30.0

570 17 0
                                    

Quando mi risveglio la mattina Josephine sta ancora dormendo beatamente rannicchiata su un fianco, sento il cuore battere più forte e non riesco a trattenere un sorriso mentre la osservo.
Dopo un po' decido di alzarmi cercando di non svegliarla per scendere giù in cucina e trovo sua madre intenta a preparare del caffè "Buongiorno Daniel, vuoi del caffè?" mi domanda sua madre con un sorriso che ricambio "buongiorno, si, grazie" dico io sedendomi sullo sgabello della penisola "come hai dormito?" domanda lei porgendomi il caffè "grazie.. bene dai" dico io forse con un tono non molto convincente visto che faccio apparire sul suo volto uno sguardo indagatorio "lo ammetto... vi ho sentiti parlare ieri sera" dice lei venendo a sedersi di fronte a me "Jos è una ragazza semplice che si è ritrovata in un mondo molto più complicato di quanto pensasse" inizia lei guardandomi "non ha mai cercato la fama, voleva solo fare al meglio quello che le piaceva fare, è venuto tutto da solo il resto... ma adesso che inizia ad essere più grande le priorità cambiano e non è semplice accettare che ormai non potrà semplicemente schioccare le dita e tornare la ragazza semplice che era prima, e penso nemmeno lo voglia, il suo lavoro comunque le piace" ascolto attentamente le sue parole e sospiro "lo so, lo capisco, è così anche per me, io amo il mio lavoro, ho fatto enormi sacrifici, ma ci sono delle cose che fanno davvero schifo, e una tra queste è che non potrò mai avere una vita semplice e basta" dico io posando la tazzina sul ripiano "è qui che sbagliate entrambi... troverete il vostro equilibrio, il vostro modo di vivere la vostra relazione, ovviamente ci vuole forza di volontà, ma arriverete alla vostra di semplicità" risponde sua madre poggiando la sua mano sulla mia "si vede da come vi guardate quello che c'è fra di voi, non buttatelo all'aria per la paura di non farcela... la paura può essere superata soltanto affrontandola" finisce sorridendo e facendomi sorridere a mia volta. 
"Buongiorno" dice Josephine entrando in cucina strusciandosi gli occhi e sbadigliando "ecco la bella addormentata" dice sua madre facendomi l'occhiolino ed alzandosi dallo sgabello per andare a preparare del caffè. Jos viene verso di me e facendosi piccola si posiziona tra le mie braccia chiudendo gli occhi "perchè non mi hai svegliata?" domanda ancora con gli occhi chiusi "beh stai dormendo in piedi, ti ho lasciata riposare" dico io sorridendo e lasciandole un bacio tra i capelli stringendo le braccia intorno alla sua schiena mentre lei si abbandona con la testa sul mio petto. 

Le parole di sua madre mi avevano aperto gli occhi e ridato la speranza che un po' avevo perso. 
Ho fatto sacrifici enormi per arrivare in Formula 1 e sono contento di ciò che ho ottenuto, anche se avrei voluto ottenere di più e non sono sicuro ormai di riuscire ad ottenerlo, però purtroppo non sempre è tutto rose e fiori come potrebbe sembrare all'esterno. Il denaro e la bella vita servono a poco, quando sei giovane ti diverti, ma quando inizi a crescere le priorità cambiano e questa vita inizia a starti stretta. 

Nella settimana che passiamo in Danimarca Jospehine mi porta a scoprire dei bellissimi posti e molte volte portiamo con noi suo fratello, anche se lei non era molto contenta di ciò, visto che finivamo sempre per darle noia, facendola irritare, mentre noi ridevamo come matti. 
Suo fratello è un amante degli sport in generale, perciò riesco ad andarci molto d'accordo e troviamo sempre qualcosa di cui parlare, inoltre gli ho promesso di farlo venire a un Gran Premio, facendolo gongolare dalla gioia sotto lo sguardo apparentemente irritato di Jos, che però accenna un sorriso a vedere la felicità di suo fratello e la nostra complicità. 

Quando rientriamo a Monaco è già il 10 Gennaio.
"Quando devi tornare in America?" chiedo a Jos quando torna sul divano con una tisana in mano, lei si siede scomposta accanto a me coprendosi con la coperta "mi sa che dovrò passare da Londra prima" dice lei per poi bere dalla tazza che si era comprata durante le feste natalizie a forma di renna "ho un servizio con Lewis" dice poi puntando il suo sguardo nel mio in cerca di una mia reazione. Per un attimo mi blocco e mi irrigidisco ma poi torno a guardarla e le sorrido "quando devi partire?" domando poi portando la mia mano sul suo fianco per avvicinarla un po' a me con fare possessivo e lei mi incenerisce con lo sguardo visto che le ho quasi fatto versare la tisana bollente sul divano "tra tre giorni" dice storgendo il naso e appoggiando la testa sulla mia spalla "allora staremo appiccicati per tre giorni" dico io facendola ridere "come i gemelli siamesi?" domanda lei facendomi ridacchiare "beh si, possiamo provarci" dico poi prendendo la sua tazza per posarla sul tavolino davanti e tornando da lei per abbracciarla e tirarla su di me "così mi uccidi" dice lei ridendo e sistemandosi meglio su di me portandosi dietro la coperta ma finendo per tirarmi una ginocchiata dove non batte il sole facendomi urlare "tu mi uccidi" esclamo io mentre lei si porta le mani alla bocca chiedendo scusa mentre se la ride "guarda che adesso dovrai riparare al danno" dico io dopo qualche attimo e il suo sguardo passa dal confuso al malizioso in un attimo "okay signor Ricciardo, la dottoressa è qui" sussurra poi al mio orecchio per poi scendere sotto la coperta e rimettermi in sesto. 

"Daniel! Allora sei vivo!" urla Max dall'altra parte del telefono appena risponde alla mia chiamata facendomi alzare gli occhi al cielo per la sua teatralità  "guarda che nemmeno tu ti sei fatto più sentire" dico io fermandomi su un muretto, dopo aver terminato la mia corsa "sapevo che avevi da fare, dovevi recuperare un po' di anni in cui sei stato fermo" dice ridendo con fare malizioso "sei proprio un bambinetto scemo" dico io per poi sentirlo sbuffare "ha parlato quello grande" dice lui prendendomi in giro e facendomi sorridere "allora per cosa mi hai chiamato?" domanda poi con tono indagatorio "prima di tutto per sapere come stai" rispondo ma vengo subito fermato dall'olandese "bene, ma tanto non ti interessa saperlo, cosa hai in mente di combinare?" chiede subito facendomi ridere "avrei bisogno di un favore" dico io e posso sentire Max alzare gli occhi al cielo per quanto lo conosco bene "basta che non mi ritrovo zio" dice lui facendomi ridere "è più probabile che sia tu a farmi diventare zio" dico io continuando a ridere. 

"Stasera andiamo in un posto" dico io a Josephine baciandole la guancia da dietro mentre sta cucinando il pranzo, lei si gira guardandomi di traverso "dove?" domanda con lo stesso sguardo indagatorio di sua madre, che mi fa sorridere "è una sorpresa" dico io e vedo un sorriso spuntare sulle sue labbra "ma che mi devo mettere?" domanda come sempre facendomi ridacchiare "quello che preferisci amore " dico con naturalezza sotto il suo sguardo addolcito mentre annuisce. 
Sono le sette e trenta quando Jos è finalmente pronta "devi mettere questa" dico io porgendole una benda "mi ci è voluta un'ora per truccarmi" dice lei prendendo in mano la benda e facendomi ridere "potevi venire struccata, saresti stata magnifica ugualmente" dico io lasciandole un bacio appena si mette la benda.
Arrivare alla macchina con lei bendata e sui tacchi è stata l'impresa più grande, ma che sicuramente mi ha fatto ridere come non mai, mentre lei imprecava contro di me, alimentando il mio divertimento. 

Il giorno dopo Jos sarebbe partita e due giorni dopo anche io sarei andato in sede del mio nuovo team per iniziare la preparazione, questo ci avrebbe diviso per un po' di tempo, e quello che volevo era rendere tutto più speciale, per portare nel cuore un ricordo ancora più bello di queste settimane trascorse insieme. 

Faithfully | Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora