Rebecca POV
Li vedo: stanno trascinando un uomo legato con le mani dietro alla schiena. Con loro c'è anche Lilith, combattiva; cerca di divincolarsi dalla presa del suo aguzzino. Mi nascondo dietro ad una macchina. -"Non scappare, amico mio... non scappare dalla perfezione..."- Sento dire, da parte dell'uomo che sta trascinando il prigioniero.
Ha un tono da pazzoide... si fa riconosce facilmente dai tre soldati che lo scortano. Ha degli stivali neri, pantaloni marroncini, camice e guanti bianchi, ma sporchi di sangue. Ha degli occhiali molto piccoli e ha dei capelli legati a coda di cavallo azzurri, ma sono spettinati e anche essi insanguinati. -"Sorridi... goisci, mentre stai per ottenere una nuova vita..."- Afferma, mentre lo butta a terra bruscamente. -"Mia figlia... risparmiatela..."- dice, a fatica.
È un miracolo che sia ancora capace di respirare.
I suoi capelli viola sono spettinati e sporchi di sangue, ma sembrano stati quasi strappati dal suo cranio con la forza. I suoi vestiti, identici a quelli di Lilith, sono distrutti sulla parte del busto, lasciandolo scoperto. Una delle gambe, la sinistra, è distrutta, si vedono le ossa. Il naso è assente e uno degli occhi è tutt'ora sanguinante.
Perché ridurlo in quel modo per volere la "perfezione" di cui parla?
-"Perché mai? Tua figlia ha il diritto di assistere al processo di evoluzione."- Risponde, stroppicciando i suoi capelli. -"Lasciate andare papà!"- Urla, la bambina accanto a loro.
Papà? La madre forse non l'hanno presa.
Per tua fortuna, sei già ad un buon punto. Anzi, sei ad un passo dalla fine. Ora... basta solo... una piccola spinta."- Afferma, quasi ridendo. Non avevo notato che aveva un coltello in mano...
Non farlo.
Gli tira una ginocchiata in faccia, sputa sangue. Sento i brividi, come se avessi sentito la Potenza del colpo.
Lo accoltella ripetutamente allo stomaco, al petto e anche sulle spalle; non risparmia nessun lembo di pelle del suo colpo. Arriva a pugnalarlo dieci volte, ma il coltello è ridicolmente piccolo ed anche spuntato, non lo ucciderà facilmente. il padre della bambina urla ancora.
Non posso affrontarli... però...
Uso i guanti d'acciaio, ricoprendo le mani con esso, le uniche armi che ho.
Vaffanculo...
Rapidamente, ma senza fare rumore, corro dietro al soldato nemico più vicino e gli tiro un pugno al lato destro della testa. Non riesco a ridurlo privo di sensi, ma è abbastanza da buttarlo giù.
L'assassino rimane con il coltello conficcato nel petto della vittima, mentre mi guarda sorpreso. Il secondo soldato vicino a lui, dopo aver buttato a terra la bambina, alza il fucile per sparare ma sono abbastanza vicina per deviare il fucile e gli tiro un pugno al collo e lo butto giù, spingendolo afferrandolo per il collo e facendogli lo sgambetto.
Il terzo soldato usa un coltello ma io paro il colpo usando le mani e gli tiro un destro, un montante e un calcio alla milza, piegandolo in ginocchio e gli strappo il coltello dalla mano per trafiggerlo ad una spalla.
Il soldato di prima tenta di sparare ma io paro un paio di proiettili con una mano e gli tiro un destro. Mi tira una gomitata in faccia ma rispondo con un colpo del braccio ma vengo scagliata all'indietro dal "perfezionista."
-"devi usare un casco per respirare? Vediamo se..."- lo sento dire, mentre il soldato si riprende dallo stordimento. Tenta di colpirmi alla gola correndo verso di me ma io mi abbasso, evitando il colpo e tiro un calcio dritto al petto del soldato, facendogli rompere il vetro di una auto, sconfiggendolo.
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One Shots
Short StoryOne Shots che parlano di due ragazzi, Blake e Rebecca, riguardo ai momenti più belli ma anche i più brutti della loro vita, piena di gioie ma anche di dolori. Il loro presente e futuro saranno accompagnate dal loro passato che gli ha lasciato un mar...