17.0

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Josephine's point of view

Nei giorni che passo a Londra faccio una conoscenza più approfondita di Lewis, visto che mi ritrovo a passare intere giornate con lui, un po' per lavoro e un po' perché in realtà non conosco nessun altro e di stare chiusa in hotel tutto il giorno, non mi va.
Rispetto a come viene descritto dai media, è totalmente un'altra persona: è molto simpatico, dolce e romantico, sicuramente molto diverso da Daniel.
Daniel.
Non lo avevo praticamente mai sentito in questi giorni, o meglio, gli avevo scritto diverse volte, ricevendo risposte fredde o addirittura non ricevendo niente.
Per questo il mio umore era sceso a terra come la pioggia londinese e non vedevo l'ora di tornare a New York, così da poter stare un po' con le mie amiche, anche se bisogna dire che Lewis era molto bravo a confortarmi anche senza sapere il perché del mio malumore.

Sospiro finendo di mettere in valigia tutti i vestiti sparsi per la stanza del lussuoso hotel, e mi blocco quando sentì bussare alla porta.
"Chi è?" domando avvicinandomi all'entrata della stanza "Lew" esclama la voce dall'altra parte, facendomi spuntare un sorriso; apro la porta e mi ritrovo davanti a me l'inglese tutto sorridente con la colazione in mano, tipica cosa che faceva sempre Daniel, "sono venuto a portarti la colazione e a salutarti" afferma porgendomi un cappuccino e un croissant, che addento subito, "grazie Lew, non dovevi" affermo facendolo entrare e chiudendo la porta "sono io che devo ringraziarti, sarebbe stata una noia qua se non ci fossi tu a farmi compagnia" affermo sorridendo e sedendomi con lui sul letto "e a me ha fatto piacere stare con te" risponde guardandomi intensamente negli occhi, avvicinandosi sempre di più a me.
Il mio telefono risuona nella stanza spezzando un momento che stava diventando, per me, fin troppo imbarazzante.
"È la sveglia... tra poco devo andare" affermo spengendo il suono continuo del mio cellulare per poi chiudere la valigia "fammi sapere quando torni a Londra" afferma alzandosi in piedi con un piccolo sorriso, quasi deluso dalla conclusione di ciò che era appena stato interrotto, "certo! e se mai tu venissi a New York, mandami un messaggio!" esclamo girandomi e sorridendogli, per poi abbracciarlo "ovvio... fammi sapere quando atterri" sussurra al mio orecchio dopo avermi lasciato un bacio sui capelli.

Tredici ore dopo mi ritrovo nella nevosa New York con meno cinque gradi e, forse, l'odiosa pioggia londinese non era poi cosi odiosa.
Sbuffo quando entro in casa, trascinando il mio trolley, che semina acqua per tutto l'ingresso è, la prima cosa che faccio, è accendere i termosifoni.
Mi privo della giacca e della sciarpa e mi abbandono sul divano, stremata dal lungo viaggio.
Tiro fuori il telefono e la prima cosa che noto è lo sfondo con me e Daniel a Disneyland e sento che qualcosa mi manca, così apro whatsapp controllando il suo ultimo accesso e, se possibile, arrabbiandomi ancora di più.
Davvero non riuscivo a capire il perché della sua assenza visto che, quando ci eravamo salutati, mi sembrava che andasse tutto bene.
Esco da whatsapp e chiamo Sara che costringo a far venire da me e subito dopo, ordino due pizze.

"Dove hai lasciato lo sposo?" domando a Sara quando entra in casa mia e, al sentire la mia domanda, mi uccide con lo sguardo "guarda, lasciamo perdere!" esclama attaccando con forza la sciarpa all'attaccapanni facendomi ridacchiare "cosa è successo?" domando andando sul divano, seguita da lei "vuoi davvero sapere cosa ha fatto quello stupido?! va bene... te lo racconto! Perché lui è proprio scemo!" inizia a urlare facendomi ridere ancora di più, visto che Sara avevo un modo tutto suo e molto teatrale per raccontare le cose, che era molto divertente da vedere "ha deciso di andare in Olanda... perché?! perché la sua amichetta faceva diciotto anni!" urla restando in piedi e gesticolando "wow, sono passati sette anni dai miei diciotto anni" affermo facendola arrabbiare ancora di più "e dai mia nove anni!! ti rendi conto?!" esclama per poi buttarsi sul divano e mettersi le mani sul viso "sono una vecchia e lui si stancherà di me! guarda, ho i capelli bianchi, le rughe... è normale che preferisce stare con la diciottenne" afferma facendomi sorridere teneramente "a me qui sembra che la scema sei te! ma cosa stai dicendo?! non sei vecchia! sei una donna e sei super figa" esclamo togliendole le mani dal viso "magari è un'amica di famiglia, la conosce da tanto, ed è normale che vada al suo diciottesimo.. non era ancora tornato a casa dalla fine dei GP" affermo cercando di farla ragionare "ma non eravate insieme l'altro giorno? ho visto che avete preso un'aereo" domando poi vedendola annuire "si, avevo del lavoro a Orlando, poi lui è andato in Olanda e io sono tornata ieri qua" afferma Sara per poi sbuffare "che palle, non gli ho nemmeno più risposto da ieri, e lui continua a chiamarmi" afferma facendomi ricordare di cosa invece stava facendo Daniel con me.
"Cos'è questa faccia morta?!" afferma dopo avermi fissata per qualche secondo "cosa ha combinato l'australiano?! mica sei già incinta!!" inizia a blaterale "Sara!! Ma secondo te sono stata con Daniel?!" domando retoricamente e lei spalanca gli occhi "perché, non ci sei stata?! cioè hai passato un weekend in camera con lui, e non è successo nulla?!" domanda sconvolta facendomi arrossire "Sara!!" esclamo per la seconda volta nel giro di un minuto "mica stiamo insieme" continuo poi facendole alzare gli occhi al cielo "allora qual'è il problema?" domanda posizionandosi meglio sul divano per guardarmi "ha smesso di rispondere ai miei messaggi" rispondo poggiando la testa sullo schienale e rigirandomi il cellulare tra le mani "perché?" domanda corrucciando le sopracciglia "non ne ho idea... non sembrava turbato quando ci siamo salutati" affermo alzando le spalle "vedrai che ti chiamerà, non riesce nemmeno a staccare lo sguardo da te, immagina a non parlarti come sta" afferma prima che il campanello suoni per annunciare l'arrivo della pizza.

Faithfully | Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora