I Am A Solider(Savage Side)

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Rebecca POV

Sono due ore che siamo dentro questo nascondiglio di fortuna. Blake non si è ancora svegliato. Jhonoson e Amedè dovrebbero arrivare con la loro squadra tra un momento all'altro, per fortuna. però c'è una brutta notizia: abbiamo una pistola senza munizioni e l'unica cosa che è utilizabile è la torcia messa come innesco. Però Blake ha un coltello... spero non se la prenda. devo andare a cercare qualcosa nelle caverne; altri soldati ci sono andati e non sono tornati vivi. Devo andare... -"Ferma...!"- Sento, ma è una voce bassa. mi guardo in torno e mi soprendo non poco: Blake è sveglio. -"Medico Thompson, torna subito qui, è un ordine."- Mi dice, con un pizzico di ironia che difficilmente lo abbandona. -"Ok, temi per la mia incolumità, ma da quando mi dai ordini?"- Gli chiedo incrociando le braccia. -"Da quando ti ho detto che ti amo... no anzi, anche prima. quindi torna qui, per favore."- Mi risponde. Mi viene da sorridere sapendo che sta bene... o almeno sembra. Mi avvicino a lui mettendomi in ginocchio esaminandolo: la prima cosa che salta all'occhio è una grave ferita sul volto che gli copre quasi tutta la guancia sinistra. ha un occhio chiuso, sporco di un sangue ormai invecchiato. Come diavolo ho fatto a non vederlo prima?

Posso Quasi vedere la pelle sottostante della guancia...

Ha un grande graffio, anche se superficiale, sul petto e la sua pelle è un pò tendente al grigio tranne che al di sotto del collo e sui polsi risultando quasi normale. per il resto, è solo qualche botta sul volto e sangue sui pantaloni. -"Non senti freddo?"- Gli domando, un pò incerta dato che chiunque mi direbbe di Si. -"Non così tanto... Forse è la "mutazione"- Mi risponde con un piccolo ringhio di sofferenza.

Non pensavo che il diventare uno di quei mostri potesse donare anche qualcosa di buono.

Lo vedo girarsi da un lato dandomi di spalle. emette gemiti di dolore mentre si tiene la pancia. -"Stai... stai bene?"- Gli chiedo, anche se è troppo ovvio che così non è. -"Quanto vorrei fare qualcosa..."- Dico a me stessa sussurrando, ma Blake mi risponde. -"Non fa niente... sopravvivverò. Argh..."- Mi risponde -"Sono messo così male?"- Mi domanda, poi. guardandomi, ma io non so cosa dire; rimango in silenzio. -"Blake..."- Inizio a parlare, ma non continuo. -"Cosa?"- Mi chiede. Ogni sillaba che dice mostra la sua sofferenza... -"Scott è morto..."- Gli rispondo tutto d'un fiato. Era uno dei suoi compagni. -"Quando!?"- Mi chiede sforzandosi. -"Due giorni fa. ho provato a salvarlo ma non ci sono riuscita..."- Gli dico, mentre una lacrima fugge dai miei occhi. I gemiti tacciono, ma credo che sia stata io che l'ho paralizzato. -"Mi dispiace..."- Gli dico, ma è inutile. -"Non è colpa tua piccola..."- Mi risponde dice accarezzandomi una guancia. -"è chi ha premuto il grilletto che ha colpa... Argh..."- Mi risponde con i dolori che peggiorano. -"è che... non è il primo soldato che muore sotto le mie cure."- Gli dico con un senso di colpa che sta diventando troppo pesante. -"Erano soldati che non si potevano salvare... tu vorresti salvare tutti, ma non puoi, non sempre almeno... Sai però quanti ne hai salvati? ho visto i miei compagni tornare a pezzi da una lotta e uscire dal pronto soccorso più forti di prima."- Mi risponde, ma non sono convinta. -"è che non mi sento pronta. temo di aver accettato qualcosa di troppo duro per me..."- Gli rispondo. -"Tu puoi farcela, Rebecca. hai le mani di un angelo guaritore. Potresti rendermi come nuovo se avessimo un minimo di materiale."- Mi dice, mentre si mette seduto con una sorprendente naturalezza, segno che sta guarendo poco a poco. -"Sai perchè noi siamo più forti di loro? Perchè noi ci crediamo in quello che facciamo, perchè non puoi iniziare una sfida se non credi di vincere. Ci sono ostacoli si, ma non ti fermano. vorresti aiutare tutti perchè anche tu ci credi. Non mi sto sbagliando vero, amore?"- Mi Domanda, ma non mi aiuta per nulla. Ho fallito troppe volte...
Non sono pronta.
Non riesco ad evitare di piangere; non riesco a farmene una ragione... forse Blake può sopportare di aver strappato la vita a decine di soldati, ma io no, non riesco a sopportare di aver deluso così tante persone. Non riesco a smettere di piangere... Blake mi abbraccia, anche se con un evidente sforzo, dato che il suo corpo è ferito e debole. Come se il senso di colpa e inadeguatezza non fosse abbastanza, sento anche un piccolo ma tagliente senso di vergogna: non riesco più a credere in quello che faccio, ci sto provando con tutta me stessa ma non riesco a trovare... il coraggio...? Si tratta di coraggio? Ogni volta che vado a dormire, prima che i miei occhi si chiudono, penso sempre "domani è un altro giorno, posso, possiamo fare meglio." Ma sembra soltanto un mio tentativo di autoconvinzione, dato che ogni giorno va peggio! -"oggi è stato un giorno sfortunato"- mi dice Blake conscio di come mi sento. -"Ma non smettere di provarci, ok?"- mi dice, quasi come mi stesse pregando anziché rassicurando.

...

Blake Pov
È sera presto e c'è silenzio, ma un silenzio... particolare, come se il mondo si fosse letteralmente spento. Ho deciso di fare da guardia al posto di Rebecca nonostante non fosse molto sicura della mia scelta: mi sono ripreso in modo incredibilmente veloce e mi sento molto meglio rispetto a questo pomeriggio, ma le mie ferite ancora presenti mi intimano a rimanere sull'attenti. Anche se il mio corpo è mal ridotto e ancora un po' dolorante, sono sicuro che se ci sarà da combattere, me ne fregherò delle mie condizioni. Sono addestrato ad essere lucido anche se sono portato all'estremo, contro chiunque sia la minaccia.

Anche se in questo momento mi sento più morto che vivo...

Mi concedo solo un attimo di tregua...

...

Per fortuna è ancora lì a dormire anziché a rigirarsi mille volte... che trall'altro mi capita anche a me ed anche troppo spesso, ultimamente.
Mi avvicino mettendomi a terra sorreggendomi con un gomito, vicino a lei. Sembra così tranquilla mentre dorme e forse è il suo vero ed unico momento di pace... a meno che gli incubi non la investino senza pietà, si intende. Allungo un braccio accarezzandogli la schiena, mentre nella mia testa girano mille pensieri: quanto dureremo prima di impazzire? Quanto manca prima che questa guerra finisca? Come stanno i miei genitori e mio fratello? Quando cazzo arrivano Amede' e Jhonson? Tutti i miei pensieri vengono meno in questo momento, però: sto pensando solo alla bellissima ragazza che ho di fronte. Lei non si da pace nel vedermi in questo stato perché dice che vorrebbe ricambiare i tanti aiuti che gli ho dato.

Mi hai aiutato e mi stai aiutando molto più di quanto immagini, amore mio.

Anzi forse sono io che dovrei essere "in colpa". Non mi interessa se non puoi mettere le mani sulle mie ferite, tu sei qui, è già questo mi da la forza per camminare, mi da l'aria per respirare... è per questo che io sono ancora vivo: i miei compagni dicono di combattere per l'America è per loro non c'è motivazione migliore. Per carità è un intento più che nobile, ma per me basta una sola parola da parte di Rebecca. Quando tutto si fa nero, quando sono da solo, stremato moribondo, in una battaglia che non posso vincere e poi sento, flebile ma allo stesso tempo potente come un urlo... "io credo in te". E poi tutto diventa più chiaro. Perché lei è sempre stata questo per me: una luce in grado di illuminare anche l'oscurità più fitta che rappresenta i nemici e i dubbi con cui combatto ogni giorno è che mi da la forza di distruggere. Per questo io mi considero un vero soldato, perché essere un soldato significa combattere in ciò in cui credi e Rebecca Thompson è ciò in cui io credo. Da un senso alla mia divisa, da un senso alle mie sofferenze, da un senso al sangue che perdo ma che allo stesso tempo mi ci sporco. Questo è un soldato. Io lo sono? Si, io sono un soldato. Per cosa combatto? Semplice: Dio ha un dono per ognuno di noi. Io sono fatto per la lotta; non sono il migliore, non ho la forza di 30 uomini, ma sono una vera e propria bestia se mi fai arrabbiare. Ma non credo sia questo il mio dono. È qui davanti a me, ma sta vacillando. La bravura nella lotta è solo una mia "unicità", ma è lei che la spinge al massimo e anche oltre, dandomi una forza che potrei solo sognarmela. Lei è in pericolo in questo posto esattamente come me e i miei fratelli d'armi. Ma... Dio mi ha dato un dono, e non lo rifiutero'.

 Dio mi ha dato un dono, e non lo rifiutero'

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