di lei in quel modo?
Il suo viso si tramutò in un ghigno: una punizione esemplare si stava delineando ancora meglio nella sua mente e non vedeva l'ora di metterla in pratica. Avrebbe dovuto incontrarsi con Malfoy e gli altri prima di pranzo per discutere alcune questioni e lì avrebbe cominciato a tessere la propria ragnatela.

Quello stesso giorno, a pranzo, Malfoy chiese ad Adhara di fare una passeggiata con lui al pomeriggio. La ragazza accettò: in quel modo almeno avrebbe potuto dirgli che ciò che era successo il giorno prima era stato un errore e che non voleva che ci fosse alcun seguito. 
Dato che il sole splendeva, optarono per il Lago Nero. 
Camminarono in silenzio, a lungo, per poi fermarsi su una panchina abbastanza isolata sulla quale era solita a fermarsi con Tom.
-Senti, riguardo a ieri...- cominciò Adhara.
Malfoy le mise subito l'indice sulla bocca, come a volerla zittire.
Poi si avvicinò a lei e la baciò con foga. 
La ragazza provò a ritrarsi ma lui le bloccò la testa con le mani.
-Per favore, lasciami.- 
-Oh assolutamente no. Dal primo momento ho desiderato fare questo con te.- 
Lei continuava a lottare per tenerlo lontano ma quello non voleva saperne.
-Non fare la bambina! So che lo vuoi anche tu.- esclamò lui cominciando ad allentarle la cravatta verde e oro.
Provò a scostarlo ma lui approfittò dello sbilanciamento del corpo di Adhara per buttarla a terra. La ragazza picchiò violentemente la schiena e lasciò andare un gemito di dolore.
-Lasciami, smettila!- gridò lei cercando di toglierselo di dosso non appena si fu ripresa dalla botta, con scarso successo. Il cuore di Adhara accelerò schiantandosi contro la cassa toracica in una corsa dolorosa, fino a mozzarle il fiato. Il panico stava prendendo il sopravvento togliendole la lucidità.
La ragazza notò che Malfoy aveva un ghigno perfido e gli occhi assenti, proprio come il giorno prima ad Hogsmeade.
Quando Adhara tentò di gridare per chiedere aiuto, lui le coprì la bocca con la mano.
-È inutile, tanto non ti sentirà nessuno.-
La teneva bloccata col proprio corpo mentre con le mani armeggiava con la camicia della divisa, aprendola e rivelando il suo reggiseno rosso di pizzo. 
-Lo sapevo che eri una puttanella.- mormorò Malfoy lasciando una scia di baci umidi sul suo collo. Le si rivoltò lo stomaco.
La ragazza sentiva le sue mani su di lei e avrebbe desiderato urlare, avrebbe desiderato scostarlo da sé. Dalla sua bocca però, non uscì alcun suono. E si accorse di essere troppo debole in confronto a lui. Si sentiva terribilmente impotente, sentiva che il suo destino era ormai segnato e nulla sarebbe mai più tornato al proprio posto. Desiderava scomparire, per lo schifo e lo sporco che si sentiva addosso. 

Vorrei che tu fossi qui Tom. Che vedessi cosa mi sta facendo il tuo amico. Che mi restituissi la dignità che lui mi sta togliendo. Io lo so che tu non permetteresti mai che mi succedesse una cosa del genere. Che se tu lo sapessi, non esiteresti a salvarmi, nonostante l'astio verso l'altro che da sempre ci accomuna, nonostante le nostre liti, nonostante tutto. Ti prego fermalo. Ti prego dimmi che  è tutto finito.

La mano di Malfoy scese verso la sua gonna e lei chiuse gli occhi con forza. Non voleva vedere nulla. Non voleva ricordare niente a livello visivo di quei momenti. Aveva paura che la vista del cielo azzurro o dell'acqua del lago le avrebbe ricordato per sempre quell'esperienza. Malfoy stava violando lei. E stava violando quel luogo che un tempo era stato suo e di Riddle. Smise di dibattersi e cercare di liberarsi. E proprio mentre Adhara si arrese all'inevitabile e smise di lottare, qualcosa ruppe quella bolla di paura.
Una voce. La SUA voce. Fredda e tagliente, come un coltello affilato fra le scapole.

-Malfoy.-

Amortentia - A Tom Riddle StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora