In Our Memory

3 1 0
                                    

Blake POV

È calata la notte qui a Los Angeles. Mi affaccio al balcone mentre non posso fare a meno di guardare il cielo. Anzi, quello che c'è oltre. Fino ad un mese fa conoscevo a malapena Giove, Marte e gli altri pianeti gioviani e terrestri più conosciuti.

Anche se forse persino il termine "conoscere" è azzardato.

Ho visto Marte e Giove e entrambi mi hanno stupito davvero. Rebecca ritiene che noi, quando siamo adulti, non ci stupiamo più oppure non ci vogliamo far stupire perché la riteniamo una cosa infantile. Ma stiamo parlando di Rebecca quindi questo concetto non vale per lei nonostante non sia una bimba. Non mi ha mai interessato molto l'esplorazione spaziale nemmeno da piccolo ma devo dire che ora, paradossalmente, mi metto a fantasticare come un pargolo... peccato che non ci sia tempo di partire all'avventura: abbiamo compiuto ogni missione eppure sono sempre preoccupato quando ripenso ai nostri nemici. Sono alieni molto più forti di noi e hanno conoscenze tali che noi a loro confronto siamo degli ignoranti di prima classe. Li ho affrontati, forse non sono il soldato più forte della terra, ma nemmeno i migliori combattenti del calibro di Michael Jay White mi hanno battuto così.

E il signor White mi aveva distrutto...

Ogni scontro sembra l'inizio di una apocalisse: devo ricoprire i le mie mani d'acciaio per essere più forte, devo indossare giubbotti antiproiettili potenziati... a volte vorrei che anche la mia anima fosse così, ricoperta da un armatura indistruttibile così che non possa provare emozioni. Sono in guerra e cosa prova un soldato? Paura, ansia, sia per il pericolo sia per le responsabilità che ha, per fare un esempio. Io ho sentito il dolore di una coltellata nel petto e il sangue che mi sporca. Ho sentito ciò che prova una persona prossima al diventare un Wendigo: il corpo che si evolve notte dopo notte ma è un inferno ogni volta, dato che il corpo dimagrisce, i denti diventano lame, le ossa cambiano quasi in tempo reale, massacrandoti... è un miracolo che io non sia impazzito definitivamente. Sono sano come un pesce, relativamente parlando. Fortunatamente abbiamo ottenuto qualche giorno pacifico sulla terra; una onesta ricompensa, anche se le ultime notti prima di tornare a combattere sono sempre state pesanti. Anche se qualcosa di nuovo mi balza continuamente in testa:

Come sta Rebecca?

Suo padre è morto da poco... cancro; lo ha ucciso sul suo letto d'ospedale. Non importa quanto è forte, l'essere umano sarà sempre più debole di qualcosa. È il significato di essere "mortale", essenzialmente.

Però è cosi dannatamente ingiusto...

-"vuoi già tornare lassù?"- mi domanda mia madre, che si mette al mio fianco. -"Se si trattasse di una gita scolastica..."- Rispondo. -"Mi dovresti invitare sulla tua nave, un giorno."- -"No."- Rispondo, secco. -"Non pensarai mica che ti metta in imbarazzo?"- Domanda, indignata. Sbuffo. -"Non sai quanto sono in pensiero per te, ogni volta che voli via da qui..."- -"Non dipende da me. Ho paura quanto te, mamma. "- rispondo. -"Sei proprio come tuo padre. Forse persino migliore."- Dice, poggiando una mano sulla mia spalla. -"Il vecchio lupo sarebbe orgoglioso di te, di ciò che hai fatto e che provi costantemente a fare: combattere."- afferma. La mia famiglia ha sempre avuto il lupo come animale simbolico, come se fossimo cavalieri del medioevo. Mio fratello minore: il giovane lupo. Mia madre, la madre dei lupi. Mio padre, il vecchio lupo. Io? Che lupo sono? -"Lui ha sempre voluto che tu fossi migliore di quanto lui lo sia mai stato."- -"Perché? Non era soddisfatto dei suoi traguardi?"- Domando. -"No, anzi, era orgoglioso anche di se stesso, ma è questo che vuole un maestro. Perché lui è stato anche questo per te."- Afferma. -"Loro insegnano al loro allievo ciò che sanno ma un apprendista può imparare anche di più. Tu sei più forte, sai già come agire e quindi agire quando la situazione lo richiede. Sei il padrone delle tue scelte; completamente. Tuo padre rifletteva molto quando vestiva i panni del poliziotto, ma a volte persino troppo."- -"Non è granché..."- -"Ma sono comunque piccole cose in più."- Afferma, con un sorriso. -"Sei giovane, ma sei già migliore e con il tempo non potrai fare altro se non migliorare ancora di più. Tu ci pensi ancora a lui, vero?"- -"Tu invece?"- Domando. -"Si. Mi manca il "vecchio lupo" "- risponde, cercando di avere un tono scherzoso, ma è cupo... -"Anche tu continui a pensare a lui, ti manca, ti manca il pezzo di te stesso che se ne andato insieme a lui. Ma lui è vivo. È vivo dentro di te. Ti ha insegnato la differenza tra giusto e sbagliato, ti ha dato le basi per essere un guerriero, fino a farsi persino superare da suo figlio. Ha lasciato un segno indelebile dentro di te. È nei tuoi ricordi, tesoro mio. Hai in testa il volto di quell'uomo a cui hai voluto bene sin da quando hai imparato a dire "mamma" e "papà." "- Afferma. -"Ma io lo voglio qui..."- dico, con una voce così triste e insicura che non sembra nemmeno mia. -"Se vuoi che lui sia qui, non pensare al giorno in cui ci ha abbandonati, perché non è vero; ti convincerai sempre di più di questo. Pensa alla tua infanzia con lui, i migliori momenti con tuo padre. Non piangere perché è finito, ma sorridi perché ci è stato."- conclude. Il mio sguardo cade in basso, colpito da queste parole, mentre le lacrime scendono dagli occhi lentamente ma inesorabilmente. Lei mi abbraccia, con un sorriso confortante che solo una madre può darti. Le sue parole però non mi sollevano il morale: la morte è sempre stata una cosa che odio... mi sono allenato fino a diventare un soldato; tra i migliori soldati, per sapere come sopravvivere, come non soccombere, per non cedere alla morte, come se fosse una questione di principio. Non voglio dare soddisfazione a questo nemico astratto. Io devo pensare a mio padre che mia visto crescere... ma io, ultimamente penso solo ad una cosa: il suo corpo accasciato ad una roccia, il suo sguardo terrificante e il suo colpo squartato dalla lama di un machete... la morte non l'ho mai accettata con Cloe e non la accetto con mio padre.

One ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora