1. Sei una maledetta. Proprio come me.

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1 settembre 1938

I suoi genitori l'avevano chiamata Adhara, in onore della 22esima stella più luminosa della volta celeste.
Il nome era davvero azzeccato. Nonostante fosse una ragazzina di appena 12 anni, aveva attorno a sé un'aura che non le permetteva di passare inosservata. Attirava gli sguardi delle persone senza realmente volerlo, per la maggior parte del tempo non se ne rendeva conto, ma quando se ne accorgeva era molto a disagio.
Forse erano i suoi capelli neri, lisci e lunghi fino alla vita, molto diversi dalle mode dell'epoca. Forse erano la sua carnagione bianchissima e il suo fisico minuto che la rendevano più simile ad un elfo che a una strega. O forse erano i suoi occhi: per uno strano scherzo della genetica chiamato Eterocromia, i suoi occhi avevano due colori diversi. L'occhio destro era azzurro, tendente al verde. Il sinistro era anch'esso tendente al verde ma aveva, nella parte bassa della pupilla, una zona marrone chiaro. A 12 anni doveva ancora decidere se questo per lei rappresentasse una fonte di disagio, o se essere felice di questo dettaglio particolare.
Comunque, a parte questo dettaglio che da lontano nemmeno si notava, non riusciva a capacitarsi di cosa la rendesse così interessante. Ed era anche un pò infastidita di non riuscire mai a nascondersi nella massa senza far accorgere nessuno della sua presenza. E questo successe anche quel primo giorno ad Hogwarts. Molte persone erano state incuriosite da lei durante la cerimonia di smistamento, e non sapeva che il fatto di attirare l'attenzione di un suo coetaneo in particolare, avrebbe cambiato la sua vita per sempre.

Tom Riddle, un ragazzino pallido e magro dai capelli corvini e gli occhi scuri come la pece se ne stava seduto davanti a tutti in attesa che il cappello parlante venisse calato sulla sua testa.

Erano passati solo pochi giorni da quando un uomo anziano con la barba lunga e dei vestiti bizzarri gli aveva fatto visita in orfanotrofio e l'aveva portato via da quel luogo orrendo facendogli scoprire un mondo fino ad allora sconosciuto. Finalmente poteva dare un nome a quelle sensazioni che sentiva, a quelle cose strane che gli accadevano e che faceva accadere alle persone attorno a lui. Tutto ciò si chiamava magia e lui non vedeva l'ora di imparare a controllarla per diventare padrone di quei poteri che amava tanto usare. Aveva deciso: avrebbe studiato per acquisire delle conoscenze tali da diventare potente e temuto nel mondo magico e anche nel mondo dei cosiddetti "babbani".

Non appena la dua vista venne oscurata dal cappello, esso urlò senza esitazione alcuna:
-SERPEVERDE!-
Si diresse al tavolo tra gli applausi generali, molto compiaciuto. Dal primo momento che aveva messo piede a Hogwarts si era sentito attratto da quella casata. Forse era stato per il suo amore per i serpenti (con i quali riusciva a comunicare) o forse per altre ragioni che allora gli erano sconosciute, ma aveva saputo subito quale sarebbe stato il suo posto.
Allo stesso tavolo era seduta Adhara Flint, che poco prima era stata smistata a sua volta a Serpeverde. Ovviamente non avrebbe potuto finire altrove: era infatti discendente di una delle "Sacre Ventotto", ovvero le famiglie considerate "pure" da Salazar Serpeverde.

Dal posto in cui era seduto poteva guardarla meglio di quanto avesse potuto fare poco prima mentre lei saliva sul palco per essere smistata. Istintivamente sentì una forte antipatia verso quella ragazza. Solitamente lui non provava nulla (se non disprezzo) per nessuno, tuttavia lei gli era sembrata subito molto interessante e magnetica: questo non aveva fatto altro che metterlo sull'attenti e infastidirlo.
In particolare lo infastidivano i suoi capelli lunghi, troppo lunghi per gli standard dell'epoca. Sembrava una selvaggia.
Improvvisamente, quasi avesse sentito i suoi pensieri lei si voltò di scatto e fece scontrare i loro sguardi per degli attimi che sembrarono interminabili.
Tom si accorse in quel momento del fatto che i suoi occhi erano differenti uno dall'altro e ne rimase molto sorpreso. Non aveva mai visto nulla di simile. Si appuntò mentalmente di andare a cercare informazioni riguardo a questa anomalia.
Immerso nei suoi pensieri non si rese conto che non aveva ancora staccato il suo sguardo dalla ragazza e rimase sbigottito quando sentì una voce femminile e cristallina nella sua testa che diceva: - Che hai da guardare?-
Adhara, quando vide Tom sgranare gli occhi fece un sorrisetto compiaciuto e abbassò lo sguardo sul suo piatto dove era comparso dell'arrosto con patate.
"Sei una maledetta. Proprio come me." pensò Tom indeciso se essere divertito o infastidito da quell'atteggiamento sgarbato e dal fatto che lui non era ancora in grado di comunicare mentalmente.
Aveva deciso: le avrebbe dato una lezione più avanti.

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