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Erano già passate due settimane dalla festa ma in realtà io e Daniel non avevamo ancora parlato.

Un po' perché io distrutta dalla situazione avevo semplicemente deciso di tornare a casa e un po' perché in realtà Daniel non mi aveva nemmeno più cercato.

E forse questa era proprio la parte che mi faceva più male.

È vero, non sarei dovuta scappare così, i problemi non si risolvono mai scappando, ma mi trovavo assolutamente in un'ambiente non mio, non ero a mio agio ed avevo bisogno della tranquillità e del conforto che solo  casa mia mi dava.

D'altro canto, dentro me stessa, credevo che Daniel mi cercasse subito, che facesse qualche pazzia, come quando è venuto direttamente dall' Australia anche se avevamo litigato per una sciocchezza.

E invece niente. Né un messaggio, né una telefonata.

Ero davvero delusa dalla situazione, da come mi ero fatta trascinare nella montagna russa che è l'amore per poi ritrovarmi fregata di nuovo.

Mancavano circa tre settimane a Natale, e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare erano i piani che io e Daniel avevamo deciso insieme per quelle due settimane di festa.
Non sapevo nemmeno più cosa fare, partire e tornare dalla mia famiglia? Probabilmente mi avrebbero riempito di domande.
Restare qua da sola? Per quanto mi andasse, non era sicuramente la cosa migliore da fare con tutta la tristezza che già avevo addosso.

"Non l'hai più sentito?" Mi chiede con cautela Sara mentre facciamo colazione al bar. Sospiro. "No, niente..." Sussurro sotto il suo sguardo attento. Mi scruta per un po' per poi prendere fiato "non credi sia il caso di provare a chiamarlo tu? Magari non vuole disturbarti.." prova la mia amica guardandomi negli occhi "beh, mi ha sicuramente disturbato quando ha deciso di baciare un'altra, un messaggio sicuramente mi disturba meno" sbuffo io sotto il suo sguardo posando sul piatto il restante croissant.
Mi è decisamente passata la fame.
"Senti non voglio rovinarti la giornata... Ma sono passate due settimane, sei adulta, e sai che i problemi non si risolveranno evitandovi. Se lui non ti ha cercata forse un motivo c'è..." La interrompo "sai qualcosa?" Domando con fare indagatorio "no giuro!" Esclama alzando le mani in segno di resa.
Sicuramente sa qualcosa, ma non voglio insistere, probabilmente si metterebbe nei casini con il fidanzato. Ci manca un altro dramma amoroso.
"Che tu voglia continuare a stare con lui o no, dovete parlare, e lo sai pure tu! Altrimenti ti porti questo peso dentro inutilmente..." Prende di nuovo parola Sara prendendo la mia mano nella sua e facendo un sorriso per cercare di incoraggiarmi. Sospiro per l'ennesima volta "lo so..." Inizio "ma non sono stata io a combinare tutto questo e sinceramente dover essere io a cercare lui mi fa ancora più rabbia" concludo finendo poi il mio caffè.

Il discorso si chiude lì, lasciando però mille dubbi e pensieri dentro la mia testa nel mentre che la giornata scorre, con gli ultimi impegni lavorativi che ho deciso di intraprendere visto che ormai ero tornata a casa.

La sera è il momento più buio, dove mi ritrovo da sola sul mio divano e l'unica cosa che riesco a fare e pensare e pensare. La mia testa sembra non riposarsi mai, e in pensieri continuano a girare liberi, finendo per farmi venire l'ennesimo mal di testa.

È vero, fin quando non parleremo questa situazione mi farà stare peggio di come effettivamente poteva andare.
Da una parte sono ferita, ho mille complessi sul perché abbia deciso di baciare un'altra.
Dall'altra, in cuor mio, so che era ubriaco e in alcuni momenti più lucidi penso che non l'abbia fatto con vero interesse.

Alla fine della giornata ho deciso per dove prenotare l'aereo: Monaco.

Daniel's point of view

Della festa non ho alcun ricordo.
O almeno niente che provenga dalla mia mente che non sia sfuocato.
Ma tutto ciò che mi è stato raccontato mi è bastato per rinchiudermi in casa e soprattutto in me stesso.

Non ho avuto il coraggio né di scrivere né di chiamare Jos, non saprei assolutamente cosa dirle: pronto, sono un coglione?
Adesso tutte le mie preoccupazioni e la mia gelosia verso lei e Lewis mi sembravano enormi cavolate. Avevo combinato un disastro solamente perché non riuscivo a controllarmi, e purtroppo non era la prima volta che rovinavo una relazione per i miei modi di fare che sapevo essere da immaturo.

Oltretutto ero stato codardo non solo con lei ma anche con Max, che a quanto pare aveva provato ad aiutarmi beccandosi pure un bel pugno da parte mia. Non avevo avuto il coraggio di parlare nemmeno con lui perché mi vergognavo di me stesso.

Mi alzo dal divano corrucciando la fronte quando sento suonare il campanello. Appena apro mi ritrovo con mia sorpresa Max alla porta "sei davvero un coglione" è la prima cosa che mi dice alzando gli occhi al cielo ed entrando in casa "amico, questa casa è un porcile! E per dirlo io..." Continua poi osservando il salotto.
Effettivamente non ero stato molto attento alla pulizia e all'ordine in queste settimane, e non avevo fatto nemmeno venire la signora che solitamente pulisce casa perché non avevo assolutamente voglia di vedere nessuno.
"Che ci fai qui?" Riesco a dire dopo aver chiuso la porta "cerco di risolvere i tuoi problemi" esclama puntandomi un dito sul petto. Sospiro. "Senti Max, davvero scusa io non volevo... " Prendo parola iniziando a passarmi nervosamente le mani tra i capelli "a me hai tirato solo un pugno, dovresti chiedere scusa a qualcun'altro!" Esclama andando ad aprire le finestre mentre storce il naso.
Rimango interdetto, non sapendo neanche come replicare.
"Poi dovresti anche chiedere scusa alla mia ragazza, visto che hai deciso di dire cose poco carine sul suo conto " continua poi guardandomi negli occhi. Non riesco a fare altro che passarmi le mani sulla faccia "Max davvero non so cosa dire" inizio poi ma il mio amico mi blocca subito "senti, io ti ho perdonato perché sapevo già che eri un po' coglione, Sara non ti ha preso nemmeno seriamente perché si è accorta in che condizioni eri...." Inizia elencando le persone sulle dita di una mano "..ma Jos... Cazzo Daniel hai combinato un casino, e non stai nemmeno provando a sistemarlo" continua accusandomi e puntandomi un dito contro.
Mi butto sul divano già esausto e mi copro la faccia con un cuscino "è inutile che ti disperi se non hai nemmeno provato a sistemare tutto" continua girando il dito nella piaga "grazie Max, sei venuto per farmi stare peggio? No perché ci stai riuscendo!" Esclamo io alzando un po' la voce.
"Perché non l'hai cercata?" Mi domanda dopo un po' venendo a sedersi accanto a me e tirandomi via dalla faccia il cuscino.
"Ho paura va bene?!" Esclamo esasperato allargando le braccia "cosa dovevo dirle?! Qualsiasi offesa, qualsiasi cosa dirà, avrà semplicemente ragione!" Continuo poi alzando sempre di più la voce "non ho idea di come sistemare le cose. Non ne ho davvero idea!" Urlo quasi alzandomi di nuovo in piedi e iniziando a girare per la stanza sotto lo sguardo attento di Max "intanto potevi iniziare provando a cercarla" continua con tono un po' accusatorio il mio amico.
Probabilmente è venuto solo per farmi perdere la pazienza visto che con le sue accuse mi sta facendo agitare più che mai.
"Sono un fottuto casino! Tutte le volte mi comporto così! E per delle cazzate..." Inzio urlando per poi affievolire la voce man mano "...lei è talmente intelligente, bella, simpatica, solare, semplice... E tutti la vogliono! Perché dovrebbe stare con me? Combino sempre questi disastri, sono immaturo, non so mantenere una relazione seria!" Esclamo poi buttandomi di nuovo sul divano.
Il mio amico si gira verso di me e aspetta qualche minuto prima di rispondere "e allora cresci! E te lo dice uno che ha tipo dieci anni meno di te! Vuoi stare seriamente con lei o no?! Allora datti una svegliata e riprenditela!" Esclama guardandomi negli occhi. Sospiro e mi passo per l'ennesima volta le mani tra i capelli.

La giornata alla fine passa, dopo aver parlato con Max non ho fatto altro che pensare a Jos, per questo mi sono distratto andando a fare una bella corsa.

Quando sto per andare a dormire mi arriva una chiamata: mamma.

Sospiro prima di rispondere "mamma!" Esclamo mettendo il vivavoce e appoggiando il telefono sul cuscino accanto al mio "tesoro! Come stai?" Inizia mia madre, alzo gli occhi al cielo (e meno male che non può vedermi) e rispondo "eh tutto nella norma, voi?" Rispondo a fatica sistemandomi meglio nel letto "bene amore! Stiamo preparando le valigie! Ti ricordi vero che tra due settimane è Natale e che tu ci hai inviato vero?" Domanda e io già mi tiro una sberla sulla fronte.
Cazzo.
Con tutto quello che era successo il Natale era l'ultimo dei miei pensieri.
"Ci fai conoscere la tua fidanzata?" Continua poi mia madre che inconsapevolmente mi tira nuovamente una coltellata al cuore "eh vediamo" dico poi sussurrando "mamma sono molto stanco, vado a dormire, ci sentiamo nei prossimi giorni" taglio poi corto io già esausto dalla conversazione.

Dopo esserci salutati finalmente posso rotolarmi nel dolore dell'amore in pace.

Faithfully | Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora