Like A Childish Game

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Rebecca POV

-"Non puoi andare più veloce?"- -"No, è la velocità massima su queste strade"- gli rispondo. -"Hai fretta?"- -"No, è solo che stai facendo una guida molto lenta"- -"B'e', se per te 60km sono pochi..."- Gli dico. Sono le 19:10. È passata una settimana di riposo dal nostro ultimo giorno di lavoro e questa sarà la nostra ultima serata prima di ricominciare. Stiamo andando in un Hotel dove abbiamo preso alloggio.

...

-"Sono a casa!"- dico quando entro in camera. -"Ma non c'è nessuno oltre a noi."- Dice Blake ridendo. -"Lo so è che ci ho preso l'abitudine anche se non vivo più con mio padre da tanto."- Dico. Dopo essermi sciacquata la faccia, mi metto metto seduta sul letto mentre mi scaldo con le mani. Guardo la luna che c'è fuori e quasi mi stupisco delle due dimensioni: metto a confronto la mia mano con essa, facendo finta di prenderla in mano. In effetti sembra davvero che io la possa rubare e tenermela tutta per me. -"È notevole, vero?"- Dice Blake dietro di me mentre mi avvolge con le sue braccia. Solo quando mi appoggio sul suo petto, mi rendo conto che non ha alcuna maglietta.

Copriti pazzo, vuoi ammalarti proprio oggi?

Penso di dirgli, ma comprendo solo dopo il perché: Lui mi tocca il seno mentre mi bacia il collo; dandomi dei brividi, sia per il contratto di per se, sia per il calore improvviso. Mi bacia il collo facendomi fare alcuni gemiti silenziosi. Mi stende sul letto iniziando a baciarmi mentre mi accarezza il viso. -"Non sai quanto sia bello poterti guardare per intero. Sei bellissima; uno spettacolo che posso guardare come si deve. Grazie."- Mi dice riferendosi al suo occhio che è di nuovo funzionante.

Blake POV

Continuo a guardarla, affascinato. La luna, che oltre a colorare la stanza di un piccolo alone bluastro, colora anche i suoi occhi... no anzi, li rende più luccicanti, come dei diamanti. Le sue pupille sono più grandi del solito ora: è adorabile e la luna non fa che offrire un colore aggiuntivo ad una foto già perfetta. Ha uno sguardo così innocente... lei è cosi innocente. Non è la prima volta che andiamo a letto eppure lei mi fa sembrare che sia sempre la prima volta. La prima volta che lo fai non sai cosa fare, giustamente e le ragazze sono un po' più in guardia rispetto ai ragazzi, o almeno così credo io: "e ora? Cosa vuole fare? Dove vuole andare a toccarmi? Come mi toccherà? Cosa devo fare IO?" Lei sembra pensarci anche ora. Lo ammetto, mi piace tenerla sulle spine così. È come se ora io, dato il mio spirito animale, ora fossi un lupo e abbia appena preso la mia preda dopo una corsa. Lei rimane ferma non combatte, non si dimena e non prova nemmeno a chiamare aiuto. Accetta il suo destino, dettato dalla legge del più forte. È come se fosse una bambina e che come tale, troppo piccola per capire cosa voglia dire "piacere carnale". È come se fosse un mondo infinitamente distante dal mondo dei bambini: la morte, come nasce un bambino senza dire alcuna bugia, spiegandolo dicendo le cose come stanno, è molte altre tematiche. Sono cose che un bambino non dovrebbe ascoltare, rimanendo nel suo mondo di fantasia e di gioia. Rebecca è esattamente così: è una ventenne, o almeno nelle sembianze. Dentro di lei è ancora una bambina. Vede il "gioco" anche nelle piccole cose. Io ci scherzo sempre con lei su questa cosa è credo che sia davvero un bel dono quello che gli ha donato la madre. Non è da tutti saper comportarsi come un bambino ma allo stesso tempo preservare la propria maturità. Lei mi bacia ancora dopo essersi avvicinata a me. Comincio a sbottonare la sua camicia. Lei ovviamente se ne accorge e si mette seduta per farmela togliere. Lei si sdraia di sua volontà mentre le accarezzo una coscia e il seno Mentre lei continua a gemere mentre mi bacia. Mi fermo, volendo togliere i suoi pantaloni. -"Questa sarà la nostra ultima notte tranquilla, vero?"- mi domanda dispiaciuta mentre fa dei leggeri movimenti con il bacino per aiutarmi a slacciare la cintura che tiene i suoi jeans. Rimango a guardarla per un attimo: ha un corpo perfetto... -"Si."- gli rispondo, anche io con rammarico. Mentre la spoglio del tutto. -"Ma non pensarci. Lasciati andare. Goditi la serata."- gli dico mentre inizio a baciarla e le mie mani non risparmiano nessuna parte del suo corpo.

...

Rebecca POV

È mattina. All'inizio, preoccupata, guardo l'ora sul mio telefono, ma non è tardi, arriveremo al lavoro in tempo. Mi accorgo di essere tra le braccia di Blake. Cerco di sgusciare fuori dal letto e mi stropiccio gli occhi. Poi però, guardo la temperatura sul cellulare:

Gradi: 4
Gradi percepiti: -1

Sbianco, mentre sembra che il freddo lo stia percependo solo ora. -"Freddo, freddo, freddo!"- urlo, mentre corro al mio guardaroba per cercare qualcosa che mi copra decentemente o che almeno mi permetta di sopravvivere.

...

-"Adesso va meglio!"- dico mentre bevo il latte in cucina: ho degli stivali invernali neri, jeans blu scuri, una camicia nera, una giacca di pelle. È un peccato non poter godere della morbidezza del tuo pigiama la mattina, ma devi per forza fare dei compromessi se decidi di fare la pazza la notte prima... vedo Blake, entrare nella cucina, anche Lui vestito con dei pantaloni e un giacchetto leggero. -"Ah, ecco dove eri."- mi dice. -"Ciao..."- gli dico, ma nota che tengo la lingua esposta. -"che hai fatto alla lingua?"- -"mi sono ustionata"- gli dico facendolo ridere. Lui sta per prendere il latte dal frigorifero, ma lo fermo, indicando il latte che gli ho già preparato sul tavolo. -"(Sospira) il latte è sempre stato mio nemico: o è troppo freddo o è talmente caldo da uccidermi la lingua."- dico mentre butto svogliatamente la tazza nel lavandino. Vado a prendere il telefono che ho lasciato sul letto ma Blake mi solleva e mi prende a principessa per mettermi sul letto senza preavviso: -"Hey hey... che cosa stai...?"- tento di dirgli ma vengo zittita da un suo bacio. Lo lascio fare, anche se continua a toccarmi il seno -"Ok, la smetto."- mi dice mentre io non riesco a non ignorare il suo contatto. -"Dobbiamo andare."- Mi dice. Lo vedo alzarsi e vestirsi per uscire mentre il mio sorriso e la mia spensieratezza scompaiono. -"tu sei già pronta, no?"- mi chiede ma non rispondo.

Blake POV

Pronto! Ho una giacca di pelle nera con sotto una maglietta verde scura. Ho dei pantaloni cargo è degli scarponi anche essi neri. Mi giro verso di lei ma vedo che il suo bellissimo sorriso non c'è più, anzi si è rattristata in un attimo. -"Dai, non fare storie..."- gli dico avvicinandomi a lei. -"Non voglio che tu vada..."- mi dice, silenziosa. Ma non sembra una lamentela... sembra che mi stia pregando di non andare. -"Che c'è, amore?"- -"Non voglio che ti succeda qualcosa... tu sei quasi morto l'ultima volta che sei andato sul campo."- -"È la condizione naturale stare per morire per me ultimamente..."- dico sarcastico. -"Ho paura per te, Blake..."- mi dice, ma dal tono capisco che è sul punto di piangere. -"No! Non piangere."- gli ordino, fermando una lacrima con un dito. -"Non mi succederà nulla oggi ne domani, te lo ho detto."- Gli dico mentre la lascio cullare dalla mia mano con cui gli accarezzo la guancia. -"Lo so che come soldato, io non dovrei mollare (Sigh) è per il mio paese... ma non ci riesco."- mi dice quasi vergognandosi. In realtà la capisco perfettamente. -"Non sei l'unica che ha paura, Rebecca."- Gli dico. -"Non mi succederà nulla. Hai la mia parola."- -"È quello che hanno detto molti soldati ai propri amici... alla propria famiglia..."- mi dice. Io ho sempre la forza di continuare proprio perché dopo sarà tutto finito. Potrò tornare dalla mia famiglia potrò rivivere le serate da sballo con gli amici. Potrò tornare da te. Noi stiamo vincendo la guerra, nonostante le perdite e i nemici che sembrano inarrestabili. Alla fine della prima e la seconda guerra mondiale ne siamo usciti vincitori. Chi vince, ha il potere di scrivere la storia e noi Americani la scriveremo ancora.

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