Pov Milik
Capelli di fuoco, lisci e morbidi come l'erba di un prato, che invitavano a passarci in mezzo le dita, occhi del colore del mare in tempesta, profondi, intensi, vivi, puri e seducenti come smeraldi splendenti, pelle bianca e rosea, vellutata come pesca appena nata, corpo tornito, attraente, tra le mie mani delicato come un fiore nelle mani di un bambino.
La bara scura racchiudeva i miei luminosi sogni. Pensavo a lui intensamente, come rare volte mi era capitato nella mia lunga esistenza.
Lo avrei voluto qui accanto a me, con le sue braccia strette intorno al mio corpo, la sua guancia sul petto e i suoi capelli tra le dita, e quel profumo nelle narici. Chissà che sapore aveva il suo sangue... Sbarrai gli occhi, sconvolto dai miei stessi pensieri.
No, mai avrei assaggiato quel sangue profumato, mai lo avrei trattato come un "alimento"...
E poi non sapevo se sarei riuscito a fermarmi.
Era tempo di uscire, era tempo di dare il benvenuto alla notte.
Tempo di bere.
Alzai il coperchio della bara, con molta facilità e posai i piedi sul pavimento, i passi risuonarono nella stanza. Aprii la pesante porta, respirai fino in fondo e sorrisi. Edo era in casa.
Il rossino stava con lo scopettone in mano e un grembiule legato in vita. Puliva il pavimento della cucina con energia, l'espressione concentrata in viso. Per poco non morì di paura quando sentì la mia mano posarsi sul suo fianco. Scattò in avanti, sudando freddo.
«Cos... sei già qui?»
Il vampiro volse la testa in direzione della finestra.
«Mi piace guardare gli ultimi raggi del sole. Quelli che non possono farmi alcun male.»
«Cosa... potrebbe farti il sole?»
Tornai a guardare il giovane davanti a me.
«Non lo sai? Non hai visto i film?», risposi sorridendo.
«Beh... in Twilight, il tipo sbrilluccica tutto al sole... non credo proprio sia il tuo caso.»
«No, non sono un vampiro di Twilight. Film romantico, ma pieno di errori! Si vede che la
scrittrice del libro non ha mai conosciuto un vero vampiro,» sorrisi ancora.
Edoardo alzò gli occhi su di me.
«Sei... un vampiro dell'Intervista?» Milik annuì tranquillo. «Caspita... cioè ti... ti sciogli?»
«Esattamente. Beh, non ho mai provato e sinceramente non ci tengo. Piuttosto tu... che stai combinando?»