Capitolo 17

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Pov Edoardo



La tensione era quasi tangibile.


Ci eravamo spostati in un posto che desse meno nell'occhio, soprattutto per evitare che qualche innocente rimanesse coinvolto nello scontro che stava per avere luogo.


Milik aveva insistito per riportare me a casa, ma io mi ero opposto fermamente e quindi il vampiro, rassegnatosi, mi aveva fatto rimanere pur temendo per me, facendomi promettere che non mi sarei mosso da dov'ero, e cioè seduto su un masso, in un ambiente roccioso che sembrava essere una montagna ormai arida e dimenticata.


Wladimir era deciso ad affrontare Milik, nonostante quest'ultimo fosse restio, perché non voleva coinvolgere me, il suo protetto umano. Così il vampiro moro aveva scelto quella montagna desolata, quel luogo sperduto.


Mi ritrovai a pensare che se fossi morto lì, in mezzo al nulla, nessuno m'avrebbe più ritrovato. Il mio corpo sarebbe rimasto a giacere nella terra sabbiosa, la mia anima a vagare sopra di esso, guardandomi con pietà perché non ero mai stato felice.


Qualcuno m'avrebbe cercato?


Sbattei più volte le palpebre e mi accarezzai energicamente la faccia. Che pensieri mi venivano in mente ora? Quanti altri diciassettenni in tutta Roma, o meglio in tutto il mondo, stavano pensando la stessa cosa?


Sorrisi ironico. Beh, comunque nessun altro si trovava ad attendere l'esito di uno scontro tra vampiri. In verità nessuno aveva a che fare con dei vampiri e basta. Io ci vivevo addirittura insieme con un vampiro, e ci facevo...


Scossi forte la testa. Non era proprio il momento di pensare a certe cose, uno scontro tra titani stava per avere luogo.


Perché restavano immobili quei due? Stavano parlando? Io non potevo sentirli, ero troppo distante.



Il fruscio del vento che accarezzava la terra non mi piaceva. Troppe volte l'avevo sentito, troppe volte avevo ascoltato quel piccolo, quasi impercettibile suono tipico del silenzio. Di fronte a me, non troppo distante, c'era il suo creatore.


Dopo tutti quei secoli riuscivo ancora a rimanere basito di fronte alla sua bellezza. Veder svolazzare i suoi capelli biondi mossi dal vento era stranamente rassicurante.





Pov Milik



Un vampiro, paradossalmente, è rassicurante, perché non cambia mai nel tempo, rimane sempre lo stesso e in un mondo che muta troppo repentinamente, questo in un certo senso è confortante. Quella figura davanti a me era così familiare. Innumerevoli volte l'avevo visto rientrare in casa, camminando tranquillo, altrettante volte l'avevo visto atterrare elegantemente dal cielo come un dio e ogni volta m'aveva amato, come padre, come fratello, come compagno. In un tempo ormai lontano mi ero lasciato consolare dai suoi baci, dalle sue attenzioni, dal suo amore.

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