Another War

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Rebecca POV

So che mi diverto con poco, ma giuro, rimarrei qui, seduta a gambe incrociate sul letto, a fissare il cosmo per ore senza annoiarmi mai. Il nero del vuoto spaziale, il miscuglio del blu e del viola e la luce delle stelle, creano un paesaggio stupendo quanto unico. Probabilmente è l'unica cosa bella di questo viaggio verso il pianeta Aiur. E poi Brida ha detto che le galassie sono molto diverse tra di loro: galassie oscure o galassie illuminate da stelle infinite. Galassie con pianeti piccoli, forse anche più del pianeta terra, o galassie con pianeti vastissimi.

Cascasse il mondo, io questi pianeti me li appunto TUTTI!

Guardo l'ora: 19:00.

Mhh... e se le galassie cambiassero aspetto durante il giorno e la notte? Dovranno avere una fonte di luce come il nostro sole o ancora meglio, il sole stesso.

-"Sei proprio rapita dallo spettacolo, eh?"- Dice Blake, entrando in camera, interrompendo i miei pensieri. -"Questa cosa è talmente figa che dovrebbe essere illegale."- Dico. Blake riceve un messaggio dal telefono... aspetta, come fa ad esserci segnale qui??? -"è Amede', ha scritto..."-

AD: Hey amici, avete presente tutti i documentari o film che avete visto sullo spazio? Sono PUTTANATE!

JK: 😅 è impressionante😮

AD: Aspettate... stiamo davvero messaggiando nello spazio?

BH: Avranno dei dispositivi appositi, anche perché dubito che sappiano cosa sia il Wi-FiXD

RT: Potrebbero sorprendenti. Ma voi su quale nave siete delle due? Quella a destra o sinistra?

JK: Credo di vederti. Si proprio dal vetro!😈

Mi giro.

RT: Non sai quanto mi mette a disagio questa cosa..😨

JK: 😂

JK: Spero non vi dispiaccia, ma stavano andando a dormire.

Blake: vai fratello, non avrai molte possibilità dopo questa.

La chat si conclude, mentre Blake si stende sul letto. Dopo qualche secondo, gli parlo. -"Dopo aver aiutato Brida e il suo pianeta natale, vorrai anche combattere contro Auryn?"- Gli chiedo. Lui si volta verso di me. -"Vuoi partecipare ad un altra guerra?"- Gli chiedo. -"Ho scelta, amore mio?"- -"Non si tratta dell'America, anzi non si tratta nemmeno di questa parte della galassia..."- -"Prima o poi lui verrà anche da noi. Noi siamo la linea di difesa, niente di più, niente di meno."- Mi risponde. Si mette seduto, avvicinandosi. -"Non te ne sei accorta, ma questa domanda me l'avevi già fatta. Non è la prima volta che ci prendiamo la responsabilità di proteggere i miei compagni, il mio paese e di vincere. Perché ora vedi una differenza? Certo, il luogo è diverso, i nostri nemici imprevedibili, ma è sempre una guerra, non importa come sono le circostanze, è sempre lo stesso."- -"ma perché devi farlo per forza? Questa volta hai una scelta."- -"No, non è così. -"È che... lo so che è scontato ma non voglio dire addio a nessuno. Perché deve sempre morire qualcuno?"- -"per colpa di uomini che vogliono ottenere qualcosa di più grande di loro."- mi risponde.

Ma non è giusto...

-"Combattete, servire e proteggere. Mio padre è vissuto seguendo queste parole. Perché non dovrei fare lo stesso? Che diritto ho di dissociarmi?"- -"Perché noi non lo meritiamo, tu non lo meriti. Hai dato lacrime e sangue per il mondo, ora non dovresti fare nulla se non goderti la pace. E io non voglio che tu rischi... non voglio che ti capiti qualcosa."- Gli dico.

Sevastopol sta per atterrare su Aiur. Preparatevi, signori.

Ci comunica il capitano. -"Tu mi hai sempre seguito nella mischia due volte e senza ripensamenti e so che lo farai anche ora."- Ricomincia. -"Anche io, l'ultima volta cercavo di convincerti a stare in disparte a non rischiare la vita e ora è tutto il contrario. Come la mettiamo ora?"- Risponde, quasi con scherno. -"Se vuoi stare al mio fianco, io ne sarò più che felice. Prendi un casco, una pistola, fallo, ma non troverai mai modo di convincermi, piccola mia."- Risponde. Mi parla con un tono quasi tranquillo, ma sicuramente non sottovaluta la sua scelta o ciò a cui andrà in contro. -"Io ti odio!"- Concludo, come una bambina lagnosa. Lui mi guarda sorridendo, ma nulla lo ferma dal dirigersi al ponte principale della nave spaziale. Non ha nemmeno una divisa militare da indossare: solo dei jeans e una giacca. Siamo sconosciuti, "siamo eroi del popolo", ma senza qualcosa che ci identifica. Prendo la mia pistola da combattimento ma Brida mi intercetta vicino all'uscita: -"tenete. Atterreremo fuori dalla città e al di là di essa non potete respirare senza questi."- Ci informa, dandoci dei caschi. È nero luccicante, con delle righe bianche ai lati. Lo indosso insieme a Blake, mentre un leggero movimento della nave, fa intendere che siamo arrivati a destinazione. Il portellone si apre rapidamente e vedo subito il paesaggio di Aiur: È come se fosse un deserto, soltanto che è di colore verde intenso e anche il cielo è fatto così.

Gesù, fa male alla vista!

-"Siamo pronti, no?"- Ci domanda Janos, il capitano.

Si, signore.

Cominciamo a camminare verso la città mentre io non faccio altro che guardarmi in torno, affascinata da quello che ci circonda...

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