I Can't Fall

4 0 0
                                    

Blake POV

Sono passati poche ore dallo scontro con John. Mi sento già meglio, ma in compenso sento una strana sensazione... Fame? No, è altro... fa più male. -"Rebecca..."- Tento di parlagli, ma mi fa male l'intero corpo. -"Mhh?" -"Ho fame..."- Gli dico. -"Ti devo ricordare che non abbiamo... Niente..."- Dice, ma si accorge di cosa voglia dire per me avere fame. -"Il problema è che ci sei tu..."- Dico. -"No, no, no, Aspetta! non entrare nel panico..."- Mi dice, ma il suo tono non riesce ad essere lucido.

Niente panico? parla per te...

-"Vai via..."- Gli dico. -"Devi solo controllarti..."- Mi dice. -"Non posso, non più!!!"- Urlo esasperato. Mi metto in piedi cercando di allontanarmi da lei anche se lei sembra voler fare l'opposto. Però, mi sorreggo con una parete del rifugio. ho sentito un altro colpo allo stomaco, ma non è minimamente paragonabile ad un pugno. Sto per svenire dal dolore, ma mi impongo di non cedere.

Rebecca POV

Si è fermato. Mi avvicino... -"Blake...?"- Cerco di chiamarlo, facendo in modo che mi dica qualcosa, ma sento solo una cosa: un ringhio. mi si ferma il cuore... Poi succede tutto in un secondo: Blake mi prende di mira e mi sbatte contro il muro. Mi tappa la bocca, consapevole che potrei urlare e con l'altra mano mi conprime contro la parete, facendomi sempre più male. i nostri volti sono vicinissimi, e posso vedere già i precedenti cambiamenti che tornano con tutta la loro mustrosità: i suoi occhi da castani diventano gialli luminosi, simili ad un gatto e la pelle diventa grigia. Mi ringhia contro mentre con una mano mi tocca la faccia. speranzosa che questo possa salvarmi, non combatto, non mi lamento, rimango immobile. però, inizia ad usare le unghie e inizia a graffiarmi lentamente, forse attendendo che mi "veda". è inquitante da morire il modo in cui lo fa, è come se volesse solo farmi del male e basta; del puro e semplice sadismo. mi arrendo iniziando ad allontanarlo mettendogli una mano in faccia e mentre sento del sangue scorgare da una guancia, ma realizzo una cosa buona e una cattiva: non è cieco; è inutile rimanere fermi e zitti, ma non mi sta attaccando perchè è cosciente: è consapevole di chi ha di fronte... -"Vattene..."- ad un tratto lo sento... Parlare? -"Vattene!"- Mi dice, mentre sente stringe i denti. mi sta dicendo che è pronto a subire qualsiasi cosa pur di farmi rimanere al sicuro. istintivamente faccio un cenno negativo con la testa, ma vedo una cosa che mi solleva: i suoi occhi diventano castani, prima che li chiuda in preda al dolore. mi lascia andare facendomi cadere mentre lui cade cercando di scacciare la bestia che ha dentro. poi si ferma... sembra quasi che sia... morto... con questo pensiero mi avvicino a lui con uno scatto, e gli sento il cuore. Batte, batte come se stesse dormendo. -"Blake..?"- Lo chiamo, ancora più incerta di prima, ma è inutile. In un secondo, l'angoscia mi rapisce del tutto. Non so cosa fare, e ciò che è peggio è che non stiamo parlando di una malattia mentale o cose del genere, ma di qualcosa che nemmeno un demonologo potrebbe risolvere.

Cosa posso fare? Se c'è un Dio, mi dica cosa!

-"Hey ragazzi, ho trovato della carne!"- sento, ad un tratto. Butto uno sguardo da una finestra del rifugio: è stato un uomo ad urlare e viene raggiunto da altri quattro. Sono muniti di macheti e sono vestiti solo di pantaloni. Vedo che stanno venendo verso di noi. Mi nascondo, smettendo di sporgermi dalla finestra e drizzo le orecchie. -"Sicuro che fosse qui?"- -"certo, non sono cieco!"- sento, capendo che sono molto vicini alla porta di entrata.

Carne... vogliono... me!?!

Probabilmente sono dei cannibali che non si sono trasformati in Wendigo... prendo il coltello di Blake, ancora sporco del sangue di quel maledetto mostro di John. Tento di prendere coraggio, preparandomi a tutto...

Blake non c'è ora. Devi essere tu ad agire!

Mi viene in mente la mia prima mossa: appena uno di loro tenta di aprire, io calcio la porta facendo cadere quello che tenta di irrompere. Loro non si aspettavano questo, quindi pongo un Po' di distanza fra me e loro. -"È da sola, sarà uno scherzo ehehe..."- parla uno di loro, mentre ride. Hanno un aspetto orribile; dire inquietante è un eufemismo: sono quasi del tutto sporchi di sangue, hanno un aspetto logoro, rovinati dal mangiare carne umana, oltre alla "malattia" che li sta distruggendo. Quello che ho di fronte mi attacca in corsa ma io lo evito e lo ferisco alla schiena e calcio al petto un altro di loro, interrompendo un suo fendente. Provo ad attaccare il nemico che ho di fronte con il coltello, ma sono troppo lenta e mi graffia la faccia con la sua arma e vengo spinta verso un altro di loro, ma mi libero colpendo quello che mi blocca, colpendolo all'occhio con la lama e evito il colpo del suo compagno. Lo uccide colpendolo al collo e mi pulisco gli occhi dal suo sangue. Uno di loro che mi ha aggirata, mi taglia la gamba facendomi mettere in ginocchio, ma riesco a deviare un fendente del suo compagno e spingo via quello che mi colpisce, ma mi tira un pugno in faccia facendomi sbattere contro il busto di un albero. Nonostante il loro fisico, la malattia li rende più forti di del normale, tanto che il colpo che ho ricevuto mi fa quasi perdere i sensi... evito un colpo di machete di uno di loro, facendo incastrare l'arma in esso è questo mi da l'opportunità di accoltellare l'assalitore alla schiena in modo profondo ma vengo afferrata per da un secondo nemico e vengo sbattuta contro l'albero e dopo aver preso Un' altro pugno, il cannibale prova a infilzarmi, ma io, spostando il fianco, mi ferisco ricevendo un taglio e ferisco il nemico alla faccia in modo profondo e fermo un terzo avversario che tenta di mordermi ponendo tra me e lui il mio braccio e lo accoltello alla gola per poi essere spinta via. Mi rialzo e vengo calciata allo stomaco ma accoltello il petto di quello che mi ha colpita però non muore e vengo colpita da Un' altro di loro, ma non succede nulla; riesco a salvare lo stomaco per un pelo, creando un taglio nella divisa. Quello che mi ha appena colpito prova a colpirmi in faccia ma tento di respingerlo, mentre la sua lama è a pochi centimetri da me. Poi, però, succede l'ultima cosa che mi aspettavo: lo vedo fare uno spasmo in avanti, ma vedo subito in machete che gli ha trapassato lo stomaco. Lui cade e vedo Blake che respira pesantemente, essendosi stancato anche solo di aver fatto questa azione. Trasalisco per quello che succede poi: l'ultimo cannibale afferra Blake e lo spinge via facendolo cadere e mi tira un pugno facendo cadere anche me, facendomi sputare sangue. Blake si rialza e prova ad afferrare il suo avversario, ma viene preso a pugni e gli tira un calcio allo stomaco e viene quasi accoltellato allo stomaco, ma lui blocca il colpo quasi in tempo, subendo il colpo superficialmente. Blake tira un colpo di testa e lo fa cadere con una mossa di karate e lo calcia, facendolo rotolare via. Il cannibale, che è già più debole per i colpi subiti, prova a corrergli addosso, ma Blake raccoglie il machete e tira un calcio velocissimo facendolo cadere a terra. Mentre tenta di rialzarsi, Blake lo colpisce dritto in testa lanciando un urlo. Rimango senza parole da ciò che vedo... il machete è letteralmente dentro al cranio dell'uomo, mentre lui rimane in ginocchio, continuando a fissare il suo assassino, ma i suoi occhi sono senza alcuna luce che dimostri che il suo cuore sta battendo e il suo sangue ha bagnato me, oltre alla neve che c'è intorno; mi fa venir voglia di vomitare, ma giro lo sguardo, stendendomi a terra. Mi gira la testa e mi risulta difficile alzarmi.

Questa volta è stato estremo...

Blake POV

Dopo aver preso il mio coltello da battaglia Mi avvicino a lei sollevandola come se fossi un cavaliere che scorta la sua principessa, tornandomene al rifugio, cercando di sopportare non solo il peso di Rebecca che è poco, ma quello del mio stesso corpo.

Entro, è noto che Rebecca si è svegliata. La lascio per terra, facendo poggiare la sua schiena sul muro. Vedo le sue condizioni: ha alcuni tagli sulla divisa ma vedo che non ha effettivamente alcuna ferita sulla pelle. Ha un taglio sulla gamba e il sangue sta scorgando fuori, colorando i pantaloni verdi da medico. Vedo il suo volto: gli sanguina il naso e ha delle ferite date probabilmente da dei colpi corpo a corpo, tranne che per un piccolo taglio sulla guancia. Il resto è solo sangue, ma non è il suo. Mi rendo conto che lei ha preso conoscenza del tutto. -"Cosa avevi in mente?"- la rimprovero, per essersi messa in pericolo in quel modo. Sto per alzarmi per tirarla su, ma i dolori ritornano, facendomi poggiare contro una parete. Non posso fare altro che sopportarlo e aspettare che finisca il prima possibile. È stranissimo, è come se tutto il mio corpo subisca dei crampi improvvisi. Nonostante non possa dare attenzione al mio medico, so che si è rialzata. -"Non potevi aiutarmi."- mi risponde. -"Avresti dovuto chiedere aiuto, non andare da sola..."- gli rispondo, mentre noto che i miei dolori se ne stanno andando lentamente. -"Anche io sono un soldato!"- urla lei ad un tratto, sorprendendomi. -"Tu non sei un mio superiore, è anche il mio dovere combattere il pericolo..."- mi dice, ma in modo molto meno deciso questa volta. Dopo qualche minuto di silenzio, mi giro verso di lei, mentre sento in verso, che solo dopo essermi girato, capisco che è un singhiozzo. Sta piangendo. Mi avvicino, anche se le gambe mi fanno male ad ogni passo. -"Che c'è, amore?"- gli chiedo. Lei si inginocchia, sia per la sua gamba sinistra che chiede pietà, sia per il suo pianto. Mi abbasso alla sua altezza prendendo il suo volto con le mani, invitandola a guardarmi. È a pezzi, non regge tutta questa situazione, nonostante tutta la sua volontà. È molto dura per me che sono un soldato élite... chissà quanto deve essere spaventoso e destabilizzante per lei. -"Non so più che fare..."- mi dice, con un tono molto basso. -"Fare cosa?"- gli chiedo. -"Io... (Sigh)... ho deluso così tante persone ed Io non riesco a sostenerlo... Io cerco di aiutarli mentre i soliti soldati mi pregano di salvarli, ma io non riesco a fare nulla se non a tardare la loro morte...-"Mi dice, cercando in tutti i modi di non farsi rallentare dal suo pianto disperato. Vuole urlare tutta la sua rabbia, la frustrazione di dover sempre fallire... -"Io e te siamo qui, in mezzo ad un bosco... e tu sei malato, Blake, sei terribilmente malato... (Sigh)..."- Mi dice, ma le sue ultime parole mi colpisco: il solo pensiero, di fargli del male e non potete fare nulla per evitarlo, mi spaventa a morte... ma non voglio pensarci: voglio concentrarmi solo su di lei. -"Io non posso neanche difendere me stessa... ma non voglio perderti. Non voglio deludere anche te(Sigh)..."- Mi dice con un filo di voce. -"Ascoltami"- gli dico. -"Tu non dovresti neanche essere qui. Per questo, la tua sicurezza è la mia priorità, capito? Tu sei un soldato, è vero, ma sono io che devo combattere, non importa quanto sia difficile. Mi hanno addestrato per questo."- gli dico. -"Io... io voglio fare di più..."- tenta di dire. -"Tu hai fatto abbastanza, dottoressa Thompson."- gli dico. Lei però non da alcun segno di aver capito, ma forse ha davvero compreso ma non vuole accettare quello che gli dico. La porto a me, tenendola tra le mie braccia e lei non se lo fa ripetete due volte. -"Sai che io ti amo, vero?"- gli domando, parlando vicino al suo orecchio. Lei non dice nulla, ma so che mi sta ascoltando. Tento di parlargli nel modo più pacato possibile; come il suo ragazzo e non come un qualunque soldato. -"Per questo io ti posso dire che io non morirò, ne stanotte, ne quella seguente. Io voglio proteggerti, qualunque sia il problema, ma non posso se tu non me lo permetti, capito?"- lei mi risponde annuendo debolmente mentre sciogliamo l'abbraccio. -"Hey, ascolta qua."- gli dico, mentre lei si asciuga gli occhi dalle lacrime. -"So che non è il momento adatto, ma..."- gli dico, mentre butto una veloce occhiata verso l'alto -"se stanotte andassimo al piano di sopra a guardare le stelle?"- gli domando scherzando. Lei ride, come se avesse eliminato ogni pensiero negativo dalla sua mente. Lei si appoggia al mio petto tirando un sospiro, concedendosi un minuto di tregua. È un peccato che dovrò spostarla e mettermi a fare la guardia appena lei si addormentera'. La situazione non è proprio tra le più rosee è vero...

Ma con te al mio fianco, ha tutto un'altra prospettiva...

Penso, mentre accarezzo la testa della mia adorata.

One ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora